Stamattina ho deciso che allo specchio mi sarei concentrata sul mio collo.
Come la protagonista del un mio romanzo ho un debito di riconoscenza nei confronti del mio collo: è l’unica cosa di me magra da sempre.
Se guardo quello e lo fisso per un minuto, il resto sparisce. È una buona tecnica, ve la consiglio, almeno per un quarto d’ora, vi sentite magre magrissime ovunque. ?
Poi mi son detta, siccome per me settembre è un inizio, è il mese dei buoni propositi, del tipo: a settembre starò più attenta con la differenziata, comincerò una nuova dieta, comprerò una bellissima agenda, mi iscriverò in palestra, sarò una madre brava bravissima, più decisa con le ragazze e le costringerò a mettere tavola o tenere in ordine la loro stanza ecc… e visto che poi non cambiava niente, ho deciso che questo sarà un inizio di cattivi propositi.
Come:
Mandare a fanculo il mio ex marito quando gli mando le email sulle spese che dovremmo fare insieme, tipo libri e abbonamento, e non mi risponde. Volatilizzato.
Non rivendicare più in tribunale il diritto delle mie figlie al mantenimento del padre, perché, dopo dieci anni e la condanna le cose sono immutate. Che mi prendo a fare i xanax quando attraverso quel cazzo di posto? Perché perdere dieci anni di vita?
Quest’anno ho deciso: vado direttamente a rubare.
Mangiare quello che mi piace e mettermi a dieta un attimo dopo.
Non piangere davanti a una commedia romantica.
Dire quello che penso. Fingere la sindrome, non mi ricordo come si chiami, quella dove non ci sono filtri e dici un sacco di parolacce.
Non cucinare e comprare tutto in rosticceria e spacciarlo per tuo.
Non andare alle recite scolastiche, ai colloqui con i professori e tutte quelle cose lì che mi stremano.
Almeno un bicchiere di vino ogni sera.
Addormentarmi appena tocco il divano.
Non riordinare. Non pulire la mia casa e la mia classe.
Arrivare in ritardo. Ovunque.
Non ascoltare le amiche quando si lagnano in continuazione del marito e tu, allora, dopo due ore di racconti horror sulle vacanze famigliari, provi a dire: forse dovresti fare qualcosa.
E loro rispondono: chi io?
Sì tu. O meglio voi.
E loro sgranano gli occhi come se dicessi un’eresia e l’eresia non fosse il racconto horror delle vacanze. Così, continuano a lamentarsi come se fosse normale essere infelici un po’.
Non aiutare le mie figlie con i compiti. Intanto quello non lo facevo ?.
Leggere solo Harmony. Quelli che ti stordiscono e per un paio di ore e ti fanno credere nell’amore vero, nelle storie a lieto fine, nel principe che arriva su un cavallo bianco, salvo poi svegliarsi e vedere la pila di roba che hai da stirare, comprese le camicie del bel principe.
Chiudere il telefono, anzi no sbatterlo in faccia a qualcuno, chiunque esso sia.
Saltare la coda alla Posta e non fare sempre il biglietto dell’autobus, come una cretina.
Non pagare le tasse, non dichiarare nulla. Risiedere in una casa in cui non ho la residenza?, accade.
Se qualcuno riesce a fare il furbetto, perché io no?
Fregarmene se la casa è un casino. Se la mia vita è un casino. Se tutto è un casino.
Ecco, l’ho detto.
Ma perché dobbiamo essere sempre delle brave persone? Delle brave madri?
Esserci, riesserci e fare tutto per bene?
Perché?
La verità è questa. In questo settembre e nei mesi a venire, so che non farò niente di quello che ho scritto, però è bello pensarlo.
I cattivi propositi fanno bene a tutti. Ci autorizzano nel pensiero a essere quello che, ogni tanto, vorremmo essere, ma non siamo.
Per fortuna.
E per fortuna il mio collo è sempre lo stesso. E io pure.
Fessa uguale.?
Penny
segnalaci qualche Harmony almeno!