Alcuni giorni fa ho chiesto a mia figlia se desiderava disegnare qualcosa di particolare. Lei mi ha risposto: “Vorrei parlare dei bambini, del fatto che non tutti hanno la stessa vita. Sai, alcuni vedono il mare in un fondo di bottiglia e dietro hanno la guerra”.

Ieri sera, brontolando (perché entra in ansia pazzesca per lo studio), mi ha portato il disegno e ha precisato che la bambina aveva il cuore nero perchè era vuoto. Il suo era rimasto in mare.

Ieri era la giornata del migrante e non mi importa se alcuni pensano che i migranti debbano stare a casa loro. Io penso che il mondo non appartenga proprio a nessuno, e che é solo una questione di fortuna il luogo in cui siamo nati. Non scorderò mai l’immagine di quel bambino piccolissimo arenato sulla spiaggia a faccia  in giù, come non dimentico quei bambini che ogni tanto arrivano a scuola e non hanno mai visto il mare.

Non dimentico, e non voglio che lo facciano le mie figlie.  Non potrò mai essere una buona madre se non mi occupo anche dei figli degli altri. Come posso,  come riesco.

Mandatelo in giro questo articolo perché ci riguarda, riguarda tutti noi. Mi piacerebbe che avesse la stessa risonanza dell’altro, quello: “Ai figli. Dovremmo dire”. Dobbiamo prenderci cura se vogliamo che il mondo diventi un luogo bello in cui stare. E dobbiamo farlo tutti.

P.s. 1 Quando invio un articolo è come buttarlo nel vuoto. La cosa più bella in questa avventura è ciò che mi scrivete. Solo allora, sono consapevole che giunge da qualche parte, approdati in qualche cuore. Mi sa che stiamo diventando una piccola comunità e la cosa mi piace. Tantissimo. Spero anche a voi.

P.S leggetevi a vicenda e datevi consigli. Potete fare tanto uno per l’altro.

Ps 3 Ritornando al cuore nero…per oggi vi faccio un augurio. Quello di guardarvi intorno. Stringere mani. Aprire porte. Lasciare qua e lá qualche delicatezza. Teniamoci stretti i nostri figli. Ci sono madri e padri che non lo possono fare più.

Buona giornata Penny.

 

24 comments on “Cuore nero.”

  1. Grazie Penny per un altro bellissimo articolo. Condivido appieno il tuo pensiero ed è quello che cerco di trasmettere anche a mio figlio ed a tutti quelli che conosco. Non si può pensare che il dolore degli altri non ci riguardi. Siamo tutti interconnessi. È responsabilità di tutti ‘prendere a cuore’ per far sì che davvero questo mondo possa diventare un posto un po più accogliente.

    • Grazie Cristina. Hai ragione dovremmo essere tutti interconnessi anche nel dolore e prenderci a cuore il bene degli altri. Un abbraccio Penny

  2. L’idea del cuore nero è attinente al tema. E questa frase appartiene anche a me :”il mondo non appartenga proprio a nessuno, e che é solo una questione di fortuna il luogo in cui siamo nati.”.

  3. Ciao Penny, stavo ragionando anche io intorno a questo tema. Un cuore nero e aggiungerò io domani sul mio blog, un cuore congelato.
    Adesso cerco un modo di linkare il tuo articolo all’interno del mio. Buon tutto, a domani!

  4. Grazie Penny,
    Con le tue parole scaldi il cuore e ci ricordi che il mondo è fatto di persone… e non di corse e impegno.

    Continua!

  5. Sento anch’io tutto quello che hai scritto e ti ringrazio. Prima di tutto ti senti vicina perché i post sulle separazioni, a me appena separata, una fatica e un dolore grande – ma una liberazione – fanno tanto bene, mettono ordine, riposo, come un massaggio al pancino dolorante!!! E allora uno si fida e torna. I migranti che tema complesso quasi unaffrontabile. Ma sononuomini donne come noi, e bambini con tutti i diritti dei nostri, che pietá quello che succede loro. Quando mi chiedo come mai tanta gente li disprezza, li respinge amche solo col pensiero, penso che sia la paura. Da ogni fonte veniamo istigati alla paura, di stare peggio (come se stessimo male..), di essere aggrediti, di barcollare. Ma é solo quando in fondo non siamo felici dentro che reagiamo cosí, quando aspettiamo una soluzione da fuori (la religione ad es.), quando non siamo liberi di essere quel che siamo e non ci siamo ancora conosciuti, che non amiamo gli altri…No felici da soli no!! Spesso non mi sento di dichiarare queste cose ai miei figli, sono sentimenti…ma spero sempre che solo la mia “compassione” per chi sta male possa insegnare loro un cuore aperto. Grazie Penny..non so nemmeno chi sei.

    • Ciao Simona, concordo con quello che dici. Concordo sul fatto che abbiamo bisogno gli uni degli altri, della compassione, dell’accettazione del diverso, anche del nostro diverso, quello che ci caratterizza. Ci istigano alla paura, hai ragione, è più facile scaricare le colpe su qualcuno che assumersi delle responsabilità. Oggi c’è lo straniero, ieri c’erano gli ebrei, domani chissà. Anche noi siamo stati stranieri in terra d’altri e abbiamo sofferto. Voglio pensare e credere che l’umanità sia possibile. Hai ragione, non ci conosciamo, ma forse non è importante. Ciò che è importante sono le parole che diciamo e scriviamo. Parole che possono diventare discorsi, idee, azioni. Buoni giornata Penny

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