Un figlio lo amiamo da subito, nonostante sia vulnerabile e dipenda dalle nostre cure.

Trascendiamo da noi stessi per il suo bene. E il suo arrivo trasforma la conoscenza che abbiamo sull’amore.

Eppure appena viene al mondo non sa fare nulla: strilla, mangia e dorme. Ma noi lo amiamo, di un amore inspiegabile.

Quando lo allattiamo, lo culliamo, gli cambiamo i pannolini, o siamo distrutti dalle notti in bianco, ci ricorda che per amare sul serio basterebbe prendersi cura dell’altro.

E che in una relazione non dovremmo mai pensare a quello che ci viene dato in cambio, ma esserci.

Ci ricorda cos’é la debolezza, la compassione, la vulnerabilità. Sentimenti che accogliamo con difficoltá nel marito, nella moglie o nel compagno che ci stanno accanto.

Ci ricorda da dove siamo partiti e a dove torneremo alla fine della nostra vita, alla fragilità che appartiene all’umano.

Attraverso il loro essere indifeso, quel cucciolo d’uomo ci ricorda che abbiamo tutti bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi.

E che la vita dipende interamente dalla nostra capacità di amare.

Ci ricorda che amare vuol dire uscire dal proprio centro e non occuparci sempre e solo del nostro Io.

Che se l’altro sta male dovremmo chiederci sempre il perché. Cosí come lo facciamo quando proviamo a capire cosa ci sta dietro al pianto dei nostri figli.

Se solo riuscissimo a importare nelle nostre relazioni adulte un po’ di quel tipo di amore, saremmo di certo piú felici.

Noi, invece, dovremmo ricordarci che i figli non sono la nostra “vetrina” sul mondo, ma hanno un’anima propria.

Le strade che scelgono di percorrere sono le loro strade, non le nostre.

E non siamo persone migliori o peggiori in base ai figli che abbiamo avuto.

Ma dovremmo fare ricchezza di quell’amore autentico che proviamo per loro e manipolarlo nelle relazioni adulte.

Allora i figli potranno “sollevarsi” e non essere costantemente al centro delle nostre vite, potranno cercare il loro spazio e la loro occasione.

Ciò che ci succede in quelle ore interminabili di stanchezza e cure in cui vengono al mondo è che semplicemente amiamo. Di un amore giusto.

Dovremmo partire da lì, da quello che ci insegnano, per tornare a noi, e imparare ad amare. Perché l’amore s’impara.

Ci danno una grande possibilitá, abbiamo solo un compito: non sprecarla.

6 comments on “I figli ci ricordano.”

  1. “Ci ricorda cos’é la debolezza, la compassione, la vulnerabilità. Sentimenti che accogliamo con difficoltá nel marito”…. una riflessione molto interessante… da tenere sempre a mente, nei periodi più difficili….

    • Lo so che non è semplice, ma guardare cosa c’è dietro agli atteggiamenti dell’altro, ci aiuta nelle relazioni. Nessuno dice che amare è semplice ma forse ne vale la pena. Grazie per esserti fermata. Penny

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