Ci sono padri che sanno sollevare. Alzano lo sguardo e capiscono che figlio sei.

Padri che sono oceani da attraversare. Luoghi di appartenenza e uomini possibili in cui sperare.

Mani grandi e occhi profondi.

Padri che sanno prendere le distanze, e aiutare le madri a essere donne migliori.

Ci sono padri che rimangono tali anche quando la moglie non li ama più. Sanno comprendere la famiglia e farla esistere in una dimensione nuova. E si occupano dei figli per sempre.

Padri che si fanno parola e azione per condurre. Che conoscono la gentilezza e la usano per far star bene.

Padri che dicono alle figlie femmine che sono belle, ma insegnano che la bellezza non è tutto, e ai figli maschi spiegano che un vero uomo sa piangere, e che l’amore con il possesso non c’entra nulla.

Padri che sanno trasmettere passioni e accettano quelle di chi hanno a fianco. Che non impongono modelli, ma che si fanno esempio e regole. Che sanno fare gli uomini e lasciare lo spazio dei figli ai figli.

Padri che reggono il conflitto, e sono cura. Che testimoniano la vita attraverso i giorni e una presenza che sa farsi assenza.

Ci sono padri che accolgono la responsabilità che un figlio comporta. Che li amano come sono, e si fanno eredità.

Padri che fanno un passo indietro per far percorrere ai figli strade nuove, che insegnano a guardare oltre se stessi, e sono capaci di farsi superare.

Padri che amano le madri, usano parole per spiegare ed emozioni per gestire.

Padri che sanno fallire e chiedere scusa.

Ci sono padri che sanno fare i padri sul serio, come i figli hanno bisogno. Che si fanno limite e possibilità. Erranza e appartenenza. Che sono viaggio e casa.

Una casa in cui poter tornare, per ripartire ancora. Una spinta verso l’ignoto. Una porta aperta, sempre.

Ci sono padri che sono padri. In ogni dove. Ogni comunque. Ogni se.

 

Penny

 

 

27 comments on “I padri.”

  1. Da un padre così mi farei adottare, se accettasse una figlia un po’ tanto cresciuta. Sicuramente esisteranno dei figli così fortunati, poi ci sono gli altri, quelli “orfani di padre vivente”. Un sereno fine settimana,Penny. E oggi qui finalmente è una bella giornata di sole.

    • Lo so. Scrivendolo ho pensato alle mie figlie, a quello che non hanno e quello di cui avrebbero bisogno. Spero nel futuro. Spero che trovino un uomo che sappia sollevare. Un abbraccio.
      Ps anche qui c’è il sole. Penny

      • Non avevo dubbi sul sole anche da te. Se c’è da me sulle alture di Genova, figuriamoci verso il centro. 🙂 Quanto alle tue figlie, tutti gli auguri del mondo. <3

    • Ciao, ci sono padri che non sono padri. Doloroso e triste, molto triste. Ma come ho già detto, basta un “contenitore” buono nella vita, uno solo, per salvarsi. Un abbraccio grande.

    • ciao, direi che hai fatto un buon lavoro! Basta una persona buona nella vita che sia esempio. Comunque, come ha fatto tuo figlio, possiamo superarli i nostri padri e ciò da molta speranza. Buona giornata Penny. Grazie di esserti fermata.

  2. È bello leggere che ancora esistono donne, tu non sei mai banale, incastri parole come minuscoli pezzi di un puzzle, dentro ci sei tu e tutto il tuo fascino, la tua femminilità e la tua sensibilità.. Lasci uscire la luce, sei delicata.. è un piacere leggerti e ‘ascoltarti’, io padre surrogato pieno di Amore per sangue non mio

    • Le tue parole mi hanno commosso. Pensa che quando scrivo ho sempre tantissimi dubbi, sono contenta che la scrittura possa essere qualcosa di delicato. Per quanto riguarda la paternità credo che per amare i figli dovremmo essere tutti genitori adottivi…amare quel figlio, e non perché arriva da noi, ma perché è lui con le sue potenzialità e mancanze. Grazie davvero per le tue parole che sono dono per me. Penny

    • mi associo alla bellezza di questo commento. Chiudendo gli occhi trovo le tue riflessioni anche poetiche, al netto di qualche ripetizione. Come padre divorziato lotto spesso contro le mie ansie di essere non abbastanza per il mio maschio 12 e femmina di 9…”saper comprendere la famiglia e farla esistere in una dimensione nuova” è la cosa più difficile da accettare/attuare per chi credeva fortemente nella famiglia creata, considerandola più indissolubile del matrimonio con pregi e difetti di tale integralismo.

      • Difficile, hai ragione, forse una delle cose più complicate che ci viene chiesta. Anch’io credevo nel progetto del matrimonio, ma cambiamo, le cose cambiano. Eppure i figli sono un dono immenso e se non ci fosse stato quel matrimonio e soprattutto quell’amore non ci sarebbero stati. E allora dobbiamo essere grati, nonostante tutto, e fare il meglio di ciò che possiamo per amarli e dargli una possibilità di felicità. I nostri figli non hanno bisogno di famiglie, madri e padri perfetti, ma di uomini e donne che sappiano insegnar loro l’amore e questo, a volte, purtroppo, va oltre le pareti di casa.
        Un caro saluto Penny.
        Grazie per aver detto la tua.

  3. Ti ho letto e subito il pensiero è andato a mio padre.
    Le tue parole sembrano scritte per raccontarlo.
    Sono stata molto fortunata

  4. Avrei voluto un padre meno superficiale , che mi avesse ascoltato e guardato con gli occhi del cuore , purtroppo gli errori si pagano ,rimane la consapevolezza ( almeno da parte mia ) che certi strappi non si possono ricucire , nonostante tutto è mio padre e anche se lo avessi voluto più “papà” gli voglio bene.
    Grazie Penny è sempre un piacere leggerti ???

    • Cara Fiorina, se un giorno le mie figlie faranno mai un pensiero come il tuo, saprò che come madre non avrò fallito e che sono diventate delle buone persone. Il che è una grande speranza. Grazie. Penny

  5. … e poi ci sono gli altri, di padri.
    Quello di mia figlia. Che non ha nessuna delle qualità da te descritte.
    E quello che non ti aspetti: il mio. L’immagine che ho sempre avuto di lui – siamo stati molto distanti in passato-, quella di un uomo severo, rigido di idee e di principi, è stata sostituita da tutta l’umanità e l’accoglienza, sia morale che materiale, che ha mostrato a mia figlia e a me in occasione della mia separazione.
    Grazie per i tuoi pensieri.
    Silvia

    • Prima o poi ci si riconcilia? O i padri e le madri, a volte, sono nonni migliori? Chi lo sa. Comunque si accoglie il bello, è già tanto. Un abbraccio Penny

Rispondi