Agnese sbatte la porta di casa. É in ritardo.

Accompagna Sofia, la sua secondogenita, all’asilo, e come ogni santo giorno lei davanti alla porta della classe fa i capricci perché non la vuole lasciare. Poi, lancia Camilla a scuola, tra gli sguardi torvi della bidella che sta chiudendo il portone.

Quando prende l’autobus è in un bagno di sudore, piena di sensi di colpa per le urla che le sono scappate con le bambine, per il tempo che stringe, per la madre e la moglie che non riesce a essere.

Durante il tragitto pensa a Luca, al bacio che non gli ha dato prima di uscire, a cosa preparare per cena, al fatto che si è dimenticata di stendere la lavatrice, allo zaino di danza di Camilla che è rimasto nell’ingresso. Manda un messaggio a sua madre per dirle che è viva, se non vuole che le tenga i musi per giorni.

Agnese cerca di tenere insieme e si incastra, lo sa. Le scelte non sono mai azzeccate, non riesce ad arrivare ovunque.

Scende dall’autobus, ripensa alla cena, potrebbe preparare un arrosto o delle polpette che piacciono tanto alle bambine.

Entra in ospedale, saluta due colleghi e timbra il cartellino. Può respirare.

Succede che la vita ci travolge e ciò che è importante viene sommerso. Succede che crediamo sempre di dover dimostrare qualcosa, dimentichiamo noi stesse, e ciò di cui abbiamo bisogno. Succede.

Per questo dobbiamo essere clementi e concederci la possibilità di non arrivare ovunque. Staremmo meglio noi ,e chi ci sta vicino.

4 comments on “Agnese e Luca: una giornata qualunque.”

  1. Troppo spesso noi donne non ci permettiamo di chiedere aiuto. La stragrande maggioranza degli uomini, purtroppo, non è stata cresciuta facendo in modo che sviluppasse la capacità di guardarsi intorno, capire cosa c’è da fare e farlo. Ma ci sono moltissimi uomini innamorati e responsabili che sarebbero ben contenti di dare una mano se gliene si dà l’opportunità. Dobbiamo smetterla di fare le wonderwoman, e non solo accettare di non poter arrivare ovunque ed essere TUTTO, ma anche ammettere ed imparare a comunicare che abbiamo bisogno d’aiuto. Finché non ci si è provato, la colpa di questa fatica immensa e della trascuratezza nel rapporto in buona parte è nostra.

    • Sono pienamente d’accordo con te. Dovremmo chiedere e appoggiarci quando non ce la facciamo più. Capita che vogliamo fare le cose a modo nostro perché è più semplice, e non solo, in questo modo tendiamo ad avere tutto sotto controllo. Ci sono molti rapporti che funzionano, uomini e donne che si sostengono e si danno una mano senza dirsi “Ti ho fatto questo…ti ho lavato i piatti…”. Dobbiamo rimboccarci le maniche per far funzionare le cose ma non credo si possa parlare di colpa. Lo sforzo deve essere di entrambi. Grazie del tuo punto di vita, siamo ” donne centriche” alle volte. Grazie Penny

  2. Io forse sto iniziando a capire che non posso tenere tutto sotto controllo… e che demandare il controllo ogni tanto a qualcun altro può essere davvero piacevole. Ma lo sto iniziando a capire, sono ancora molto lontana dall’averlo assimilato!

    • Piccoli passi, anch’io ci riesco a tratti. Ma quando succede che riesco a lasciare andare, sto meglio, decisamente meglio. Buona giornata Bia, grazie per essere passata. Penny

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