Marzo 2017

“Ieri sera a tavola si parlava del più e del meno, ho chiesto alle girls se avevano sentito il padre, ormai, mi dispiace dirlo, ma è un’ombra, e io non posso che chiedermi quali siano le mie responsabilità in tutta questa storia. 

Ho un’immagine nitida di una sera, una coppia si stava separando in malo modo, noi eravamo una famiglia felice o così sembrava. Stavamo riordinando la cucina, quando, con le lacrime agli occhi lui mi disse:  

“Io non potrei mai farti del male, sei la madre delle mie figlie, fare male a te, sarebbe come farlo  a loro !”.

Ricordo di averlo abbracciato e aver pensato che comunque avevo scelto un uomo buono, e forse poteva bastarmi. Come è andata lo sapete. La mia è stata una separazione difficile, siamo passati attraverso un divorzio in giudiziale, una casa che stava andando all’asta e mille altri eventi che non posso raccontare.

Ovviamente le prime a farne le spese sono state le girls.

Ho provato a cercare una mediazione: abbiamo fatto una terapia di coppia mollata dal mio ex marito a metà, incontri a quattro con il suo primo avvocato, poi con il secondo e infine con il terzo. Non è mancato un sostanzioso aiuto terapeutico per sostenere la mia anima e quella delle mie girls. Mi sono barcamenata tra ciò che era giusto e ciò che era meglio, e non sempre le due cose hanno coinciso.

Pensavo che, passato del tempo, e magari innamorandosi, il padre delle girls avrebbe gettato le armi. Invece ha trovato una compagna, ha messo su casa, e ha avuto la gioia di un figlio, ma le recriminazioni sono continuate inesorabili.

All’inizio avvenivano con rigidità estrema, orari che non potevano essere modificati, partenze saltate o posticipate; con il tempo sono sparite le rigidità, ed è sparito lui. In tutto questo le mie figlie hanno sofferto e qualche mese fa la girl bionda ha deciso che fosse arrivato il momento di far valere il suo pensiero.

Non che prima non l’abbia fatto, insomma ha detto al padre che non stava bene e che voleva vederlo, ma non dormire più a casa sua. Ha sofferto come si soffre per amore. La girl piccola ha seguito la sorella, sono una famiglia, loro due, più di quello che siamo stati noi quattro insieme.

Non sono più tornate nella casa che condividevano con il padre, la compagna e il fratellino. Sono quasi scappate, come si scappa quando la terra trema. Hanno lasciato lì i vestiti e le loro cose. Chiamano i nonni sotto mia insistenza, non sentono più la compagna, fanno un pranzo con il padre ogni tanto sempre fuori casa, vedono pochissimo il fratellino che ha un anno e a quanto pare è un amore. 

Posso esserne felice?

No, non posso. 

Posso superare e continuare a chiedermi dove ho sbagliato, sapendo che in questa storia il rancore prima e il mantenimento delle bambine che arriva in minima parte solo se ha qualche giudice alle calcagna, hanno fatto la loro parte. E provo una tristezza profonda. Per loro, per me e per lui. Per tutto quello che abbiamo perso.

Ogni tanto mi chiedo se dovevo seguire i consigli di chi mi diceva di non insistere sul mantenimento, i soldi in fondo, di fronte al benessere delle ragazze sono niente, ma sono un’insegnante, non navigo nell’oro. E poi, sarebbe stato davvero giusto per le mie girls? Cosa avrei insegnato loro? Pensavo che la giustizia le avrebbe tutelate, ho scoperto che non è così, la giustizia è lenta, lunga e tutela i “furbetti” (questi uomini non hanno niente, non possono dare niente) e ho capito perché tante donne rinunciano.

Io non l’ho ancora fatto, sto lottando perché le mie girls abbiano ciò che le spetta e spero che, prima o poi, qualcosa di “giusto” succeda.

Non capisco perché, come succede in molti Paesi, non sia lo Stato a tutelare i figli, occupandosi dell’assegno di mantenimento, per poi chiederlo al coniuge che non lo versa o dice di essere nullatenente pur lavorando magari da libero professionista, pur mantenendo un’altra famiglia. Molte separazioni sarebbero più semplici, e i figli la smetterebbero di essere armi ricattatorie. Se alcuni padri separati leggeranno questo post non la prendano sul personale, so che tanti fanno del loro meglio. Di personale c’è solo la mia vita e non pretendo né voglio generalizzare.

Inutile dire che avrei voluto qualcosa di diverso per le mie girls, che amo di un amore intenso, avrei voluto prenderle per mano insieme all’uomo che è loro padre con tutto quello che comporta.

Sarebbe stato meraviglioso, ma ognuno scrive la sua storia. Io ho la mia e nonostante i mille nonostante mi appartiene, come mi appartengono le scelte che ho fatto. Non tornerei indietro, ma ogni tanto vorrei tenere per mano le girls. Tra noi due, che siamo il padre e la madre. E lo saremo per sempre”. 

 

Ps: sono passati un po’ di anni da questo post. Ci sono alcune cose che sono cambiate. Io non chiedo più, sciolgo il nervoso prima che mi domini. Mantengo sempre le mie figlie. Il contributo, siccome la grande ora è maggiorenne ( ma vive con me, piccolo particolare) è passato a lei: la bellezza di 150 euro al mese in cui dovrebbe farci stare tutto. 150 a me per l’altra figlia. Niente più. Sono rimasti i pranzi al bar, una volta ogni tanto tra di loro. Io mi barcameno con tasse universitarie, libri, esami, farmacia, vestiti e tutto il resto. I soldi del mantenimento stabiliti da una condanna penale e sono parecchi, non sono mai arrivati. Dovrei essere ricca per potermi permettere i mille precetti. Lui non ha intestato niente, nonostante lavori, nonostante abbia una casa e ora anche una macchina.

Mi sono avvelenata la vita per tutte queste ingiustizie, io, dopo anni, rimango quella che gli ha portato via tutto (cosa non lo so perché l’unica cosa che possiedo è uno scooter tenuto insieme da nastro isolante in più punti e una casa di 46 metri comprata dopo la separazione. 45 metri e un mutua a vita). Le figlie nel 730 rimangono al 50% e anche qui ci sarebbe da farsi una panciata di nervoso. Invece lavoro, scrivo, scrivo e scrivo e tento continuamente di emanciparmi ancora e di più. Ogni libro che scrivo è una possibilità di non farmi macerare dalla rabbia. Non mi interessa più che lui capisca, che la giustizia faccia il suo corso, anche se da quel punto di vista non mollo ( a tempo perso). Non aspetto sulla riva del fiume.

Ognuno è artefice del suo destino. Io ho deciso del mio, solo di questo. E dentro ci sono a pieno titolo le mie figlie. Il mio amore per loro. La mia voglia di prendermene cura.

Dentro alla mia vita non ci sta altro. A parte la libertà.

Penny

 

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

29 comments on “Eravamo una famiglia felice, o così sembrava.”

  1. Cara Penny, quanto dolore e ingiustizia. Ma tieni.duro, non ti giudicare troppo (lo dici sempre tu a noi). Supererete, l’autenticitá ha un costo elevato, ma sento che alla fine ‘paga’..nel modo che intendiamo noi. Sentirsi vere, avere avuto coraggio di essere sé stesse.. Ti abbraccio forte forte

    • Mi sa che le cose giuste non sono mai semplici…io, a volte, ho la capacità di complicarle. Avere coraggio paga? Ho sempre il dubbio che se avessi rinunciato al mantenimento sarebbe stato tutto più semplice, ma sarebbe stato giusto? E arriverò alla fine di questa storia con qualcosa di “giusto” in mano? Non lo so. So che il desiderio era solo quello di stare bene ed essere una donna felice. Penny

  2. Penny che realtà, parole e sentimenti splendidi. Condivido pienamente ciò che pensi e che provi, le situazioni che viviamo sotto certi aspetti sono identiche… Grazie per dare voce a ciò che ho dentro, per cui lotto, ma che non riesco ad esprimere così bene.
    Grazie. È come se avessi ricevuto un abbraccio stretto. E te lo rendo, tale e quale!

    • Se tutte noi riuscissimo a dirci quanto è difficile, quanti dubbi e preoccupazioni ci portiamo dietro, non sarebbe più semplice? Grazie per esserci Penny

  3. La mancanza più grande dopo la mia separazione è stata proprio quella, non poter confrontarmi come genitore, abbiamo perso il ruolo di essere entrambi per loro, i loro punti fermi.
    Prima si era una famiglia enorme, con il matrimonio avevo acquisito altri due genitori, altri zii, fratelli, cugini, amici, colleghi.
    I miei bambini erano accompagnati da tanti parenti.
    Dopo la separazione la famiglia si è fatta piccola piccola, e anche quei pochi e veri parenti sembravano all’inizio isole lontane.
    Per non parlare di chi credevamo amico.
    Ed è come dopo una malattia,,, dopo una separazione rientrare in società è una guarigione con un processo lento.
    Come fosse davvero necessario stare soli, noi tre.
    Con il bisogno di sentirsi nuovamente famiglia, ripartendo da chi è rimasto aggrappato.
    Ti allontani per proteggerti dalla felicità delle famiglie che invece ce la fanno.
    Ti allontanano per potersi sentire liberamente felici e a volte ti allontanano per non dover guardare dentro il loro fallimento nascosto sotto maschere di benessere.

    Ma la scelta è inevitabile, e si sceglie anche se il giusto non è il meglio, hai ragione.

    Non siamo tutelati, rimaniamo soli a cercare di capire come fare, a fare valere almeno i diritti economici, visto che su quelli morali poco possiamo obbligare.

    Io inizio ora un divorzio giudiziale, e so che sarà lunga, so che le energie a volte non basteranno, ma lo devo a me,,, a tutto quello che sto faticando da 4 anni.

    Non tornerei neanche io indietro, ma vorrei a volte sapere se c”era un modo di salvare i miei boys da tanta sofferenza.

    Bacio grande❤

    • Cara Marielik, la mia storia é forse meno lacerante, ci siamo tutti e due e per ora é consensuale. Ma tutti quegli “allontanamenti”, gli altri da noi e noi dagli altri, come é vero, fanno male..ma conseguenze non volute di una scelta che aveva un senso, abbiamo fatto quel che abbiamo potuto….un abbraccio forte

    • Sai che ti dico? Non lo so. La speranza è che imparino ad amare sul serio, che le scelte siano dettate non dal bisogno ma dalla scelta. Non è anche per questo che affrontiamo tutto? Oltre alla coerenza che dobbiamo a noi stesse.
      I nonni delle mie girls non le cercano quasi mai, sai cosa pensano loro? Che l’arrivo del nipote maschio le abbia soppiantate. Io le spingo a mantenere un contatto e penso che non siano in grado di amare in modo diverso. Ma ci soffro quando sento altri nonni che aiutano i nipoti, che gli fanno qualche regalino ogni tanto e sono presenti…Ci soffro e basta. Non so perché tu sia andata in giudiziale, ma è dura e sembra impossibile che le cose possano cambiare in questo modo, eppure succede…Per quanto riguarda i figli, credo che non siamo noi a doverli salvare dalla sofferenza. Credo che se ci vedranno capaci di affrontarla, saranno in grado di farlo anche loro. Credo, perché come vedi, ho sempre molti dubbi. Bacini Penny

  4. Penny per l’ennesima sei un tuffo nel mio cuore e in questa separazione. Un padre che ancora adesso dice di amarmi, ma che con la figlia dice che sono una merda e gli faccio schifo per le mie richieste. Un padre, un bravo padre, ma che ferito e non accettando che sia finita decide di vedere meno la figlia, solo per non farmi avere una vita “comoda”, perché lui non sta alle mie comodità, come se fare il padre fosse un lavoro..io che in tutti questi 12 anni ho lavorato dalla mattina alla sera, con un mutuo sulle spalle, prestito etc, ma per la famiglia si fa questso ed altro… e oggi una figlia che ben presto dovrà affrontare la dura realtà di un padre che ha scelto di essere assente per far soffrire la madre. E siamo solo all’inizio, perché i presupposti per una giudiziale sono vicini.. ma come te ogni giorno di più sono convinta della mia scelta e non ho nessun rimpianto e questo grazie a lui. Ho solo paura, paura della sua rabbia verso un qualcosa perso da tempo…ma si sa molti preferiscono vivere non vivendo, non amando, non scegliendo, non ascoltando. Amo la mia leonessa e anche questa sera le ho ripetuto che dopo una tempesta c è l’arcobaleno…

    Ti sono così vicina da sentirti e ascoltarti e dicendoti che la serenità non ha prezzo, ed è il più grande regalo che possiamo dare ai nostri figli e che esistono dei genitori che restano in buoni rapporti anche dopo la separazione, ma non è il nostro caso, purtroppoa. abbiamo il compito di insegnare ai nostri figli di restare sempre noi stessi, che si soffre e che l’amore può finire.cosi da grandi, spero, possano saper affrontare le cose brutte, perché è lì la difficoltà…
    Io lo sto imparando

    Poi arriverà il sole…lo spero
    Continua così, mi dai una grande forza.

    Un bacio a tutte e tre

    • Brava Elisa grazie per le tue parole, é quello che sento io e che non riesco ancora bene a dire agli altri per raccontare la mia scelta…di poter amare, scegliere, ascoltare. Si vuole vivere davvero, a volte é una scelta dolorosa ma vera. In bocca al lupo. ♡

      • Anche a te Simona. Dire che si soffre è poco, ci si annienta. Ma sottolineo che io sono stata una figlia di genitori che “per il bene dei figli” non hanno avuto e voluto separarsi. E l’amore era finito. Ecco da figlia posso dirti che non sono stata una figlia serena (felice è un’utopia), ma neanche una figlia, ma non perché i miei genitori fossero cattivi, ma semplicemente infelici e in gabbia, ognuno per i suoi motivi. Ancora ad oggi ne porto su me stessa le conseguenze e le cicatrici. E ancora oggi ho difficoltà a ritornare in quella casa. Ecco mia figlia avrà una madre coraggiosa. Incrocio le dita e ci spero. Un bacio enorme e forza.

      • Mentre leggevo mi sono venuti i brividi e ha pensato che forse le mie figlie avranno qualche possibilità di essere felici. Conosco donne che tradiscono il marito o compensano comprando cose. Avranno capito le mie figlie che quando ho scelto, l’ho fatto per me stessa e anche per loro? Il tuo contributo è una speranza. Grazie davvero Elisa, ti abbraccio.

    • Io il sole l’ho visto. Ci sono giorni no e altri sì, e quelli sì sono decisamente maggiori. Non so perché gli uomini tendano così a conservare qualcosa che non c’è, come dici tu, da tempo. Le mie figlie sanno che ho sofferto e non mi chiedono mai perché mi sono separata, mi chiedono perché l’ho sposato. Io ripeto che non rinnego il matrimonio, che ci siamo amati e da quell’amore sono nate loro. Ma le cose possono cambiare e si può uscire dalle situazioni che ci fanno stare male, anche se costano fatica e coraggio. E il coraggio, non è l’assenza di paura, ma affrontarla quella paura un passo per volta. Teniamoci strette e raccontiamoci le nostre storie, condividere, quello sì che ci può salvare. Grata Penny

  5. Ogni volta che sento / leggo di queste situazioni mi chiedo “Ma l’amore per le tue/tuoi figlie/i non dovrebbe sorvolare su tutto il resto, compreso l’odio che provi verso la compagna che ti ha lasciato?”. Troppo spesso pare di no. E voglio solo dire una cosa alle madri che si trovano in questa situazione: voi la vostra parte l’avete fatta magistralmente, non tormentatevi con inutili sensi di colpa. Di più non potete fare. Un forte abbraccio a tutte. Uno speciale a te Penny!❤

    • Penso sempre che uno spazio di miglioramento era possibile, anche se ognuno fa quello che riesce e, a volte, credo di aver ceffato. Ma la separazione ti distrugge, il senso di colpa è mastodontico e la sofferenza sovrasta. Forse hai ragione tu, di più non si poteva fare. Grazie, un bacio Penny

  6. Cara Penny, vorrei dirti tante cose, per lenire un pó il dolore, il rammarico, le preoccupazioni. Sai bene che con la calma e con la necessaria forza e fiducia verso il futuro, che dobbiamo ai nostri ragazzi, pian piano tutto si sistema..o comunque, una cosa alla volta, tutto é affrontabile. Grazie ancora per i tuoi racconti di vita (e di separazione..!), ti mando un abbraccio fortissimo ♡.

  7. Ciao Penny, spesso, come tante sicuramente, mi identifico nelle tue parole.
    Situazione comuni per troppe forse, personalmente e fortunatamente ho avuto una separazione degna di rappresentare l’eccezione alla regola, ma vivo direttamente quella della mia compagna in modo molto sofferente.
    Leggiamo insieme le tue parole e a volte sono fonte di ispirazione per continuare a lottare.
    Abbiamo momenti molto difficili ultimamente, tante decisioni da prendere, lavori non completamente soddisfacenti, tre figli in totale e una convivenza alle porte.
    A volte ho dovuto affrontare il suo ex compagno pretendendo rispetto per noi e per la nostra famiglia, ma non ho avuto molto successo, nemmeno le misure prese in passato, a volte più blande hanno funzionato.
    Perché ti scrivo?
    Perché non so più qual’è la mia posizione nelle cose, oltre al supporto e conforto non riesco a fare per paura di rovinare gli accordi in corso.
    Non posso negati di avere una gran voglia di spaccarli la faccia e farli pagare tutte l’ingiustizie e momenti sgradevoli che sta facendo passare alla persona che amo e indirettamente ai suoi figli.

    È stato bello scoprirti.

    Grande!

    Gabry

    • Anche io sono contenta che mi hai scoperto. Secondo me sai bene qual è il tuo posto. Stare vicino alla persona che ami. Il conforto è tutto. Anche il mio compagno ha visto e subito situazioni terribili il fatto che riuscisse a calmarmi e a non alimentare la mia rabbia è stato utile per sopravvivere. Quindi continua così, calma, media e lascia perdere il suo ex compagno. Sai, il rispetto per la vostra famiglia dovete averlo voi, che lo abbia lui poco importa. Il tempo aiuta e se voi riuscite ed essere acqua su cui il rancore scivola, prima o poi, forse smetterà. Concentratevi piuttosto sui vostri figli e progettate con cura la convivenza con gli spazi giusti per tutti voi. Ti abbraccio tanto Gabry a te a alla tua amata compagna. Alla vostra nuova famiglia. Penny

  8. Io sono dall’altra parte. Io sono quella che s’incazza liberamente, ché tanto lui ammortizza tutto. Ché tanto anche se ci mandiamo a quel paese poi a quel paese ci ritroviamo. Serve saperlo, che chiudere non è più facile che restare aperti. Che forse a volte menti una famiglia da rivista, ma in quella menzogna c’è il seme della fiducia, la voglia di crederci sempre.

    • Fai bene, credici. Non credo ci sia un modo giusto di stare o no. Credo che finchè stiamo abbiamo un motivo per farlo. E QUEL MOTIVO E’ IMPORTANTE. Buona giornata pensieri rotondi.

  9. Mamma mia quanto mi rivedo in te, anch’io sono sola con un cucciolo di Uomo, con un ex che ha deciso di avere una famiglia(NOI) ed una fidanzata(l’altra).
    Separazione dura, anni di sofferenza, paura, minacce.
    Lui è ingombrante, vorrebbe fare da madre e padre, critica aspramente la mia decisione in merito alla separazione e spera d’arruolare il cucciolo tra i suoi soldati.
    Si soldati, per la guerra contro di me. Io non mollo, educo mio figlio al rispetto e all’amore e spero che un giorno, qualcuno guardi tutti questi figli, vittime indifese e decida di preservarli..
    Grazie per questi spunti di riflessione.

    • Ciao Claudia, una volta sono andata a sentire una conferenza in cui il relatore ha detto una cosa che credo terrò a mente per sempre. Basta un “contenitore” buono nella vita per crescere felici. Ecco, io come te vorrei essere quel contenitore per le mie figlie. Andare dritta su un terreno scosceso, pieno di ostacoli, ma spero anch’io che alla fine, sappiano scegliere l’amore. Quello mostrato e pieno di atti, non quello che contrappone. I bambini sanno, capiscono chi li preserva, molto di più di quanto crediamo. Possono adattarsi per compiacere ma sanno dove sta di casa “il bene”.
      Grazie per aver scritto. Rispondere mi aiuta ad approfondire e a dare senso a questo posto. A presto Penny

      • Ragazze quanto è dura, arrivata ora dopo 11 ore fuori casa per lavoro e cosa trovo?
        Un bambino moccioso che mi dice che deve comprare i guanti da portiere, io esausta gli dico che non possiamo oggi perché a parte la stanchezza, sono davvero tirata con mille spese, e lui che fa? Mi sembra di sentire parole da adulti, dice che non faccio niente di buono per loro, che spendo tutto in scarpe e chissà in cos’altro.
        Mi si è chiuso il cuore, ho perso dei battiti, lacrime ovunque… sono appena tornati dal padre.
        Lo vedono ogni 15 giorni solo per 2 giorni, sono tornati trasformati.
        Stanno con me 340 giorni all’anno, lavoro tanto ma stanno con Me, chiamano me da scuola, li porto io ogni giorno a calcio, io dalla pediatra, io preparo due diverse colazioni, io compro libri, pago spesa, li mantengo, io mi sento madre ogni giorno e amo esserlo, loro sono la mia voglia di svegliarmi.
        Ho il cuore spezzato, cosa diventeranno i miei bambini?
        È dura questa guerra, troppo dura.
        Vi abbraccio forte, con la forza che vorrei anche io essere abbracciata.❤

      • Ha ragione Simona. Piangi ma non ti abbattere. I figli danno il peggio di sé dove sanno di poter essere accolti. Le mie tornavano compresse e furiose. Mi dicevano: “Tu sei piú ricca di papà”. Era un periodo in cui ho girato per mesi con un paio di ballerine sfondate da 9.90. C’erano momenti in cui la fatica mi distruggeva. Ora stanno crescendo e capiscono.
        Non stare a spiegare lascia che si sfoghino, ne hanno bisogno. Anche le mie lo fanno ancora. Sfondano e tu stai con le gambe incrociate e tieni. Capiranno, perché sono gli atti che contano. Le parole sono aria soprattutto se buttate addosso dal padre per far male. É dura, vero. Ma tu non seguire quella guerra. Lascia che il tuo ex lotti da solo. Tu abbracciali i tuoi bambini e spiegagli che le mamme non arrivano ovunque. Che gli vuoi bene e non importa. Loro sapranno amare chi non butta parole brutte sull’altro. Capiranno qual é la differenza tra amare come si deve e fare del male. Dobbiamo solo stare lí. Un giorno ci prenderemo un caffé noi che bazzichiamo qui. Mi immagino un incontro in cui potremmo abbracciarci sul serio. Con affetto Penny

  10. Marielik quanti anni hanno? Non ti far sopraffare, non troppo a lungo, da questi discorsetti, é normale che ci provino, come immagino (spero) sia jormale che spesso vada bene, ci siano tenerezza gioco normalitá… se sono giá adolescenti é il loro gioco di crescita, sui limiti..Nom ti stancare mai, tieni duro con dolcezza. Scrivi qui da Penny, io ti abbraccio ♡♡♡

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