Mi ricordo un giorno di tanti anni fa. La girl bionda era un microbo di due anni. Eravamo in campagna, un posto improbabile da suicidio, con due case: la mia e quella di una mia amica che aveva una bambina della stessa età. Mi dicevo che lo facevo per mia piccola, per l’aria buona e per il verde. Non sapevo ancora che siamo noi il luogo in cui i bambini stanno bene.

Ho una fotografia di quel momento. La girl bionda aveva due boccoli di codini, una salopette di jeans e una maglietta a righe, continuava a salire e scendere per una scaletta con prudenza, prima un piede e poi l’altro.

Forse era sabato, perché mio marito, che ci raggiungeva il fine settimana, era dietro di lei e controllava che non si facesse male. A un certo punto, lei si è girata verso di lui e gli ha detto: “Papi sono innamorata di tu“.

Ricordo che ci siamo commossi per quella dichiarazione d’amore improvvisa. Non ho provato gelosia, solo una grande infinita tenerezza.

Sabato sera aprile 2017. Chiedo alle girls se hanno sentito o visto il padre. Alzano le spalle, mi rispondono con noncuranza che in settimana non l’hanno visto, però la sera prima ha mandato un messaggio nel loro gruppo di famiglia in cui le augurava buon week end.

Una non ha risposto, l’altra un semplice: anche a te.

Sono sconcertata. Mi chiedo quale sia il gioco di forza, chi chiama per primo?

É vero che loro non hanno più voluto andare a dormire in casa sua, ma un rapporto è fatto di tante cose. Una passeggiata, un cinema, una chiacchiera. O mi sbaglio? Sono madre e non padre, e tante cose mi sono ignote. Forse un padre potrebbe aiutarmi a capire, quelli che conosco io, i miei amici, si occupano dei loro figli, separati e non.

Insisto che cerchino di vederlo. Mi rispondono secche: “É lui che ci deve cercare, non noi”.

Hanno ragione, penso tra me. Sono due adolescenti e lui è un adulto. Ma nello stesso tempo provo a parlarne con loro, spingo per un possibile incontro, un pranzo, qualche ora ai giardini per vedere il fratello. Mi sento quasi in colpa.

Si irrigidiscono, ribattono di non insistere. Si alzano e se ne vanno. Sono decise e complici.

Mi sembra impossibile, e mi chiedo dove sia finita quella bambina che dichiarava al padre il suo innamoramento e dove sia finito quel padre. Perché ci sono, da qualche parte esistono ancora, ne sono certa.

Non si può smettere di essere un padre e nemmeno di essere figli. O no?

So che le mie figlie si porteranno dietro questo dolore con cui prima o poi dovranno fare i conti, e io la mia totale impotenza. So che non è la separazione a far soffrire i figli, ma l’uso che se ne fa.

Questa è la mia verità, del tutto relativa, probabilmente il mio ex marito ne racconterebbe un’altra. Una cosa è certa: ci sono due adolescenti e un adulto. Credo di aver ben chiaro chi dovrebbe muoversi verso l’altro.

Non mi è chiaro tutto il resto: come si possano mettere delle relazioni così importanti in pausa. Come si fa a non aver voglia di passare del tempo con i propri figli che sia un’ora, una serata, un giorno. Non lo capisco. Non ci riesco e non ci riuscirò mai.

Qualcuno sa dirmi come sia possibile? Perché io un senso non lo trovo. Nemmeno se mi sforzo. E credo di sforzarmi, forse non abbastanza.

24 comments on “C’era una volta un padre.”

  1. Perché la vita ferisce. La vita cambia. Ci cambia. Perché facciamo scelte sbagliate e non abbiamo cura di chi ci ama. E chi ci ama, ad un certo punto, smette di farlo. Perché ? Perché è tutto così difficile. Io potrei mettere in pausa un rapporto vitale e indissolubile. Un rapporto che è radicato nel mio cuore così profondamente, che a volte , resto sbalordita, attonita.. ma potrei metterlo in pausa. Perché mi fa stare male. Semplicemente. Ho combattuto, oh se ho combattuto. Com’era quella frase..? Ciò che rende speciale la tua rosa sei tu. È la cura che metti nell’amarla che la rende speciale. Ma se nessuno ti vede, muori.

    • La vita ferisce, vero. E ci cambia. Ma dentro quella vita ci siamo noi. Ho la percezione che tu sia molto arrabbiata o poco clemente con te stessa. Mi sbaglio? Le cose che ci fanno felici sono le stesse che ci procurano sofferenza? Non lo so. Ma se le cose vanno in un certo modo credo che ci sia un motivo. Siamo rose e abbiamo le spine. Dobbiamo solo volerci bene e pensare che se facciamo degli sbagli quegli sbagli alla fine hanno un qualche senso, anche se al momento non lo vediamo. Se nessuno ci guarda forse crediamo di morire, ma non è così. Dobbiamo solo cambiare prospettiva da cui guardiamo le cose.
      Posso solo abbracciati Punny. Tu cerca di avere su di te uno sguardo buono. Penny

  2. non saprei dirtelo nemmeno io “perché”…
    forse per egocentrismo, lui, la pagina girata, la sua nuova vita,
    forse se tal’è il tizio per ferirti/ ferirvi,
    forse solamente indifferenza, pigrizia,
    forse le girls potrebbero chiedergli perché,
    forse si potrebbero incavolare, dicendogli cosa pensano di lui,
    forse preferiscono stare in disparte,
    perché se lui non le vuole nememno vedere o sentire,
    allora, in fondo, che senso ha volerlo vedere e volerlo bene nonostante tutto?

    non saprei, né questo, nemmeno quello,
    penso solo che hai fatto il tuo, ora molla e lascia che vada cosi o pomi,
    sono grandicelle le girl, te forse lo puoi ricordare una o due volte l’anno,
    ma di più non sembra il caso,
    perché cio’ significa anche che importa ancora quanto fa o dice lui,
    lascia perdere, che è meglio, va!
    le girls ne parleranno fra di loro, lascia loro gestire il loro…

    • Zè ro, quando ti leggo mi rimetto in contatto con me stessa. Mi concedo di essere. Forse hai ragione, devo lasciare che se la sbrighino e starle solo vicine. Grazie davvero Penny

  3. Penny cara non so come ciò è possibile, so solo che un padre resta sempre un padre anche se altrove, anche se ha un’altra famiglia , anche se non fa più parte dello scorrere del quotidiano. Il mio ex marito ha cercato, suo malgrado, di mettermi i figli contro, per un po’ c’è riuscito poi i ragazzi hanno capito e non mi hanno fatto più la guerra. Oggi lui è un discreto padre ma quanta fatica nel cercare di far in modo che costruissero un rapporto col loro papà; ho cercato di spiegare ai miei figli di non aspettare che fosse lui a fare il primo passo, di non privarsi di un rapporto per loro importante e fondamentale per la loro crescita equilibrata e serena. Forse ci sono riuscita, forse solo in parte, chissà…

    • Sei speranza per me e per loro che fanno i conti con questa assenza. Magari un giorno anche io potrò voltarmi indietro e pensare a questo periodo come a un ricordo lontano, chissà…Grata Penny

  4. Ho letto e ho pianto, perché da madri, donne ed ex ci troviamo di fronte ad una situazione di rapporti che non possiamo capire, semplicemente per il fatto che noi siamo diverse da loro, amiamo in un modo diverso e perché semplicemente non stiamo più insieme a loro sia come uomini ma anche come padri. Mio padre mi ha detto poco tempo fa: non è mai stato un padre di famiglia e questo semplicemente vuol dire pensare, accudire ed essere la roccia e il punto fermo della famiglia. E tutti o quasi sono in grado di far sorridere i propri figli, accompagnarli alle attività sportive o altro, ma esserci e adoperarsi è ben altro. Sono arrabbiata e incazzata nera, ma io posso essere e sarò un porto sicuro per la mia leonessa, sempre. Da bambina e anche adesso ho avuto dei rapporti conflittuali con mia madre, ed ho sempre pensato che era lei la madre era lei l’adulto e io ero la sua bambina e doveva essere lei a capirmi, ad ascoltarmi, ad amarmi, ad arrabbiarsi, a perdonarmi, ad esserci.
    Non c è riuscita. Il dolore è ancora forte e vivo, ho le mie difese ma una mamma è sempre una mamma e io è come se non l’avessi, ma ricorda di questo non ha nessuna colpa mio padre e non c entra nulla. E anche io le volte che gli ho detto di starne fuori… quindi penny ama e siii tu quel porto sicuro per le tue girls, credimi, è l’amore più bello della vita per le tue leonesse. Non temere. Possiamo essere padroni e responsabili della nostra vita…un bacio enorme

    • Grazie Elisa per tutto ciò che hai scritto. La rabbia traspare tra le righe e me ne dispiace. Ma la stessa rabbia mi sembra ti spinga in avanti, più forte.
      Sarò un porto sicuro? A volte mi sento instabile e incerta. Però sono d’accordo con te, siamo responsabili delle nostre scelte e dobbiamo esserne la regia. Stare fuori dal rapporto che hanno con il padre non è facile, ma forse, come dici tu, è l’unica cosa da fare. Ti abbraccio stretta Elisa, grazie davvero.

      • un altro grandissimo insegnamento che possiamo dare è la non perfezione, l’instabilità e l’incertezza…per me rendono più forti le persone e ci si perdona di più, perché si deve stare male così come si deve essere felici, entrambi vivono a braccetto. Io ci credo fortemente. Stare al di fuori, può permettere ai figli di farsene una ragione e accettare un genitore per quello che è. Io ti sono vicina e grazie a te.

      • Grazie Elisa. Le mie figlie sanno bene che non sono perfetta. Non so se mi perdoneranno, magari da adulte mi rinfacceranno delle cose. Forse stare fuori è davvero la scelta migliore. Credo che solo il tempo possa dirmi se ho fatto bene o no. La vicinanza aiuta. Un abbraccio Penny

  5. Ciao Penny, molte persone non concepiscono che l’amore amplifica e che ogni cosa che metti dentro non toglie ma aggiunge. L’amore è come un’arca in cui c’è posto per tutti per mettersi in salvo e al sicuro. Credo che il tuo ex non comprenda questo. Che viva il tutto a compartimenti stagni. Ora ho questo e non riesco a gestire il tutto. Magari se si è rifatto una nuova vita fatica a conciliare, un po’ per immaturità emotiva , un po’ magari perché pensa di far torto alla nuova famiglia… chissà… il padre e l’adulto peró è lui, sono d’accordo con te.

    • Quello che non capisco è come possa rapportarsi alla pari. Si offende se non lo cercano come fosse lui l’adolescente. Mi è incomprensibile. Noi madri pensiamo di poter arrivare ovunque, invece no. A volte possiamo solo stare vicino. Grazie di esserci iopossovolare. Penny

      • Penny sai purtroppo non vede lori come singole entità ma percepisce voi come una cosa unica . Inoltre non credo sia pronto, mancando una quotidianità, ad avere a che fare con due giovani donne che ha lasciato bambine … io sono qui

  6. Capisco le tue osservazioni, ma non sono d’accordo. Per me è difficile separare la figura di marito e padre. Si è padre perchè prima si è stato marito.
    Non c’è secondo me un uso buono o cattivo della separazione. È un taglio netto ad una vita vissuta insieme, doloroso se hai investito tanto, se lo hai subito. Una vita che di fatto termina, per alcuni ne comincia un’altra. Già so che non cercherò nessuno, perchè non sarò più marito nè padre.

    • Grazie di aver scritto Giuseppe. Hai ragione: la separazione è un taglio doloroso, soprattutto se in quella relazione ci hai creduto. Ma non capisco come non si possa essere più padre, non ci riesco. Nella vita succedono delle cose e non sempre corrispondono a ciò che ci eravamo immaginati e i nostri figli non devono pagare le conseguenze delle nostre scelte. Per te, spero che il tempo curi le tue ferite. La vita è lunga e spesso ci offre infinite possibilità. Grazie davvero Giuseppe penso non sia stato semplice. Se vuoi sono qui. Penny

  7. Non ho nessun consiglio. E se ne avessi uno, forse non sarebbe nemmeno quello giusto. Per te. Ma credo tu sia coraggiosa, stai facendo quello che puoi. Immagino tu abbia parlato anche con lui, no? Forse non è solo generosità, c’è sotto anche quella nostra incapacità di accettare l’impotenza… perché è questo, che è, Penny: non puoi fare di più, o meglio, gli attori sono loro, il padre e le figlie.

    • Credo sia una deformazione di noi madri quello di pensarci onnipotenti. A volte non possiamo far altro che alzare bandiera bianca e lasciar andare le cose, ma quanto è difficile? Bacini Penny

  8. Me lo sono chiesto infinite volte anche io. Io figlio di un padre assente, anche se non così assente. Nella mia testa nel tempo ho sempre dato delle motivazioni a queste assenze. Ne ho sofferto. Molto, troppo. Pochi giorni fa ho scritto, ho scritto di mio padre e di mia figlia, che va sulla via degli otto anni, della difficoltà del nonno di stare con la sua nipotina. Di ritagliarsi del tempo. Stesso schema. Ma mia figlia non soffre come ho sofferto io. Per lei è un nonno “lontano” che ama molto. La fortuna della distanza del salto di generazione. Io Penny in quello scritto mi sono dato una mia risposta all’assenza; io l’ho definita priorità. Io non ero la sua priorità. Oggi che ho superato da un po’ i quaranta me ne sono fatto una ragione e non ci sto più male. Io, Stefano, suo figlio, non ero una priorità di mio padre. E non lo sono neanche adesso. Non lo è neanche più lui una priorità anche se l’amore nei suoi confronti non muta. E non se lo merita. Io sono un buono Penny. Lui no. Non mollare e apriti a noi papà. Sia con famiglia che separati. Fatti aiutare abche da un papà in questo tuo progetto. Noi siamo tutti orchi, almeno non sempre.

    • Ciao Stefano, lo so bene che non siete tutti orchi. Che ci sono padri buoni che sanno essere esempio e crescere i loro figli. Tanti miei amici sono attenti e presenti. In realtà quando penso al papà delle mie ragazze credo che a suo modo le ami. Un modo che mi è incomprensibile, ma di quello è capace, forse come il tuo di padre. Credo che alla fine essere buone persone paghi. Possiamo scegliere di portare rancore o di ferire, ma anche di superare. Ecco, vorrei questo per le mie ragazze. Che sapessero fare i conti con questa mancanza e imparassero a gestirla. Magari ci vorrà tempo come è capitato a te, ma forse sei un padre migliore anche grazie all’esempio che non hai avuto. Non sai quanto ti ringrazio di avermi scritto, di portare una voce maschile in questo blog pieno di donne. Al di là di tutto credo che mettersi dal punto di vista dell’altro non possa che farci crescere. Grazie davvero. Ritorna se ne hai voglia. Penny
      Ps c’è un papà che mi sostiene…un papà importante.

      • Ti leggo quotidianamente, a volte fino in fondo, a volte salto, a volte ti rileggo. Mi piace come scrivi. Ti seguo dal “primo” post famoso. Letto per caso. Quello mi ha tenuto attaccato a te, ai tuoi scritti e ai disegni di tua figlia (sono stupendi, mi piacerebbe averne uno in originale….. chissà se è possibile. Se avesse voglia di venderne uno io lo acquisterei volentieri).
        Quando arriva la mail che mi segnala un nuovo post penso a quando lo leggerò. Mi aiuta anche a ricordarmi che devo tenere viva la scrittura. la mia. quella solo per me.
        Che sia una buona giornata Penny

      • La scrittura é una delle cose piú importanti per me. Credo che non potrei piú farne a meno. Va coltivata e curata ma dà sempre i suoi frutti. Per i disegni di Ludo mi piacerebbe sapere che sono da qualche parte, in qualche casa…per ora me li dona con parsimonia e devo stare attenta a non farmi tiranneggiare! Che dire, sono contenta che le mie parole facciano parte della tua giornata e questo scambio sia reciproco. Ti auguro un buon week end insieme a chi ami. Penny

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