Ogni tanto non ce la facciamo. Cadiamo, e andiamo giù.

Chissà se i nostri figli lo sanno.

Essere madre non è un mestiere, perché i mestieri qualcuno te li insegna. Qui facciamo tutto da sole.

E non c’è un modello ideale a cui aderire. Anche se ci ostiniamo a cercarlo tra le pagine dei giornali, nelle voci dei profeti, tra le brave bravissime. Come se qualcuno potesse darci istruzioni per l’uso o un ricettario da consultare ogni tanto.

Chissà se i nostri figli sanno che, a volte, cambiamo d’abito alla nostra anima e ci travestiamo per ingannarci un po’.

Che abbiamo una paura matta di non essere abbastanza per loro. E che spesso sbagliamo strada. Che andiamo a gattoni, e camminiamo a ritroso per capirci qualcosa della nostra vita.

Che balliamo da sole e piedi scalzi quando nessuno ci vede. E cantiamo a squarciagola.

Chissà se sanno che se troviamo una certezza la perdiamo quasi subito. E la paura di non farcela ci attanaglia.

Non siamo madri da manuale. Che stendono la pasta alla perfezione e confezionano consigli. Che hanno l’abito adatto per ogni occasione e parole dosate con il misurino.

Di quelle madri moderne al punto giusto, magre al punto giusto, belle al punto giusto.

Forse i nostri figli dovrebbero sapere che tipo di madri siamo. Insicure al punto giusto. Talmente giusto da essere credibili.

Siamo le madri da manuale. Un manuale in cui riconoscersi. Da sfogliarsi con cura.

 

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