Un bambino risorge tutte le volte che può morire un po’.

Se la sua voce, quella autentica, trova spazio dentro di noi. Tra la fretta e le cose da fare.

Se può essere ciò che desidera, ma anche attendere il desiderio.

Un bambino risorge tutte le volte che si accorge del mondo. Presta un gioco, allunga una mano, procede insieme.

Se può arrampicarsi sulle difficoltà e scendere da solo.

Risorge quando perde qualcosa e deve riconquistarlo.

Quando può viversi il vuoto, la lentezza e la friabilità.

Quando può addormentarsi dentro a grandi braccia che lo contengono tutto.

Risorge quando può giocare e inventarsi ruoli in cui fare prove di realtà.

Risorge quando il tempo per lui é dedicato.

Quando gli si spiega il perché le cose accadono ma é l’adulto che decide.

Un bambino risorge quando la vita donata diventa sua. Gli appartiene. La sperimenta.
E noi, un passo indietro lasciamo che accada.

 

 

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