A volte dentro infuria la bufera, e non c’è più niente di quello che sono. Fuori di me nulla é mutato.

Cerco i giorni che non ci sono più. Affondo la mano per trovarne dei resti. Solo briciole  tra le dita. Di cui non so che farne.

Potrei vendermi al primo venuto. Dirgli: “Prendimi, sono qui”.

Darmi in regalo o fingere che qualcosa sia rimasto. Di me, e di quello che ero.

La bufera non si arresta.  Non posso fare altro se non farmi trasportare.

Chissá dove mi porta.

Alzo confini nella speranza che qualcuno mi veda. E sappia davvero chi sono.

Guardo le giacenze di desiderio chiuse in dispensa che aspettano invano di essere aperte.

So che prima o poi devo farlo se non voglio morire. Aprire quelle scatole con tutto ciò che comporta.

Penso che dovremmo donare quello che avanza, solo dopo aver vissuto un po’. Invece facciamo il  contrario.

E se la ragione é la mia tana, é nel bosco oscuro che scappo. Dove risiede il cuore.

Non chiedetemi perché. Forse il mio essere trova cosí il suo senso.

I profeti profetizzano che la felicità non sta nelle cose semplici. Mi sa che hanno ragione.

Chissá se é dentro a quegli scatoloni che negli anni ho appilato in dispensa.

Una cosa é certa. Devo trovare il coraggio di aprirli prima o poi. Altrimenti non lo saprò mai.

Lascio che la bufera mi trasporti ancora per un po’. Ho delle giacenze di desiderio che mi aspettano.

Chissá che non trovi il coraggio di guardarci dentro. Domani é un altro giorno.

 

3 comments on “Ho giacenze di desiderio in dispensa.”

  1. Devo aprirlo anche io quello scatolame e, come si fa col vino, ossigenare.
    O mi leggi nel pensiero oppure c’è un filo, oppure -semplicemente- siamo donne ed inevitabilmente passiamo anche da qui… Boh. Grazie per “esprimermi” così bene 🙂

    • C’è un filo, ne sono convinta. Lega le anime simili o affini o come dir si voglia. Grazie a te per esserci qui, con me. Mi fa sentire meno matta, sola, incasinata. Bacini Penny

  2. Ci sono anche io…matta, sola, incasinata.
    Con tanti desideri inespressi che covano dentro di me. La ragione mi ha portato fin dove sono adesso nella mia vita ma ora mi violento a seguirla perché credo sia giunto il momento di seguire il mio cuore, che urla disperato visto che non lo sto mai a sentire. Ecco la mia bufera in atto, il mio dilemma. Li devo aprire questi scatoloni?
    E poi sarò felice? Il mio cuore cesserà di tormentarmi? Non so. Ma di certo i profeti hanno ragione. La felicità non sta nelle cose semplici, per raggiungerla vuole coraggio. Perciò non è cosa da tutti.
    Cara Penny, anche stavolta hai colto nel segno.
    Virtualmente, ti abbraccio!

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