Noi donne ci misuriamo in centimetri.

Centimetri di interno coscia, di vita, di seno.

Quanti centimetri di fatica, nessuno ce lo chiede.

Eppure non stiamo a misurare quanti centimetri di indumenti laviamo, quanti centimetri stiriamo, quanti centimetri di piatti cuciniamo, di ginocchia curiamo.

Quanti centimetri di sorrisi, quanti centimetri di: arrivo, lo faccio, ci sarò.

Non misuriamo mai i centimetri che doniamo. Abbondiamo. Come se non potessero farci male. Eppure alcuni finiscono su di noi.

Misuriamo i centimetri e ci danniamo se aumentano. Se un centimetro scappa per la sofferenza, per il troppo correre, per cercare di arrivare ovunque. E si deposita.

Piovono centimetri e la nostra vita si allarga.

Cosí rinunciamo.

Togliamo un centimetro di riposo, un centimetro al libro che dovremmo leggere, un centimetro all’uscita con l’amica, a quel breve viaggetto. Al cibo che ci piace.

E non lo facciamo per noi. Perché forse allora avrebbe un senso.

(A volte, il massimo é mettersi il pigiama, i calzettoni ai piedi e chi si é visto si é visto…)

Lo facciamo per un’ idea che ci portiamo dietro. Per un’ immagine che ci vuole con un corpo di centimetri esatti ma anche di centimetri esistenziali “perfetti”.

Madri, donne e pure fighe.

Dovremmo togliere centimetri nel posto giusto.

Dire qualche No ai figli, al marito o compagno, al collega, alla madre, alla suocera, all’amica. Accorciare il metro.

E lasciare i centimetri dove possono accomodarsi e essere luogo morbido.

Insomma ci sono centimetri e centimetri.

Dobbiamo sollevare cuore e anima se vogliamo che qualcuno di quei centrimetri non si appoggi sul corpo e strabordi.

Ma se qualcosa scappa dovremmo accettarlo. E, soprattutto, volerci tanto tanto bene con o senza centimetri di troppo.

Invece di rinunciare. Sempre.

Un No di un paio di centimetri, a volte, ci fa bene. Dite un No. Non posso. Non voglio. Non riesco.

E vedrete quanto si dimagrisce. Praticamente come nuove!

Penny

 

 

2 comments on “I centimetri di troppo della vita.”

  1. Penny da ieri sera cerco di darmi una risposta e non la trovo: perché siamo così? Perché abbiamo questa idea? Perché è tosta, ma versione noi stesse. La risposta io non ce l’ho. Proprio l’altro giorno mi sono sentita un coltellino svizzero, perché senza domandarmi se, come, quando, perché, bisognava fare, fare, fare, senza pensare, arrivare ovunque. Ma il bello sai qual è? Nel momento in cui dici NO, non voglio, non posso, non riesco..li capisci e scopri la realtà, sei sola e definita anche egoista. E li capisci quanto ti sei fatta male, e quante rinunce non devi fare più….

    • Ma noi dobbiamo proseguire e reggerci il giudizio degli altri. E pensare di non poter piacere. Pazienza. La nostra onestà emotiva vale di piú. Molto di piú. Allora evviva i No! Ti abbraccio Penny

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