A volte ho un vuoto cosmico. La mia giornata é fatta di piccole grandi preoccupazioni. La prima: esserci. La seconda: il mio estratto conto.

Arriverò a fine mese? Riuscirò a pagare le ripetizioni, la gita, la mensa?

E poi…ricordarsi della riunione a scuola, di districare litigi tra le due, lottare per farmi aiutare in casa. Convincere una, rassicurare l’altra. I voti, i professori, l’amore.

La mia testa é tesa a districare.

La separazione mi ha reso più povera. Nettamente. Ma la felicitá non si compra. Né é ricattabile.

Oscillo tra convincere le mie figlie a cercare il padre, e i nonni (quasi dispersi), e il mandare tutti a quel paese.

Quando conto i soldi e non so se mi basteranno combatto tra il mollare la presa oppure cercare una giustizia che “costringa” il padre delle mie figlie a dar loro, se non il suo tempo, almeno una vita dignitosa.

Costringere. Che parola tremenda.

Le “mie” figlie dovrebbero essere le “nostre” figlie. Ma quando sono io che le accompagno in gita, dal dottore. Sono io che le aspetto al ritorno. Io vado alle riunioni. Io mi preoccupo di capire quale sport e come pagarlo. Io preparo pranzo e cene o il mangiare al sacco per lo sciopero della mensa. Io compro i libri, vestiti e tutte le neccesitá. Quando sono la casa in cui si appoggiano e dormono ogni sera, mi viene molto difficile pensare che siano “nostre”.

Eppure lo sono ancora. Almeno per me.

Molte donne mi dicono che, anche con un marito, sono loro a pensare a tutto. Ho la speranza che non sia cosí. Che le responsabilità possano essere divise.

Quando le mi figlie chiamano il padre e gli chiedono se é libero a Pasquetta ( dopo un periodo di latitanza) e lui dice di no. Beh! Penso che le mie figlie siano figlie a data da destinarsi e mi chiedo perché.

Come si può sopravvivere al vuoto per loro?

So che quando saranno grandi proveranno a ricostruire. Il dolore si dimentica. Forse. É l’unica mia speranza.

Che imparino a perdonare loro padre.

A volte vorrei un: Ci penso io, parlo io con le ragazze, non ti preoccupare… Vorrei una spalla. Invece mi vivo il mio vuoto. Lo metto in valigia e schiaccio.

Ci stará tutto? Finché c’é spazio spingo.

Poi guardo le ragazze mentre ridono o studiano oppure piangono o dormono vicine.

Le guardo e mi basta.

Non mi importa se capiranno quanto sforzo, quante ansie per i soldi, quanta paura di perdermi e non arrivare. Non mi importa. E sarò felice se perdoneranno.

So che devo esserci. Lo faccio per me. Perché sono le mie figlie e io ho divorziato dal loro padre cercando di essere più felice. E non é una colpa. Ma un valore aggiunto.

Il mio posto é qui. Con il vuoto che va e viene come una nuvola all’orizzonte.

Non c’é altro da dire, se non che le amo. Di un amore straziante. E non posso farci niente.  Questo va al di sopra di tutto.

Penny

12 comments on “Figli a data da destinarsi.”

  1. Dispiace leggere di Qs situazioni ma di certo non sei l’unica…Non credo che ti sia di grande conforto la cosa ma è la realtà.Pensa al meglio per le tue figlie e magari rivolgiti a ql associazione per una consulenza legale..Ne esistono parecchi e fatte anche da volontari..

  2. Penny posso appena immaginare quanto sia stato e sia duro e doloroso ma quel
    ” So che devo esserci. Lo faccio per me. Perché sono le mie figlie e io ho divorziato dal loro padre cercando di essere più felice. E non é una colpa. Ma un valore aggiunto.” é proprio il tuo segreto, il segreto di tutte. Brava vera. Un grandissimo abbraccio a tutte e tre

    • Il segreto di tutte. Siamo un noi? Per me questo “noi” é una forza. Grazie Simona di esserci qui, vicino a me. Penny

  3. È una situazione che posso solo immaginare, la vostra. Il fatto che il padre abbia scelto di essere latitante (onestamente, scusa la cruda e crudele franchezza, mi stupiscono molto di più i nonni assenti) avrà sicuramente delle ripercussioni sulle girls. Forse solo accettando (senza volerla per forza comprendere) la sua non comprensibile scelta di darsi alla macchia riusciranno di più a guardare avanti e al pieno che c’è tra di voi. E non concentrarsi sul vuoto che è stato lasciato. Auguro sinceramente a tutte e tre tutta la felicità che meritate 😉

    • Grazie Claudio. Sinceramente anche io sono scioccata per i nonni. A volte mi sembra impossibile…eppure é successo. Loro mi dicono:”Mamma siamo state soppiantate. Tutto qui”.
      Difficile trovare le parole giuste in questi casi. Il vuoto…un po’ lo avranno sempre. Il pieno…chissá. Io spero che siano felici e che un giorno si possano ritrovare con il loro papà. Buona serata e grazie davvero. Penny

  4. <3 stessa situazione. E siamo solo all'inizio. E mi ritrovo a raccogliere i cocci, il suo dolore, confusione, paure, della mia leonessa e dopo i miei. Lei che adesso sta chiedendosi il perché il papà è sempre nervoso, parla male della sua mamma e non la cerca come una volta, non le dice più che è il suo pulcino…questo è straziante, mi dico che le cose miglioreranno, e che io non posso riempire il vuoto che sta lasciando, ma incominciare a lottare per farla soffrire un pò meno forse si, anche se alla fine è semplicemente il suo papo che le manca. Tu parli di valore aggiunto, lo spero perché siamo sotto un bombardamento senza esclusioni di colpi..e so di cosa parli quando dici vuoto cosmico e farei di tutto per la mia leonessa, ma non posso cedere ad un ricatto così grande….spero che un giorno lo capisca, perché io per lei ci sarò sempre, sarò il suo contenitore 24h, ma la testa e il fisico, credimi cedono

    • Un giorno un profeta ad una conferenza disse:”Basta un contenitore buono nella vita. Uno soltanto”. Speriamo di essere quel contenitore per le nostre figlie. Sostenere ed esserci.
      Non importa se ci riconosceranno il lavoro fatto. Noi stiamo dove dobbiamo. Con la fatica e i vuoti cosmici. Ogni tanto cediamo, forse capiranno. Buona notte Elisa. A presto qui da me. Ti aspetto
      Tua Penny

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