Capita che sei fuori dalla scuola e parli con madri come te. Capita che fai battute sulla noia di partecipare a eventi che riguardano i figli: il saggio di danza che dura ore, la partita di calcio, la performance d’inglese. Capita.

Io mi annoio da morire! Posso dirlo?

Ricordo quando la mia girl aveva la fissa della danza. A quattro anni é quasi un percorso obbligato.

Le attese negli spogliatoi, le madri che sbirciavano dalla porta, i tutù che costano un occhio della testa. Chissà perché mi sono sempre sentita fuori dagli entusiasmi di quelle madri.

In ogni saggio ce ne sono un paio che preparano le coroncine, che raccolgono i soldi per la maestra, per comprano i vestiti o li fanno con le loro mani, e acquistavano i biglietti per occupare tutte le prime file del teatro.

Dopo quattro anni di saggi, insieme alla mia girl, decisi che non avrebbe più partecipato. Lei non ci teneva, io ne avevo già visti una serie, tutti uguali, davanti ai parenti dei parenti.

Non volevo spendere cifre esorbitanti per stare in ultima fila davanti alla colonna e vedere delle madri che starnazzano piú delle figlie. No grazie.

Recuperarla a notte fonda stordita e berluccicante come una velina mi sembrava già abbastanza punitivo.

Ricordo lo spogliatoio pieno di forcine e muccetti (che a me non venivano nemmeno se ci buttavo un tubetto di colla), e quelle madri che mi guardavano come fossi un ufo. Venute a batter cassa, dissi che quell’anno, niente coroncina, niente codine da tigrotte, pancia scoperta, e così via.

Una di loro invece di starsene zitta si gira e sbotta con la sua bocca a cuore:” Ma come? Non partecipi? Per tua figlia è importante”.

Ricordo che le avrei graffiato la faccia. Morsicato le caviglie o che altro.

Cosa ne sapeva lei di mia figlia?

Ma quel tipo di madri sa come e dove colpire, così le certezze hanno vacillato, mi sono chiesta se ritornare sui mie passi, e se ero una madre degenere. Poi, in uno di quei momenti di sanitá mentale, ho deciso che me ne fregavo.

Ovviamente l’anno dopo abbiamo cambiato scuola di danza. Ne abbiamo cercata una meno esosa, meno performante e piú legata all’impegno e al piacere di fare qualcosa per sé. Senza coroncine. In cui i vestiti vecchi venivano trasformati in continuazione, e le coreografie erano illuminanti. In cui c’erano bambine magre, grassocce e cosí e cosí. In cui i genitori non facevano ululati dalla platea.

In cui la maestra diceva: quando balli fallo ad occhi chiusi. Per te.

Non è così che dovrebbe essere?

Voglio esserci, ma a modo mio. E vorrei scegliere quello che ci far star bene, non quello che va per la maggiore, o che si fa perché si è femmine.

Vorrei fidarmi di quello che sento.

Fidarci di noi stesse é la scelta più coraggiosa che possiamo fare per i nostri figli.

Mi sa che siamo noi adulti quelli che hanno più bisogno delle attività performanti rispetto ai nostri ragazzi. Loro se ne starebbero in quel dolce far niente che è il calore delle nostre case.

E perché no?

Ogni tanto bisogna fare una scrematura. Come il cambio armadi. Buttare vestiti vecchi e compagnie femminili dannose. Due volte all’anno dovrebbe bastare!

Quando si é grandi bisogna contornarci di persone che ci fanno bene. E dare ai nostri figli la stessa possibilità.

Si inizia da lí. Almeno io ci provo.

Buon sabato con amici cari, o con voi stessi ( a volte é meglio).

Penny

 

 

 

 

 

 

6 comments on “Capita che parli con madri come te. Capita che alcune vorresti ucciderle, morsicarle o che altro!”

  1. …leggerti è come sapere che in un altro posto c’è un’altra me…e non sai quanto fa bene saperlo…mi sento meno sola e un po’ più forte…grazie!

    • Grazie. Lo stesso vale per me. Sapere che mi leggete…mi fa sentire meno matta…perché, un po’, a volte mi ci sento…Penny

    • Gironi dell’inferno. Io ho imparato a starne alla larga ma ci ho messo anni. E dai gruppi scappo a gambe levate. Grazie per esserti fermata. Penny

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