La cosa che mi colpisce quando mi scrivete, e ormai siete tante, è che usate quasi le stesse frasi per raccontarmi di voi, delle vostre storie.

Frasi che sono state le mie, da cui é difficile liberarsi persino dopo tanto tempo.

Spesso diventano eco nelle scelte.

Parlo del senso di colpa. Della paura di essere delle cattive madri. Di far soffrire il proprio patner. Dei soldi che non ci sono.

Gli uomini sembra che di fronte a una separazione tendano a conservare, più delle donne. Si immobilizzano. Alcuni perfettamente consapevoli che le cose non funzionano. Altri forse ignari.

Come se negando riuscissero a mantenere stabile una cosa che non lo é da molto tempo.

Bisognerebbe sentire un uomo per sapere se é vero. Ma ciò che mi appare ovvio é che nel momento in cui la donna prende consapevolezza di sé, non ce la fa piú a mentire.

Se non altro a se stessa.

Ho provato piú volte a mettermi nei panni del mio ex marito. Se avesse voluto me, e quello che ero, credo l’avrei capito.

Invece sentivo che a farlo imbestialire era l’idea di perdere quello che rappresentavo agli occhi degli altri.

Semplicemente sposandolo é come se ci fossimo acquisiti. E rompere il vincolo per lui era inconcepibile.

Eppure io sentivo che le cose non andavano, e siccome l’amore accade in due, é impensabile che lui non si accorgesse di nulla.

L’ uomo semplicemente si accontenta?

Non so, anche qui bisognerebbe chiederlo a loro. Quello che immagino é che gli uomini non procedano come noi nel pensiero emotivo.

Forse sono realizzati nel lavoro, forse danno per scontato che le cose vadano cosí. Hanno comunque più tempo libero di noi, senza generalizzare, e sono più realizzati anche fuori dalla famiglia da subito. La loro vita, ad esempio, non si “interrompe” per le gravidanze.

Noi dobbiamo ricominciare. Rinnovarci. Ritrovarci.

Quello che so é che tutto ciò che proviamo noi donne é stato meditato, ragionato, pensato a lungo nelle nostre stanze.

Dove erano gli uomini in quei giorni in cui accadeva tutto?

Perché quando noi donne arriviamo alla consapevolezza, lo spazio del ritorno é finito.

Non voglio dire che sia colpa loro, e le mie domande rimarranno senza risposta.

Ma che esistono delle responsabilità, quello sí. Anche di chi sta fermo. Di chi non vuole vedere.

Una psicologa una volta mi ha detto che prima di tradire si lanciano tanti segnali. A volte si dichiara persino il tradimento per scuotere.

Sarebbe meglio essere leali e fermarsi in tempo, ma credo che in alcuni casi sia l’ unico modo di uscire da un matrimonio stanco e sterile.

Lo so che non sono popolare a scrivere certe cose, ma é quello che penso.

Alcuni uomini negano l’evidenza fino a quando non è sotto ai loro occhi. Altri sono disposti a perdonare basta che si dimentichi la sbandata che poi sbandata, per noi, non lo é quasi mai.

Ma tutto lo spazio in cui il vuoto é stato colmato dalla decisione di separarsi o da un altro amore…dove stava il patner, marito, compagno?

Ovviamente parlo al femminile perchè sono molte di piú le donne che mi scrivono e mi raccontano la stessa storia, che é un po’ mia: uomini a cui sembra caduta una tegola sulla testa quando la donna dichiara di essere in crisi. Nonostante non si faccia piú sesso e non ci si parli piú.

Non riesco a crederci. Credo invece che chi lascia ed é lasciato abbia la stessa responsabilità.

L’ amore finisce. E se finisce un motivo c’è. Quindi non martoriamoci, care donne. Andiamo avanti cercando di essere il meglio che possiamo essere.

In fondo lottiamo per noi. Perché la vita é unica e abbiamo diritto a stare bene.

E di cambiare rotta. Se ne vale la pena.

Chi lascia e si prende la colpa, offre anche una grande possibilità all’altro: quello di essere felice. Per davvero.

Stare con un uomo che non si ama é condannarsi e condannarlo all’ infelicità.

E questa sí che é una responsabilità. Io su di me non l’ho voluta.

Non so voi.

Penny

 

 

 

 

 

 

16 comments on “C’é chi lascia. E chi é lasciato. Con colpa.”

  1. Ciao, se vuoi il parere di un uomo, potrei dirti che il tuo post avrebbe potuto essere scritto da me, senza cambiare una virgola. Quindi non credo che dipenda dalla gravidanza o dal successo sul lavoro, semplicemente a volte ci si adagia, uomini e donne indistintamente, su una posizione acquisita, e risulta difficile cambiare.
    Non credo quindi che l’atteggiamento in una situazione di crisi dipenda dall’essere donna o uomo.
    Per cambiare bisogna avere forza, e non credo che tutti ce l’abbiano.
    Per inciso, chi decide di cambiare a volte soffre di più del partner.

    Ciao

    Gp

    • Grazie Giuseppe, forse gli uomini tendono ad esprimere meno ciò che provano, se hanno un problema agiscono. Come ho detto non ho risposte e hai ragione tu non si può generalizzare. Ma é bene conoscere cosa ne pensate. Per la sofferenza concordo. Lasciare é difficile, cosí come reggersi la colpa. Grata per il tuo contributo Penny

    • Lasciare un uomo e accorgerti che era il peggio del peggio. Che sei vissuta cieca e sorda. Che hai dato tutto ( emotivamente e non) a chi non solo non se lo meritava, ma che non ne è nemmeno consapevole. Lasciare comunque significa restare soli. Anche se soli non si è. Lasciare significa perdere quello in cui hai creduto. Perdere anche ciò che eri, e che non sei più. Nostalgia del tuo sogno, dei tuoi bimbi( che bimbi non sono più.. e ti guardano e ti parlano in quel modo un po’ così.. un modo un po’ scostante.. come se dessi fastidio. Vorrei tornare indietro . Ma. On per riparare. Per non fare. Ciò che ho fatto a 19 anni

      • Bisognerebbe avere due vite. Anche io ogni tanto lo penso, poi guardo le mie figlie…loro fanno parte di quella storia. Non di un’altra. Cosí mi dico che avrei voluto altro ma va bene cosí. In fondo il prodotto di quello che sono é anche di quello che sono stata. Ti abbraccio e ti capisco nel profondo. Penny

  2. La mia esperienza? Dopo anni di incomprensioni, la vita pacata che scorre, il quotidiano che cmq va, cose dette e non dette, tirato i remi in barca, aspettative andate, un giorno semplicemente ho mollato. E la famiglia è andata in pezzi. Sapeva, ha fatto finta di nulla, gli stava bene così? Ad oggi non è questo che importa, ma quello che conta è che le mie necessita, il mio essere assente, il mio stare male, non è stato preso in considerazione, neanche capito. Lui mi ha chiesto un’altra possibilità, ma in realtà ero io che la chiedevo a lui. Si parlava di me. Sensi di colpa? Ad oggi pochi, ma la sofferenza ti schiaccia proprio perché ti ritrovi con un pugno di mosche e un ex arrabbiato e vendicativo. Solo questo pensiero mi mette i brividi per parole usate a caso, credo. Amiamoci di più, le persone nn cambiano e non è giusto cambiarle. Non dobbiamo essere capite in un rapporto, ma amate, stare bene e starci bene, viverlo alla pari. Ma abbiamo il dovere di darci una possibilità, solo nostra, perché una è la vita.

    • Cara Elisa hai detto tutto. Ma credo che le ultime frasi siano quelle che meritano di essere ricordate. La vita é una, abbiamo diritto di stare bene. Non é vero che abbiamo un pugno di mosche. I nostri figli ad esempio. E la consapevolezza di ciò che desideriamo. Abbiamo noi stesse e nuove possibilità. Non é poco vero?
      Ti sono vicina. Sempre. Ma lo sai. Penny

  3. Grazie Penny grazie sempre. Un altro condensato prezioso di quello che di doloroso accade nelle separazioni, da parte di chi si prende la responsabilitá. ♡

    • Sai cos’ è? Che non solo ci massacrano gli altri, ma ci massacriamo da sole, invece dovremmo sollevarci. Un abbraccio grande. Penny

  4. Ciao. Da uomo credo che quello che scrivi sugli uomini (sempre stando nel gioco delle generalizzazioni) sia vero. Per il resto, ti cito: “Quello che immagino è che gli uomini non procedano come noi nel pensiero emotivo.” Siamo talmente diversi che un uomo non può capire fino in fondo una donna. Non provo nemmeno ad abbozzare qual è il mio percorso poiché non mi piace il genere cui appartengo. Una curiosità che non c’entra nulla con il tema serio: perché tutti gli accenti gravi dei tuoi post risultano acuti? Sarà il mio MAC che mi fa questo scherzo? Tra le altre cose, per lavoro tengo corsi di dizione, ecco perché mi risulta fastidioso… anche se alla fine, prevale il contenuto e non la forma. Come sempre d’altronde. Con stima.

  5. Grazie per aver scritto la tua opinione. Credo che i dissapori e le incomprensioni derivino proprio dal fatto che crediamo di pensare allo stesso modo e interpretiamo le azioni seguendo il nostro modo di procedere, non mettendosi nei panni dell’altro.
    Per gli accenti il mio computer non mi faceva girare la lettera con l’accento grave. Ora ci ragiono un po’. Credo che anche la forma sia importante, è come un vestito, bisogna saperlo indossare. Grazie come sempre Felice. Se tu noti delle cadute fammelo sapere. Insieme si cresce e si migliora. Penny

  6. “Ma tutto lo spazio in cui il vuoto é stato colmato dalla decisione di separarsi o da un altro amore…dove stava il partner, marito, compagno?”
    Sai quante volte me lo sono chiesto, dopo aver avuto il coraggio di prendere la decisione? Tantissime, e me lo hanno chiesto anche le persone che non si capacitavano della nostra separazione, la coppia perfetta agli occhi di amici e famiglia.
    Nel mio caso la risposta è che lui stava nella sua vita: il suo lavoro con carriera promettente, l’ambizionedi raggiungere uno status, un futuro brillante, dei figli. Sembrava andare da solo per la sua strada, nonostante tutti i miei tentativi di mostrarne altre, altre vite possibili in cui anche io potevo riconoscermi con più soddisfazione, senza essere semplicemente “la moglie di”.
    È stato pesantissimo dar voce a quel vuoto, passare la soglia e riconoscere di non voler più stare con lui.
    Ma quanto sono rinata dopo, è incredibile.
    Grazie per questo post molto onesto.

    • Cara Giulia, grazie per la tua storia che è anche la mia e di molte altre. Quanta fatica, sacrifici, pianti soffocati. Forse dovremmo gridarlo a gran voce che siamo qui. Non so se più forti, forse solo più consapevoli. Oneste, come dici tu, con noi stesse.
      Ti abbraccio Penny

  7. Madonna non si possono proprio leggere tutte ste sciocchezze messe insieme.
    Siete delle sfasciafamiglie. Punto.

    Per stare in coppia serve l’amore. Per qualsiasi ragione la vostra coppia non aveva amore?
    Perfetto, ora però non cercate espiazione e solidarietà da parte di sconosciuti, perché il problema non è degli uomini o delle donne in quanto genere, il problema è della società che ci vuole sempre giovani e attivi. Perché commercialmente più conveniente. E ci mette in testa continuamente dei vizi.

    La conseguenza è che invece di parlare A VOCE con il partner o con uno psicologo, insomma invece di comportarci in modo naturale e costruttivo, scarichiamo le frustrazioni su un aggeggio spersonalizzante come il web.
    Così possiamo permetterci di dire qualsiasi cosa, anche impopolare, tanto non ci mettiamo la faccia.

    Beh se questo è il modus operandi di una donna sicura di avere fatto bene a mollare l’investimento su cui aveva creduto per anni c’è solo da farsi due conti sulla maturità di chi scrive.
    La cosa più onesta e umana da fare, al tuo posto, è quella mettersi da parte, in solitudine e farsi qualche domanda PERSONALE. Al limite confrontarsi con persone fidate ma DAL VIVO.
    Chi sfascia un matrimonio e poi cerca nel totale anonimato una solidarietà da parte di sconosciuti mi dà solo l’impressione che sia lei la mela marcia nella coppia, che sia lei la persona immatura, non il partner che ha subito la scelta.

    Più responsabilità, più vita vera. Meno chiacchiere sul web. Grazie.

    • Esistono ancora le sfascia famiglie. Chi distrugge la coppia. Chi è mela marcia…ho un po’ di difficoltà ad accettare questi vocaboli perché prevedono sempre e solo la responsabilità di una sola persona. La responsabilità si divide.
      Comunque, grazie del tuo contributo, è importante accogliere il dissenso. Non entro in merito alle sentenze nei miei confronti, non credo interessi a nessuno un dialogo di questo tipo tra me e te, che non ho nemmeno capito se sei un uomo o una donna, ma poco importa.
      Mi chiedo perché sei capitata/o qui, tu che disdegni le chiacchiere sul web…in anonimato.
      Mi viene da pensare che tu sia stata lasciata/o. Ma è solo una intuizione. Ed essendo una mela marcia, magari mi sbaglio.
      Ps il mio compagno attuale ha sei anni più di me. Ha i capelli bianchi. Come vedi…a me giovani non interessano. Mi interessa lui, però e l’amore.
      Grazie Penny

  8. Nel mio caso lei mi ha lasciato per un altro. Gli ho concesso una pausa che è durata un mese e mezzo. Lei ha sofferto molto, io credo di più e ci soffro ancora perché avevamo un rapporto bellissimo e l’unica cosa che riesco ad analizzare è una scarsità di stimoli/passione negli ultimi mesi, (scarsità non assenza e comunque problemi risolvibili). Durava da 5 anni la nostra storia e i miei difetti sono usciti solamente quando la mia ragazza si è coinvolta con questa terza persona. La sua sofferenza credo sia dettata dall’egoismo in questo caso e dal peso della decisione, non sai cosa ti darà quell’altro e se stai facendo la scelta giusta. Istintivamente ti sembra migliore perché ti fa provare emozioni nuove, probabilmente le stesse che provava con me agli inizi ma che per forza di cose dopo un po di tempo un minimo di abitudine sicurezza e stabilità si crea (ed è giusto così). E le scelte purtroppo gli essere umani le fanno seguendo l’istinto, le emozioni. Eravamo due persone molto attive e condividevamo un sacco di tempo insieme per questo ancora non riesco a spiegarmi come da un giorno all’altro siamo passati dall’amarci tantissimo a lei che va con un altro….

    • Caro Alberto capisco il dolore e so che non è facile. Io ho lasciato,e sono stata lasciata. Penso che non sia tanto il tradimento a fare sbarellare il patner ma quello che succede prima dentro di lui. Quando si tradisce, ormai si è lontani. E mi chiedo in quel prima perché l’altro non se ne sia accorto, perché uno dei due cerca qualcosa che non trova più. Chi non ha capito chi. Poi, ci sono situazioni in cui il patner ricerca la novità, e come dici tu, cerca il nuovo, l’innamoramento, le farfalle nello stomaco. Succede che le persone ci deludano contro ogni aspettativa. Anche quelle che amiamo. C’è il dolore e la presa d’atto che è andata così. Non credo possiamo fare molto. Leccarci le ferite, vivere il nostro dolore e ripartire.
      Penny.
      Grazie.

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