Cosa ho capito dalla mia separazione.

 

Ho capito che ai figli non bisogna chiedere se hanno fatto i compiti o se hanno mangiato

ma se sono felici.

 

Che il senso di colpa ti può divorare ma che la parola felicità stona se messa vicina a senso di colpa.

 

Ho capito che la ricerca di felicità non è egoismo.

Che sacrificare la propria vita per i figli non ha senso. 

I figli sono esseri fuori da noi: possiamo insegnargli cosa è giusto e cosa è sbagliato, esserci per loro, dargli tutto l’amore che siamo in grado di dare e che gli servirà un domani quando si chiuderanno alle spalle la nostra porta di casa. 

Solo in quell’istante capiremo se avremo fatto un buon lavoro.

 

Ho capito che vivere la propria vita da spettatore è un gran casino, una bomba che prima o poi esplode.

 

Ho capito che quando fai le valigie e te ne vai gli ex mariti possono capire tante cose, ma che ormai è troppo tardi. Che una cosa detta cento volte non ne vale più la centunesima.

 

Ho capito che gli uomini speciali ci sono.

Quelli che capiscono i momenti in cui ti rifugi nella tua “caverna”.

E ti abbracciano e basta.

Quelli che nella serata giusta stappano una bottiglia di vino…e ti abbracciano comunque.

 

Ho capito che “famiglia” non sono i legami di sangue, ma è chi si preoccupa veramente per te.

Chi si ricorda i giorni delle sedute dal mediatore famigliare e ti chiama dopo 5 minuti che sei uscita.

Chi ti chiede e fa domande su tutti gli esami che stai facendo perché, si sa,

lo stress emotivo “fa ammalare”.

Chi ti chiede se hai bisogno di qualsiasi cosa, anche di andare a farti la spesa.

Con cui ti puoi permettere di piangere perché non ti devi difendere.

 

Ho capito che è l’aspettativa che abbiamo sugli altri che ci frega.

 

Ho aspettato un anno che mi chiedessero come stai TU, senza critiche, invece di farmi sapere quant’è stata grande la loro sofferenza per la mia separazione.

Ho aspettato che la smettessero di aver sempre da dire sul comportamento di mio figlio che, a dir loro, andava “fatto vedere”.

Ho aspettato domande e interesse per la mia nuova relazione. 

E mi sono sentita dire “non te lo chiedo per rispetto”.

 

Adesso basta.

Adesso ci sono io.

C’è mio figlio.

C’è una vita fuori.

E io voglio essere felice. 

p.s.1 mio figlio sta benissimo, a parere di una psicologa e delle insegnanti che lo seguono…e ovviamente a parere mio e del suo papà.

p.s.2 io sto benissimo, ci sono ancora alti e bassi ma tutto sommato…sono al 90% felice.

Anonima.

 

Mi arrivano tanti doni. Questo è uno di quelli. Cosí tanto per crederci.

Penny

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