La cattiveria ci appartiene. Una ragnatela in cui è facile cadere. Questo dobbiamo saperlo.

Come il bene e il male. Sta a noi far pendere l’ago della bilancia.

Mi sconcerta. Solitamente mi allontano, ma non sempre ci riesco.

A volte capita che spunti all’intero delle famiglie all’improvviso, come un fungo velenoso o  un pagliaccio dalla scatola.

Ho visto fratelli e sorelle distruggersi per un’eredità, non parlarsi più per questioni di soldi. Alcuni si meriterebbero un po’ di povertá.

Oppure si insinua nell’ambiente di lavoro e ti colpisce quando meno te lo aspetti. Colleghi che si credevano amici strisciano sotterranei e manipolano chi é piú debole.

Insomma, alcune cose non dipendono da noi, altrimenti potremmo tutto. Diciamoci la verità: direzionare la nostra vita non è sempre possibile.

Ho visto la cattiveria sotto mentite spoglie, l’ho guardata in faccia e, siccome sono una che dice ciò che pensa, pensavo potesse bastare. Ma non è bastato.

Immancabilmente le mie parole si sono trasformate in un boomerang e mi si sono ritorte contro. Ho provato a lasciar perdere, allontanarmi quando era possibile, a non rispondere ai sorrisi. Ma niente.

La cattiveria è degli infelici.

Possiamo sconfiggerla? Io non ci sono riuscita. Mi arrovello e mi chiedo come prendere le distanze emotivamente, non lasciargli spazio e tempo.

La cattiveria è degli sciocchi e ci fa perdere tempo tutte le volte che percorriamo la sua strada, dovremmo essere immuni, ma siamo umani.

La cattiveria è donna? Qualcuno dice di sì. Le donne sono più crudeli tra di loro.

Amo essere solidale, creare alleanze, essere sostenuta e sostenere. Non credo di essere una persona invidiosa ( a parte delle donne che hanno il ventre piatto), tra “femmine” mi sento a casa. Ma le cattiverie peggiori le ho subite dalle donne.

Chi è cattivo ferisce. Non guarda in faccia nessuno. Ama solo se stesso. É narciso, si dice al giorno d’oggi. Io direi che è stronzo, consapevole di esserlo.

Umano vuoto. O pieno di sé, che poi è la stessa cosa.

L’antidoto io non l’ho ancora trovato. Non mi basta sorridere, né scappare a gambe levate. Ma ormai la cattiveria la riconosco quasi subito. É quella che fa male, distrugge animi, demolisce emozioni.  Mi fa sentire una schifezza.

A volte chi crediamo di amare diventa cattivo, ma questa è un’altra storia.

Come non cadere nella trappola? Non ho risposte, è probabile che qualcuno rimanga incastrato nella ragnatela e non riesca ad uscirne da solo. Io ci sono finita un sacco di volte.

Per poco non venivo ingoiata.

Eppure, nonostante i cattivi e la cattiveria sono un po’ come Cappuccetto rosso, non riesco a star lontana dal bosco. Perché nel bosco ci sono le insidie e i pericoli, ma lo adoro.

Volgere lo sguardo in alto d’estate e guardare il buco di cielo che spunta tra i rami. E l’odore poi, l’odore dell’autunno è irresistibile, camminare sul tappeto di foglie e sentirsi bene.

I cattivi esistono. Ma esiste la fiducia nell’uomo. E io ci credo. Credo nell’uomo e nella fiducia. Quella che allontana chi fa male. Che sceglie la vicinanza. Che cede il passo sul marciapiede. Si commuove se qualcuno soffre. Si arrabbia se viene fatta un’ingiustizia. Difende chi è più debole.

Alla fine chi è cattivo rimane cattivo. Gli altri possono scegliere di essere buoni. Tutte le volte che capita.

Perché la cattiveria si sceglie, e la bontà pure.

Noi sappiamo da che parte stare. Vero?

Ditemi di sí. Vi prego.

Penny

 

6 comments on “La cattiveria cattiva.”

  1. Io sto dalla parte che mi é difficile trattenermi dal dare un pugno sul naso ai cattivi quindi li guardo con aria di sufficenza, mi giro e mi allontana. Poi magari dietro l’angolo cado in mille pezzi ma per fortuna mi ricompongo anche molto velocemente.

    • Beata. Io ci casco come una pera. Tutte le volte! Sono un disastro e ogni volta le ossa si rompono un po’. Baci Penny

  2. La cattiveria esiste, dobbiamo farcene una ragione. Secondo me non bisogna cascare nella trappola emotiva di voler di “recuperare” chi la commette. Chi vive di cattiveria affoga nel suo stesso veleno. Se proprio non la si può evitare, non bisogna avere pietà. Magari sono un po’ troppo netto, pero’ ci vuole molta grinta per difendersi dalla cattiveria.

  3. Bisogna distinguere tra chi diventa cattivo perché ha subito un’ingiustizia e chi fa cattiverie gratuite per far soffrire gli altri. Penso che i secondi siano persone profondamente frustrate e infelici e credono di alleviare le loro sofferenze rubando il sorriso agli altri. A me fanno tanta pena.

    • Non so se chi fa cattiverie gratuite non le abbia subite a sua volta…non siamo mai solo vittime o carnefici, però, hai ragione. Fanno tanta pena. Penny ❤️

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