Nel blog arrivano doni. Non solo per me, ma per tutte voi. Questa è la storia di Emilia.

“Solo due parole, a te e a tutte quelle mamme. Non ho molto tempo e non posso raccontare di più anche se spero di poterlo fare, prima o poi. Io ho due figli: un uomo e una donna ormai. Mi sono separata quando mia figlia era all’ultimo anno di liceo e mio figlio in piena adolescenza. E non in Italia, in Germania, dove tutti e due frequentavano durissimi licei tedeschi, loro, figli di due italiani che non potevano essere loro di aiuto in nessun modo se non con tanto amore. Separazione lunga, estenuante e devastante. I figli a scuola con pochissima voglia di studiare, quasi niente per la figlia e un po’ di più per il figlio, ma sempre risultati molto mediocri. Io ho cercato di fare quello che fai tu, quello che fanno le altre mamme, ho cercato di star loro vicina, di parlare, a volte anche troppo. Ho fatto quello che sono riuscita a fare, quello che ho potuto, con tanti, tantissimi errori e tanto, tantissimo amore. Come voi, credo. Ora mia figlia è sposata con un uomo amatissimo e che la ama, ha due figli splendenti e solari come lei, ha un lavoro a tempo pieno e ha trovato il tempo di prendersi una laurea in linguistica a pieni voti, nella sua terza lingua. Mio figlio è indipendente da molti anni, ha una ragazza bella e simpatica, sveglia quanto lui, e si sta prendendo due lauree contemporaneamente, intanto è consigliere comunale nella sua città e fa il volontario alla Croce Rossa. Non è che non abbiano difficoltà, ma sono sereni, solari e sorridenti.Care mamme, non sottovalutate il vostro amore, i vostri sforzi, i risultati di tutto questo possono non essere immediati. Vi capisco, vi sono vicina e vi voglio bene, anche se non vi conosco, Emilia”.

Ecco, così, per sapere che sono tante quelle che ce la fanno. Ad essere donne felici e buone madri.

Che l’amore non sempre va su una linea retta. Che, a volte, ci sono scossoni o scalate impervie sul nostro cammino. Ma poi le cose si risolvono e la vita scorre.

Cosí tanto per sapere che i nostri figli staranno bene. Che ne abbiamo sempre un po’ bisogno.

Penny

4 comments on “Emilia, la sua storia. Due figli non particolarmente talentuosi. Una separazione. Un futuro felice.”

  1. Io sto affondando, Non ce la faccio più contro un marito più forte di me.
    Non mi da la separazione e usa i figli per farmi ritirare tutto. Si è inventato di tutto e si è portato via mia figlia con false accuse. Ora lei non mi vuole più vedere e sentire. Lui è un manipolatore , riuscirebbe a convincere pure il Papa.
    Io ho solo la mia voce ma nessuno la sente. Avvocati, assistenti sociali….
    Rivoglio mia figlia, mi sento morire.
    Mi volevo separare per difendere e proteggere lei ( lui mi aggrediva e truffava e rubava e beveva e forse pure drogava) . Oggi lui è il Santo ed io la colpevole. Colpevole di voler ricominciare a respirare a vivere.
    Ma senza mia figlia non ce la faccio.
    Ha solo 13 anni . É possibile che nel 2019 una donna debba subire tutto questo solo perché si vuole separare? Ho chiesto pure di essere ascoltata da un P M ma mio marito mi ha detto che diranno le cose piu terribili che ha convinto la ragazza ( chiaramente promettendo falsamente regali viaggi iPhone ecc ) tranne che io lo faccio ritornare a casa…
    Non ho via di scampo! O con lui o senza figlia….

    • Cara D., Premesso che nessuno può non dare la separazione. Potersi separare è un diritto, ma se la situazione è davvero così grave come la descrivi, devi rivolgerti a un centro per donne maltrattate della tua città. Qui, da quello che ho capito si tratta di un maltrattamento psicologico e da quello che scrivi ho capito che ti sei già rivolta ad un avvocato, che ci sono di mezzo degli assistenti sociali, quindi credo che l’unico passo che tu possa fare è rivolgerti a persone competenti. I centri sono gratuiti, e come sai puoi telefonare e raccontare agli operatori la tua storia. Io credo che prima di fare qualsiasi passo, tu debba affidarti a qualcuno che sappia gestire questa queste situazioni. Chiedere aiuto è importantissimo, qui, c’è uno spazio di ascolto, ma in situazioni del genere mi sembra di capire che ci sia bisogno di un sostegno diverso. Prenditi cura di te.
      Io sono qui. Penny

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