Ieri ho pranzato con alcune colleghe. Mi piace stare con loro. Una, a un certo punto, porgendomi una foto mi ha detto: “Guarda cosa ho trovato”.

Non mi sono riconosciuta subito. Le altre hanno sgranato gli occhi incredule. Credo stiano ridendo ancora adesso… In quella foto avevo piú o meno ventidue anni, la permanente e gli occhialini rotondi.

A casa un vestito da sposa comprato in un negozio qualunque, corto e casto, appeso a una gruccia nell’armadio.

Avevo uno sguardo triste. Ero brutta. Un cesso. Non che adesso sia una figa, ma sono altro da quella ragazza in carne e decisamente spaventata dalla vita.

In quel periodo mi nascondevo dietro a maglioni lunghi e bui. Fidanzato storico e sicurezze da vendere. Questo si fa. Quello no.

Non mi truccavo. Non andavo in discoteca e credevo di essere giusta cosí.

Poi, un giorno per caso, mi sono tagliata i capelli e fatta bionda. Sono dimagrita un po’. E il fidanzato mi ha tradito.

Il mio mondo é crollato e le mie certezze pure. Una per una.

Ieri ho fatto vedere quella foto (in cui ero io e non ero io) alle mie girls. Loro che sono nel pieno dell’adolescenza e dicono che sono brutte mi hanno detto: “Ma allora c’é speranza per tutti! Anche per noi”.

Credo abbiano pensato a un fotomontaggio. A uno scherzo. Non ero io quella. Non per loro.

La veritá é che non ho mai avuto un buon rapporto con le fotografie, fino ad un certo punto della mia vita.

Adesso ne devo fare cento per trovarne una che sia decente, e a volte mi stufo, ma in quell’immagine mi ritrovo.

La veritá seconda é che non tornerei mai indietro. Ai miei vent’anni e nemmeno ai sedici.

Amo la consapevolezza della quarantenne. Quella soliditá in cui nessuna sicurezza esiste. In cui si é un po’ piú sagge, e non si professa dettami o regole assolute. In cui non devi rincorrere un amore o giocare a sedurre come si gioca a nascondino. In cui non si esce alle 23 per rientrare al mattino ( che mi stanco solo a pensarlo). In cui ti innamori e poi scopri che baciare ti fa schifo. In cui devi essere dentro al gruppo per sentirti bene. Devi farti una canna o il tuffo dalla scogliera (che io poi sono una fifona).

La veritá terza é che nella mia vita ho fatto dieci traslochi e cambiato altrettante case, ho subito parecchie trasformazioni.

Come un geco sul muro mi sono mimetizzata piú e piú volte cercando di plasmarmi.

Ora non ci casco piú.

Non c’é piú una me ideale a cui devo aderire. Sono consapevole che mio corpo é soggetto alla forza di gravitá.

Nelle foto solitamente sono vestita, ho imparato a mettermi di profilo e ad avere pazienza. Trucchi dell’etá consapevole.

Oggi sono andata in piscina con la girl piccola, mi sono guardata in giro e i corpi delle mie amiche sono come il mio.

Per fortuna si invecchia insieme, penso. Prima o poi cade tutto, é solo questione di tempo; e i corpi sodi sono altri (che il mio tra l’altro non lo é mai stato tantissimo).

Quando sono arrivata a casa ho guardato di nuovo la foto. Ho pensato di attaccarla al frigo, cosí per ricordarmi chi ero. Che sapere chi si é, fa sempre bene. Poi mi sono detta: sei scema! 

Voglio dimenticarmi chi ero, ricordarmi chi sono e andare avanti.

Cosí ho strappato la foto in mille pezzetti. Che di trasformazioni ne ho ancora tante di certo. Di traslochi spero di no. Ma non si sa mai.

Che non saró mai piú un geco sul muro. Magari faró delle foto. Una sera d’estate nella mia Genova. E penseró che sono grassa. E tra qualche anno esclameró: “Guarda che giovane!”.

Che l’esistenza scorre. Le foto fermano. E noi siamo qui. Uguali e diverse. A cercare di amarci.

Che a volte una vita non basta.

Penny

5 comments on “Quello che resta.”

  1. Mi piace l’articolo di oggi. Io ne ho 66, di anni. Credo ai miei 50 mia cognata mi ha regalato una cornice d’argento (che non è il mio genere, ma sobria) con la riproduzione di una mia foto dei 18anni. L’ho sempre tenuta in cassetto, avvolta nella carta velina…
    L’ho ritirata fuori quando sono diventata nonna e uno dei figli ha scattato un’istantanea di me e mio marito che ci abbracciamo ridendo dalla felicità.
    Vero che le foto fissano un momento, e quello è stato proprio un momento magnifico, mi piace rivederlo quanti passo davanti alla cornice, finalmente in uso.
    Continua con i tuoi articoli ti seguo assai volentieri
    Sonia

    • Cara Sonia, ho immaginato la cornice e la foto. Tu e tuo marito che ridete dalla felicitá. Tu che passi davanti a quell’immagine…mi sono emozionata.
      La vita é fatta davvero di attimi, se poi o ride insieme dalla felicitá credo sia fatta. Grazie davvero per avermi scritto Penny

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