Un giorno ti sveglierai e sarai grande. Ci guarderai con occhi nuovi e capirai.

Capirai che facciamo errori noi genitori. Che sbagliamo strade.

Capirai che non sei stato un’isola, figlio mio.

Che sei frutto di quello che siamo stati capaci. Delle persone che hai incontrato, oltre noi. Che abbiamo scelto per te finché ci è stato possibile.

Capirai che abbiamo avuto paura tante volte, ma le paure sono una fonte inesauribile per il coraggio. E non se ne può fare a meno.

Capirai che le responsabilità si dividono, che un figlio non è un’isola, ma è il risultato di esperienze e occasioni e di errori. Di terre confinanti.

Per questo ti scrivo. Perché tu lo sappia e ci possa perdonare se, a volte, ci siamo persi.

Non sempre siamo stati quello che avresti voluto, lo so.

Ma siamo tutti il frutto del nostro passato e solo volgendo lo sguardo indietro potrai andare avanti.

Ti auguro questo: andare avanti, oltre noi.

Sei stato terra fertile, un giardino fiorito in cui ho camminato felice, senza spazio e senza tempo.

Ora tocca a te, procedere. E siccome non sei un’isola e nessun figlio lo è, spero che ti occuperai di questo mondo, almeno un po’.

Io sono qui, all’ombra della sera. Penso alla vita che resta. Alla possibilità di esserti stato accanto. Ai figli che non sono isole ma arcipelaghi di occasioni.

Quello che tu sei stato per me.

Ora e sempre.

Penny

 

 

 

5 comments on “I figli non sono isole.”

  1. I genitori sono dei filtri, che fanno passare solo alcune informazioni ai figli. Ma la realtà che ci circonda influenza sia noi che loro. Ciò che possiamo fare e fornire loro gli strumenti intellettuali per affrontare al meglio la vita! Un abbraccio (ancora più grande del solito, visto che e’ da un po’ che non mi faccio sentire 🙂 )

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