Quando una coppia si spezza, quando il legame d’amore finisce la famiglia resta. Le parole si insinuano sul nostro linguaggio che fa da specchio al pensiero. 

Frasi del tipo “Hai distrutto la famiglia…che fine farà la nostra famiglia?…la nostra famiglia non esiste più”, non sono veritiere e distolgono da ciò che sta succedendo.

Ci confondono. Creano sensi di colpa per chi lascia e impossibilità a ricostruire per chi è lasciato.

La famiglia è fatta da un padre e una madre che rimangono tali, e si aiutano nella crescita del figlio. Altrimenti quando una coppia si lascia dovremmo dire che quel figlio non ha più una famiglia.

Parliamo di vincoli affettivi e legami. Che restano o dovrebbero restare tra un uomo e una donna quando la loro storia d’amore finisce.

Finisce quella, non la storia d’amore con il proprio figlio. Questo dovremmo mettercelo bene in testa.

La famiglia scivola via quando un padre e una madre mettono al primo posto le proprie esigenze, la paura, la perdita.

É la separazione che, spesso, crea una rottura.

In quel momento pensiamo a noi. Abbiamo paura per i figli. Ma pensiamo solo a noi.

Possiamo dire che la famiglia è chi vive sotto lo stesso tetto? E allora, i figli presi in affido, le famiglie che abitano in continenti diversi non sono più famiglia?

Tutto è in trasformazione. Anche l’idea di famiglia. E noi dobbiamo usare le parole giuste per dare il nome giusto a ciò che proviamo.

Chi lascia deve sapere che non rompe niente. Che l’amore per l’altro si è affievolito, ma non il bene. E chi è lasciato può stare male, e provare dolore per quel rapporto che non ci sarà più.

Ma sapere che quella famiglia, fatta di un padre di una madre e dei figli, resta, perché restano i legami e i vincoli che saranno per sempre. A me sembra una grande consolazione.

Per quanto mi riguarda, avrei voluto che mio marito mi volesse bene, come io avrei potuto volergliene. Invece quando mi sono separata non solo è finito l’amore ma anche quel bene che avrei preservato per lui.

Le nostre figlie hanno sofferto non perché noi ci siamo separati, ma perché non siamo riusciti a volerci più bene.

La coppia scivola, ma la famiglia resta.

Smettiamola di raccontare bugie. Salviamo il salvabile.

L’amore per i nostri figli, ad esempio.

E per noi. Che ci siamo amati.

Penny

#ilmatrimoniodimiasorella.

 

 

 

10 comments on “La coppia scivola. La famiglia resta.”

  1. Io mi ritrovo esattamente nella tua esperienza, anche se il tempo è minore, ma io ho metebolizzato da tempo…ed è vero, nonostante tutto, vorrei avere un altro rapporto per crescere insieme nostra figlia e perché comunque 13 anni sono tanti e il volergli bene c è. Ma è in piena guerra e in pieno rifiuto. Che dirti, mi spiace, e convivo con un po’ di rammarico e senso di colpa, di aver creduto in un dopo meno fallimentare, ma non per me, per la mia cucciola. Ricordo le sue parole chiare, se mi lasci..la famiglia non c è più e io non sarò così presente. Non capisco e non capirò…

    • Neanche io me ne faccio una ragione, come se venisse confuso il bene di coppia con quello per i figli. Ho sempre pensato che se amo davvero una persona non posso trattenerla e così mi diceva lui: “Io non vi farei mai del male!”. Ha visto le sue figlie ai primi di giugno per un pranzo e a fine luglio sempre per un pranzo. Credo che non sia capace d’amare. Tutto qui. Amarissimo però. Un bacio Penny

  2. Lo sai, te l’ho già scritto una volta, che non sono d’accordo, ma mi piace commentare il tuo punto di vista. Lo schema apparentemente è semplice. Chi va via vuole che la famiglia non scompaia, quasi a non sentirsi in colpa. Chi resta non ne vuol sentir parlare, quasi a far pesare all’altro la rottura.

    Sono d’accordo con te che l’amore per i figli non deve finire, ma a mio avviso non si chiama famiglia, proprio per dare il giusto significato alle parole. La famiglia è un progetto in comune, nasce dalla bellezza di pianificare insieme da parte della coppia, di costruire insieme con amore e comprensione nei dettagli un progetto in comune, nel quale entreranno anche i figli. Senza contare gli aspetti religiosi per chi crede. Non è un insieme di relazioni di affetto, ma un progetto di vita insieme. Per mantenere vive le storie d’amore con i figli, non è necessario sposarsi, Perciò credo sia necessario pensarci mille volte prima di sposarsi ed insegnare ai figli questa consapevolezza.

    Non me ne volere se concludo con un riferimento semantico un po’ banale, ma per non drammatizzare, anche se poi di grandi tristezze sono lastricate queste storie, parlare ancora di famiglia è come chiamare pizza quella che cucinano nelle pizzerie americane ad esempio con l’ananas. Si chiama / la chiamano pizza, ma gli ingredienti e la preparazione sono differenti. Non c’è bisogno del forno a legna per la pizza americana, come non c’è bisogno del matrimonio per vivere le relazioni d’amore con i figli.

    Ed infine è vero che i genitori devono pensare ai figli, anche dopo, però già ti scrissi una volta che per me papà e marito, mamma e moglie coincidono, Pur volendo superare questo concetto, la relazione d’amore tra un genitore felice ed un figlio non è la stessa quando il genitore vive un tormento interiore, anche se ovviamente lo può vivere pure restando nella coppia.

    Ciao
    Giuseppe

    • Ciao Giuseppe, sono contenta che tu mi scriva. Il post è nato dal tuo commento. Alcuni tuoi pensieri li capisco, non li condivido, ma li capisco. Mi viene da chiederti se crescere i figli non sia un progetto in comune anche dopo la separazione. E dove finisce la famiglia di quel figlio nel momento in cui i genitori si separano. Cerco di capire il tuo punto di vista, ci penso, faccio fatica. Ho la sensazione che la sofferenza offuschi il tuo giudizio (non me ne volere) ma quando si soffre quello che proviamo è giusto abbia dignità. Sulla religione non entro in merito, per chi crede il matrimonio ha un valore diverso, anche se spesso le persone entrano in Chiesa solo quando si sposano, ma quella è una religiosità di comodo. Rispetto al pensarci bene prima di sposarsi pensi che lo si faccia in leggerezza? L’amore può finire. Cambia tutto, cambiano noi e l’amore dovrebbe rimanere immutato?
      Io ci credevo. Credevo nel progetto condiviso e ho provato a salvare il mio matrimonio. Quando ho deciso di separarmi ero al culmine del dolore. Segnali ne avevo mandati tanti ma mio marito non gli ha mai dato importanza, fino a quando non ho messo la parola fine. E allora era troppo tardi.
      Mi chiedo se tu c’eri prima. Quando è successo il tutto. Quando lei si è allontanata. La coppia si fa in due giusto? Se una persona si allontana vuol dire che esiste un vuoto e quel vuoto è responsabilità di entrambi. Non credo basti l’impegno né che una donna se ne vada a cuor leggero. Non credo a quelle teorie sui rapporti liquidi. Nella maggior parte dei casi siamo tormentate e ci sentiamo in colpa. In ogni mia parola c’è la mia storia con la sua relatività, niente di più. Non pretendo di generalizzare, ogni storia è a sé. Mi faceva piacere spiegarti il mio punto di vista e capire il tuo.
      Grazie per i tuoi pensieri. Apprezzo molto. Penny

  3. Mi rivedo in tutte le frasi di chi è ancora nella paura e nella perdita. Penny… vorrei davvero pensare di avere ancora una famiglia ma guardo i miei meravigliosi figli e penso che noi tre siamo cocci…io la donna non voluta, loro sballottati di qua e di là. Non vedranno più il papà e la mamma insieme, dovranno sempre scegliere a chi dei due dare per primo una bella notizia, o raccontare qualcosa.Davvero questa è una famiglia? Io sicuramente ho la rabbia di chi è stata lasciata e di chi ha amato davvero ingenuamente per tanti anni. Non voglio che i miei figli crescano pensando che puoi cambiare le persone come un vestito. Vorrei che possano ancora credere di poter crearsi una famiglia dove c’è una persona che ti ama e ti rispetta e con la quale si può invecchiare insieme. A volte quando qualche coppia di amici ci invita a cena spero che i miei figli possano vivere com’ è… per poterlo costruire in futuro. Forse quando mi sentirò ancora famiglia con loro starò meglio… Grazie per i tuoi articoli perché mi fanno capire un altro pensiero e riflettendo un po’ si cambia.

    • Cara Katy, io penso di sì, penso che una famiglia è un luogo di appartenenza e un sentire. Certo, se i genitori litigano, fanno sentire i figli inadeguati e li mettono in mezzo, difficilmente potranno stare bene. E ti capisco, capisco la sensazione dei “cocci rotti”, anch’io, a volte, mi sento mancante di un pezzo. Ma ci sono momenti in cui siamo noi tre, così belli e intensi, in cui sono sicura di essere “famiglia”. Porto e luogo di sicurezze. Per quanto riguarda l’amore fai bene a insegnar loro che le persone non si cambiano come un vestito vecchio, qualcuno purtroppo lo fa. Sono così “piene” le tue parole…sono sicura che darai ai tuoi ragazzi quello che hanno bisogno.
      Ps: a volte ci sono famiglie che non lo sono.
      Ti abbraccio tanto. Penny

  4. Che superficialità con la pelle dei figli e di chi ama veramente credendo nei valori religiosi. Si distrugge tutto, come se ( nel mio caso dopo 30 anni ) non si fosse vissuto. Che tristezza, che miseria!!!

  5. Penny, Penny, e come dovresti pensarla scusa, in fondo, a quanto pare, sei tu che hai mandato tutto a ramengo, no? Vuoi mai avere qualche senso di colpa (grande tabù della società) che offuschi anche solo per un attimo la tua vita? “Di segnali ne ho dati tanti”: segnali di fumo, pistola segnalatrice, cartelli o cosa? Ma dialogare con le parole no? Dai, deve finire sta storia dei segnali che di fatto sono dei “non detti”. E come poteva andare a finire se non così? La volta che si decide di usare le parole è solo per comunicare la decisione irreversibile. Ho letto tutto e il contrario di tutto sui figli dei separati anche che diventerebbero persone migliori di quelli cresciuti in una famiglia unita. E allora separiamoci tutti, godiamocela sta vita da consumatori single. Proviamo a chiedere ai figli cosa preferirebbero e non nascondiamoci dietro le scuse “ma in una famiglia dove si litiga crescerebbero peggio” perché siamo noi a creare le situazioni per il distacco siamo noi a cedere la nostra sofferenza a bambini che non ne possono nulla e che però devono accettare la situazione (loro si, noi no ci dobbiamo separare). Siamo solo bambini viziati, mai cresciuti, incapaci di affrontare le situazioni difficili, abituati a buttare via piuttosto che riparare. Ci vediamo fra qualche generazione. Saluti.

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