Vado a dormire che sono stanca stanchissima. Mi sveglio che sono stanca stanchissima. A volte non ce la faccio. A tenere per tutte e tre. Vorrei esserci e farlo nel modo giusto.

Al lavoro, ad esempio, con le mie colleghe e quei piccoli che mi aspettano ogni giorno. A casa: preparare cose buone e sane, aiutare nei compiti, leggere gli avvisi (e firmarli ?), andare alle riunioni, ogni tanto rifare i letti e pulire un po’. Per non parlare dell’ossessione bollette! Cerco di passare dritta davanti alla cassetta della posta…ma poi mi viene l’ansia. Vorrei anche essere una compagna, dare i baci, almeno i giorni pari. Che a me mancano.

Insomma stamattina, mentre andavo a scuola, mi sono resa conto che mi trascinavo. Il corpo era un macigno. A tutte le mie colleghe chiedo continuamente: ma anche tu sei così stanca?

Forse sono gli inizi. Che fanno paura. Forse è la vita piena. Che, a volte, è davvero piena pienissima per noi donne.

E non me ne vogliano gli uomini, anche la loro sarà piena, ma credo di cose singole. Per noi è diverso. Che le cose singole sono un sogno. Tipo: oggi lavoro fino alle venti. E basta. Poi non devo pensare al resto. Che spesso sono menate o preoccupazioni.

Ieri pomeriggio avevamo la riunione dei genitori della mia classe. Che ero pure un po’ emozionata. Cinque anni insieme. Il loro bimbi un po’ miei. Una mamma è fuori Genova per lavoro. Si preoccupa di non esserci, mi manda un messaggio. Un’altra ha un convegno: spero di farcela, mi ha detto prima di entrare a scuola. Un’ altra ha il marito è fuori per lavoro, forse fa un salto, ma poi deve scappare a prendere il piccolo.

Alcuni guru parlerebbero di genitori mancanti. Distratti. Centrati su di sé. Adolescenti. Io, come maestra, dovrei pensare che quelle madri non si occupano abbastanza dei loro bambini. La prima riunione di prima. Invece il mio pensiero va proprio nella direzione opposta. Fate quello che potete, mi viene da dire.

So che si sentiranno in colpa, come me. Tutte le volte che non arrivo. So che il tempo per noi è un lusso. E ci facciamo in diciotto per dare il meglio. Per incastrare tutto. Così come so che, a volte, fasciare i libri o un diario sfugge. E questo non vuol dire niente.

Che il metro della nostra presenza è anche l’assenza. Che bisogna cedere ogni tanto al non riesco.

I figli lo sanno che ci siamo per loro. E lo sanno di più, quando non siamo al meglio. A me, tra l’altro, capita spessissimo?.

Ci sono giornate in cui non ce la faccio a tenere per tutte e tre. Ho imparato a dirlo alle mie figlie. Frasi del tipo mi sono dimenticata. Oggi non ce l’ho fatta. Capita. Pazienza.

Imparano che non si può arrivare ovunque. Che ci sono giorni più difficili di altri, dove la solitudine si fa sentire. E bussa forte. Dove la stanchezza la fa da padrona. E noi, ci vuol tutta che stiamo a galla.

Così le cene si bruciano. La lavatrice si dimentica. Le piante si seccano. Pazienza, appunto.

Che fare le madri è come entrare in un labirinto di specchi. A volte non trovi l’uscita. A volte ti vedi deformata e non sai più chi sei dentro allo specchio giusto.

Poi c’è quella frase, in giardino, detta da un amica tra un discorso e l’altro. Dovremmo comprarci questo libro: Quando sei felice facci caso.

Credo che abbiano bisogno di questo i nostri figli. Che ci facciamo caso, alla nostra felicità. E che gliela raccontiamo. Ogni giorno un po’.

Un caffè offerto. Un sorriso. Un grazie. Una brezza leggera la mattina. Qualcosa che non sappiamo spiegare.

Che se gli chiedi ai bambini perché sono importanti ti dicono: sono figlio di mia madre. Perché la mamma mi ama.

Non si ricorderanno se siamo andati alla riunione o abbiamo fasciato il diario o firmato l’avviso (anche se ogni tanto dovremmo farlo?) ma se ci siamo fermati con loro a godere di quel tempo che si chiama vita.

Si ricorderanno quella sera che c’eravamo. Non importa quanto. Ma come.

La pizza davanti a un film sul divano. Quella storia di cui non ricordiamo il finaleLa torta bruciata. I nostri errori, sono quello che ricorderanno. E ci rideranno su.

Ricorderanno se siamo stati felici. Se ce ne siamo accorti. E se gliel’abbiamo detto.

Penny

 

4 comments on “Se siamo felici facciamoci caso. E diciamolo un po’.”

    • Cara Federica, faccio una fatica matta ad arrivare a fine mese. Scrivo e scrivo e non guadagno un euro. È per me che lo faccio. E per messaggi come il tuo. Che mi aiutano a trovare il senso.
      Grazie davvero Penny

  1. Mi chiedevo….mai tuoi bimbetti e pure i loro genitori sanno di essere molto, ma molto, fortunati ad avere una maestra “speciale”come te???? Come sempre….grazie ….per fermare ciò che conta e quello che ha un peso vero ed autentico in questa vita di superficialità ed inconsapevolezza. Notte

Rispondi