Il fatto. Il 15 gennaio del 2017 Luigi Messina uccise la moglie Rosanna Belvisi con 29 coltellate nella loro casa di via Coronelli, a Milano. L’uomo è stato condannato a 18 anni di carcere perché, come ha scritto il giudice nelle motivazioni della sentenza, non c’è stata l’aggravante della crudeltà: le coltellate furono sferrate “verso regioni del corpo vitali”, senza l’intento “di arrecare sofferenze aggiuntive alla propria consorte”.

Caro Giudice, cosa deve fare una donna per ottenere un briciolo di giustizia? Un uomo uccide la propria moglie. 29 coltellate. E non c’è crudeltà. Scrive la sentenza.

29 coltellate! Che solo a pensarle ci vuole tempo. E anche a scriverle. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici…ventiquattro, venticinque, ventisei, ventisette, ventotto, ventinove…il coltello affonda nella carne, ma solo in punti vitali. E grazie alla mira, non c’è stato, secondo la sentenza, un deliberato intento di arrecare sofferenza aggiuntiva alla consorte, che a chiamarla così, Rosanna si rivolterà nella tomba.

29 coltellate. Non c’è stato un deliberato intento di arrecare sofferenza.  E cos’era quella se non sofferenza? Forse voleva solo ucciderla per questo non è stata considerata l’aggravante della crudeltà? Mi spieghi perché non capisco.

Le parole hanno un peso, in questo caso, schiacciano e fanno morire ancora. E non posso che chiedermi, caro giudice, se ci fosse stata una donna al suo posto, la condanna sarebbe stata la stessa?

Quando un uomo è considerato crudele? Quanto vale la vita di una donna? Trent’anni di carcere sono troppi. Diciotto vanno bene? Bastano per la vita di Rosanna?

E come lo definisce lei un uomo che uccide la propria moglie,  e poi va in pasticceria a comprare i babà, gioca alle slot machine per crearsi un alibi. Lui ha vinto e Rosanna ha perso. La vita, però. Nessuno gliela ridarà, lei non di certo con questa condanna.

E una figlia ha perso sua madre, per sempre.

Mi dirà, ho applicato la legge. E forse ha ragione, allora, sa cosa le dico ? La legge è profondamente ingiusta. E mentre in Parlamento i partiti discutono ancora sulle quote rosa, che mi sembra di essere all’età della pietra e mi viene ribrezzo a pensarci, penso che le leggi vadano cambiate, altrimenti giudici come lei, l’applicheranno alla lettera e non basterà uccidere una donna per essere considerati crudeli.

Diciamolo agli uomini: “Se ci volete ammazzare, attenzione, colpite gli organi vitali, non sbagliate mira, che se sbagliate, potete essere considerati crudeli, quindi centrate bene il bersaglio, mi raccomando”.

Caro giudice, sa, ci vuole coraggio per smettere di soffrire, tanto coraggio e alcune non ce la fanno. Come Rosanna. Ma sono tante quelle che reagiscono. Che dicono basta.

Che trafficano speranza.

Perché alla violenza non ci si abitua. MAI.

E se la violenza usata su Rosanna, considerato che chi l’ha uccisa non era un estraneo, non è stata abbastanza crudele, per quanto riguarda la sentenza sì. Trovo abbia un aggravante: quello della crudeltà.

Penny

sosdonne,com

Ps: Iniziamo a crescere degli uomini che sappiano accettare dei no. Iniziamo a dire no quando lo sentiamo. Le grandi cose si trasformano dalle piccole. Non subire prevaricazioni. Non abbassare la testa. Dare dignità a quello che si sente. Le nostre figlie hanno bisogno di azioni, i nostri figli di più.E nella vita di tutti i giorni facciamo un passo in avanti.

Traffichiamo speranza. Insieme possiamo cambiare le cose.

Vi abbraccio.

 

4 comments on “Caro giudice, quando un uomo è crudele?”

  1. Cara Penny, che dire ? La giustizia dovrebbe farci sentire tutelate . Non ci sono altre parole, tu hai detto tutto. Hai parlato per ogni donna massacrata, violentata, uccisa che non ha ottenuto giustizia e che con questi esempi di magistratura non la otterrà mai. È terribile

  2. Insegnamo alle nostre figlie che nessuno ha il diritto di sfiorarle senza il loro volere, insegnamo ai nostri figli che le donne possono essere sfiorate solo con le rose. Che la forza è il modo più veloce per sbagliare, sempre e comunque. Io a mia figlia provo a spiegare di non fare qualsiasi cosa ad un altra persona che non vorrebbe le venisse fatto da un altra persona….. Io lo chiamo rispetto reciprico….. La violenza, in tutte le sue forme, è da perseguire e combattere. Aiutando chi non ne riesce ad uscire. Mai l’amore può essere violenza…
    Un abbraccio Penny…. Al giudice non auguro di incappare in una persona “veramente” crudele……

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