La girl piccola ha iniziato a vedere una serie tv. Quattro ragazze che cercano di scoprire chi ha ucciso una loro amica.

Siccome non è mai stata cuor di leone, e mentre è impalata davanti allo schermo ha gli occhi sgranati e il corpo in tensione, mi sono permessa di chiederle se non fosse il caso di dedicarsi ad altro. “Non ci penso neanche, mi piace troppo, non ho mica paura!” mi ha risposto persino un po’ seccata.

Così, per qualche sera mi sono sorbita la serie insieme a lei, per capire bene di che si trattasse. In effetti non c’era niente di cui spaventarsi se non che la storia, appunto, ti incolla allo schermo attraverso il filo della curiosità, ma lei ha fifa lo stesso. Ricordo che da piccola l’ho portata al cinema a vedere Azur e Asmar, ed è rimasta traumatizzata per giorni!

Comunque, come volevasi dimostrare, dopo aver visto qualche puntata, non riusciva ad addormentarsi  ed è sgattaiolata nel mio letto. Allora le ho intimato: “Ora basta! Non la guardi più. Altrimenti qui torniamo indietro invece di andare avanti, e poi dormire con te non è proprio il massimo”.

“Ok” mi ha detto imbronciata.

Ieri sera, però, siccome sono una madre che dice e fa quello che dice?, ho ceduto.

“Fammi vedere una puntata, ti prego, solo una! Ti prometto che non verrò nel tuo letto, non mi fa più paura, giuro!”mi ha quasi supplicato.

Sarà stata la stanchezza, il mal di testa, la giornata piuttosto pesante, ma, alla fine, ho acconsentito. Lei si è guardata la sua puntata, seduta con me sul divano, io ho letto, e poi siamo andate a dormire. Ognuno nella propria stanza.

Era tardi, avevo già spento la luce, l’ho sentita arrivare piano, come passi felpati di gatto. Si è infilata nel letto, si è incuneata, ha incastrato i piedi e si è addormentata.

La verità è che sono ancora l’amuleto che sconfigge la sua paura. Come se il mio corpo potesse proteggerla, la mia presenza rassicurarla. Eppure non sa quante paure mi divorano, a volte. La più grande quella di non essere una buona madre. E quando si è adulti non ci sono più amuleti. Si può solo affrontare.

Per ora mi presto al gioco della vicinanza dei corpi, in realtà, non so quando smetterò, un po’ come una dipendenza buona. E mi piace che lei trovi conforto, si senta protetta. Che essere un amuleto è bello quando tiene lontano i fantasmi, sconfigge i draghi e allontana i pericoli. E ne vorrei uno anch’io. Intanto non sarà per sempre. Prima o poi dovrà cavarsela da sola.

Prima o poi scoprirà che non allontano i fantasmi e non so sconfiggere i draghi, d’altronde ha già capito che non posso preservarla dalla sofferenza. Ma fino a quando mi immagina un po’ magica, io faccio finta di niente e lascio che il suo corpo si incunei al mio. Che è bello sentirlo quasi da far mancare il fiato. E non è paragonabile a niente.

Ma non glielo dite, così lei continuerà a crescere, e ogni tanto troverà posto qui. Accanto a me. Non ditelo ai guru e ai profeti, che quelli mi metterebbero dietro alla lavagna.

Oggi lasciatemi sconfiggere i draghi e allontanare i fantasmi, come sappiamo fare solo noi madri, che domani è un altro giorno.

E la vita va veloce. A volte, troppo. Le cose passano e noi pure. Ma i ricordi restano e alcuni sono respiro. E fanno bene. E nei momenti di nebbia ci ricordano chi siamo stati. E quello che possiamo essere per i nostri figli. Sollievo. Tenerezza. Occasioni.

Luogo infinito di riparo.

Penny

Sosdonne.come

5 comments on “Madri che sconfiggono i draghi.”

  1. Si fottano guru e profeti! La tenerezza di una mamma sconfigge draghi e demoni! È la più grande forza della terra.
    Un abbraccio

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