Ieri sera torno a casa. Trovo un sacchetto della spesa davanti alla porta. Guardo dentro di sfuggita e citofono agli altri inquilini per vedere se qualcuno lo ha perso o lo ha dimenticato. Ma nessuno ne sa niente.

Entro a casa, lo apro e tiro fuori il contenuto:tre pacchi di assorbenti di varie misure, giorno, notte, ali.Tre cosce di pollo.Tre svizzere. Un etto di prosciutto cotto e uno crudo. Dei mandarini. Non so perché ma mi è venuta in mente la fiaba degli orsacchiotti: otto lettini, otto piattini…

Quando tornano le girls chiedo anche a loro, ma non ne sanno nulla. Chiamo mia madre e il mio compagno. Niente. Non posso non pensare all’articolo di ieri, al frigo vuoto e agli assorbenti, ma è un’idea assurda.

“Non te le terrai?” chiedono le mie figlie con gli occhi sgranati mentre ripongo le cose.

“No, di certo, ma non posso lasciarle fuori altrimenti vanno a male”.

“Mamma!” esclamano quasi in coro “e se fossero avvelenate?”.

Le guardo e alzo gli occhi al cielo. Ho creato due mostri. Sono matte mattissime. Esclamo: “Se qualcuno lo ha perso mi suonerà!

Ceniamo a casa del mio compagno e non ci penso fino a quando non mi infilo a letto e ci guardiamo una puntata di Suits (amata da tutte e tre!), ne riparlo con loro: l’articolo, gli assorbenti, il cibo…ce la ridiamo. Se qualcuno lo avesse lasciato proprio per noi?

“Sei matta tu e il tuo blog” mi dicono le due, ma cercano di sbrigliare la matassa come me.

Alla fine ho scoperto l’arcano. Ero davvero un dono. Un’amica che ha letto l’articolo. Un’amica che cerca di starmi vicino, perché è questo che fanno gli amici: stanno vicino. Ascoltano.

E non c’è da vergognarsi ad avere bisogno. A raccontare la paura e la sofferenza, che a farle stare lì diventano giganti e non se ne vanno più.

Bisogna parlarsi e parlarsi ancora. Non smettere di raccontare se stessi, intanto non possiamo piacere a tutti, ma se ci apriamo, se i pensieri trovano voce, la vita risulta di gran lunga più bella. E chi se ne frega se sembriamo deboli o incerti o un gran casino, tutti abbiamo bisogno dell’altro, di appoggiarci, e questo non vuol dire che non siamo autonomi, vuol dire che siamo umani.

E comunque arrivare a casa e trovare quel sacchetto appoggiato alla porta, come un pensiero per me, per noi, è stato meraviglioso. Un prendersi cura. Una cura di cui abbiamo bisogno anche quando diventiamo grandi.

Forse di più.

Penny

sosdonne,com

16 comments on “Un sacchetto di assorbenti, cibo e vicinanza.”

  1. E’ questo che ho pensato ieri dopo aver letto l’articolo.
    Prima ho affrontato la rabbia contro i doveri non assolti di un padre. E contro gli squilibri sociali ed economici che stiamo coltivando.
    Poi mi sono chiesta come potessi aiutare a distanza. Ne ho parlato con mio marito.
    Facciamo adozioni a distanza per bambini lontani e aiutiamo ONG a svolgere azioni umanitarie che dovrebbero lavare la coscienza della collettività di una intera nazione. Ma per la nostra vicina (o lontana) che sentiamo vicina come un’amica non possiamo fare altrettanto?

    • Sai cosa penso? Che ciò di cui abbiamo bisogno tutti quanti è essere ascoltati. Non di risposte ma di ascolto. Tendere una mano, per me è quello. So che ci sei, ti vedo. Sono qui. Comunque domandarsi cosa si può fare è già tantissimo. Vi immagino a parlare. Voi due. Di altri. E se ci penso mi commuovo. Grazie Marigon.
      Ps se potete continuate ad adottare, loro sono proprio soli. Penny

  2. è una storia bellissima. la solidarietà vera e silenziosa di un amico. Trovo però assurdo che in un paese occidentale succeda che alle brave persone capitino continuamente queste cose. fammi sapere per il tuo libro, oltre a leggerlo io faro pubblicità.
    un abbraccio

    • Grazie, speriamo di poter alzare la testa, prima o poi. In fondo mi basterebbe stare tranquilla. Per il resto, l’amicizia è preziosa. Sono una donna molto fortunata. A presto Francesco. Penny

  3. aggiungo una cosa…ho due figlie femmine. mi verrebbero i brividi a sapere che non hanno gli assorbenti o che manca loro la spesa. Il sabato passo a prendere la mia figlia più piccola (13 anni). E’ l’unico giorno in cui posso vederla. Trovo sempre il sistema di aprire segretamente il frigo e controllare che sia pieno. In realtà è una mia nevrosi perché dal punto di vista finanziario per loro è cambiato molto poco e so che mia moglie è molto diligente nel fare la spesa e non fa mai mancare nulla. In realtà lo faccio per me, mi sembra che ancora mi stia occupando di loro.
    Perdonate la mia intrusione nel blog

  4. …io con queste cose mi commuovo. Primo, perché anch’io ho provato e so cosa significa. Secondo, perché questi aiuti richiedono vicinanza fisica, e purtroppo io non ce l’ho. Terzo, perché ho delle competenze in cucina che alle volte con pochissimo faccio la “moltiplicazione dei pani e dei pesci”.
    E se c’è una cosa che mi fa sorridere col cuore è immaginarmi di passare insieme una giornata a cucinare così, per moltiplicare pani e pesci. Hai visto mai che una volta si potrebbe fare… 😀
    Ti abbraccio stretta, Penny. E brava a quell’amica che ha potuto (e voluto) “esserci”
    <3

    • Non ti conviene. Non ho memoria. Non ci capisco un tubo…le mie ragazze sono disperate. Però, sarebbe bello, a una condizione: un bicchiere di vino o due! Penny

  5. Leggerti è sempre bello cara Penny, ma questa sera, dopo una giornata di merda, il tuo racconto mi ha riconciliato con la razza umana. Al mondo ci sono tante persone spregevoli, ma anche persone capaci di gesti meravigliosi

    • A me piace leggere questo Mauri e Laura. È bello. Ci penso tutte le volte. Ai vostri nomi insieme. Spero sia lo stesso nella vita. Ti/Vi abbraccio.

  6. Bisogna parlarsi e parlarsi ancora. Per fortuna Penny tu parli con “noi” ed io ho trovato te, le tue parole, che poi sono le mie e quelle di tante..una mano sulla spalla, un abbraccio, un conforto. Mostrarsi umani è il regalo più grande che possiamo fare a noi stessi e a chi ci ama. Grazie Penny

  7. Bello, bello. E sottoscrivo tutto il discorso sul raccontare le debolezze…chi non lo fa credendosi forte si perde tanto del.gusto della vita…(e rischia di ammalarsi..) ♡. Leggo per la prima volta del libro…tifo tifo tifo ..tanto pensiero positivoooooooo. Un abbraccione

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