Oggi parlando con una giornalista ho pensato a una frase che ricorre nella vita di noi donne.

Quante volte abbiamo sentito: “Mia figlia è sistemata”. Oppure lo abbiamo pensato: mi sono sistemata.

Un matrimonio. O un amore. Un figlio. Forse due. Una casa.

Cosa si sistema? Un oggetto su un mobile. Dei calzini in un cassetto. Non una persona.

Una persona,  una donna, non si sistema. Non si colloca. Non è legittimata solo vicino a un uomo.

Una donna, semplicemente, ce la può fare. Da sola. Innanzitutto.

Ora tocca a noi madri. Tocca a noi che parliamo alle nostre figlie e ai nostri figli.

“Studia. Trovati un mestiere, possibilmente che ti piaccia, cercati una casa e sii autonoma”.

Non dobbiamo più immaginare per loro solo un abito bianco. Una navata da percorrere. Un giorno speciale. Come se questo ci potesse rendere orgogliose o tranquille sul loro futuro.

Dobbiamo immaginare che sappiano sistemarsi non per mano di un altro, ma da sole.

Se nel nostro immaginario questo diventa possibile, lo sará anche per loro.

E quando incontreranno l’amore. Sará amore. E non qualcosa d’altro.

Nel frattempo avranno un lavoro. Una casa. Una sistemazione. E sará la loro casa. Il loro lavoro. Un conto in banca. Un ce la faccio, qualsiasi cosa accada. Un uomo che non pretende di salvarle al loro fianco. O forse senza un uomo.

E magari saranno pure felici.

Penny

Sosdonne.com ♥

 

 

8 comments on “Quando le figlie sono sistemate: un matrimonio, una casa, un figlio.”

  1. Certo che le donne ce la possono fare da sole…pero’ alle mie figlie, e anche a mio figlio, auguro di vivere l’Amore vero. E comunque una esperienza meravigliosa e non ha niente a che fare col sistemarsi
    Un abbraccio

  2. Ma sistemarsi in modo autonomo con le sole proprie forze prescinde dall’amore. Quello può aggiungersi. L’amore vero poi è qualcosa che mi fa paura per quanto è improbabile, se non impossibile

  3. Sappi che qui al Sud questa frase si applica anche agli uomini, perché un uomo che arriva a una certa età senza essersi sistemato o è uno sfortunato o un piter pan. La verità è che il concetto di sistemarsi ormai è una cosa veramente arcaica. Ben venga l’autonomia, il bastare a se stessi, l’aver tempo per coltivare interessi ed amicizie. E sei poi viene l’amore, la persona “giusta” viene anche il resto. E’ un retaggio culturale quello di pensare che ci sia bisogno dell’altro per completarci e sono abbastanza convinta che i millenials se ne stiano liberando, mi auguro solo che a ciò non si accompagni una drastica diminuzione della voglia di mettersi in gioco e di mescolarsi a chi ci stupisce e fa innamorare. Auguro a questi giovani di viversi l’amore scevro da convenzioni e con grande consapevolezza di se, cosa che temo non abbiano avuto modo di fare le nostre madri ed in parte anche molte nostre coetanee.

    ciao!

    • Me lo auguro anch’io. Ma, purtroppo, i retaggi serpeggiano nel linguaggio comune, nella letteratura infantile, a volte, nelle storie. Sta un po’ a noi dire dei no e spiegare e vivere che l’amore è meraviglioso quando non è usato per sopperire alla solitudine…un abbraccio Penny

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