La Girl grande è stata invitata a un diciottesimo di una sua amica. Il suo primo diciottesimo.
Vestito lungo e non nero.
Contrattiamo sul prezzo. Subito. Massimo 60 euro. Non salgo di un centesimo.
“Niente cinesi”, mi fa promettere lei.
“Andiamo prima io e te, ma poi lo scelgo con le mie amiche” dice come fosse una minaccia.
“E certo, sono io che sgancio” rispondo. Ma per me è un gran sollievo! Che lei scelga da sola, si muova da sola, senza di me. Prove di crescita, le chiamo io.

Ci siamo viste per le tre. Dopo aver lanciato le chiavi alla piccola che, ovviamente, le aveva dementicate.
“Ti do due ore” ho detto alla grande. Sono in mezzo al 730 e vado alla ricerca di qualsiasi tipo di ricevuta che mi possa far tornare indietro qualche euro, ho bisogno di passare dalla piscina e poi dalla palestra in cui la piccola ha fatto danza.”

“Ok, intanto alle cinque mi raggiungono le altre” risponde lei.

Ci facciamo il centro storico. Lei dentro al camerino, io fuori.
“Come sei bella” le dico tutte le volte, e sono sincera.
“Mi fa schifo” ribatte lei.
Le commesse per lo più sono gentili. Capiscono. Comprendono. Le sorridono.
Non le piace niente, e io so come si sente.Guarda se stessa e ricerca una perfezione che non esiste. E non troverà niente, se continua a guardarsi con quegli occhi.

Alle cinque le amiche le danno buca e io so come andrà a finire.
Passiamo prima dalla piscina per recuperare la ricevuta e poi ci dirigiamo in centro da una certa Miss Prilli. Che, a dirlo, mi viene da ridere.
Quando scendiamo dalla moto lei mi dice: “Grazie di essere mia amica, oggi”.
“Ecco, oggi, perché io non ci tengo a essere tua amica. Mi basta essere tua madre”.
“Pure a me, cosa credi?” risponde lei. E ce la ridiamo. E ce la ridiamo anche dentro a Miss Prilli, che io chiamo Brilli…e ci sentiamo così fuori posto in mezzo a luccichii di qualunque tipo e vestiti con coppe imbottite che usciamo sconfitte.

Ci facciamo altri tre negozi. E io vorrei un Negroni.

Il conta passi mi manda un cuore. Quota 10.000. Almeno avrò perso qualche etto, penso tra me.

Eppure stiamo bene. Io e lei. Nonostante la fatica.

“Non ce la farò mai. Non troverò mai qualcosa che mi piace” dice.
“Lo troverai” dico io “devi solo guardare bene quello che sei”.

Ultima spiaggia: diciannove e quindici. Il prezzo, ormai, non lo guardiamo più e nemmeno il colore.
Si misura un abito. Esce dal camerino.
“È stupendo!” esclama.
Io respiro e mi butto su una poltrona, i piedi pulsano.
Lo sa di essere bella ma poi l’ adolescente incerta, i messaggi pubblicitari, le richieste della società, hanno la meglio. Trova altri difetti.
Fa foto. Vuole il parere delle amiche.
Grazie a Dio la rincuorano, ma non basta.

Usciamo senza il vestito. Il suo morale a terra. “Non dipende dall’abito, dipende da te”. Provo a farla ragionare. Eppure conosco ogni sensazione, e la capisco, eccome se la capisco, ricordo.  E so che essere grandi aiuta a vedersi per ciò che si è, a volersi più bene. Io mi voglio più bene. A 46 anni mi concedo e oso molto di più di quando ne avevo sedici e pure venti. E pure trenta.
Lascio indietro gli altri. Ora.

E, come adulto, non la spingo verso un’altra dieta e non le dico che se perderà qualche chilo si vedrà diversa.

Sono sua madre, appunto. Non una sua amica. Da me si aspetta la verità.

Dovrà amare se stessa e quei difetti che tanto detesta per vedersi bella.
Solo allora troverà un vestito che le calzerà a pennello. Sarà il suo. E non importa se non sarà perfetta, non importa. Porterà il suo nome.

Oggi è tornata al negozio. Si è rimisurata quel vestito con una sua amica. Io sono passata a dare l’anticipo. Lo saldo venerdì, con la carta di credito ( primo giugno). 156 euro! Più del contributo per il suo mantenimento di un mese.
Io sono sempre sull’orlo del baratro. Ma so che la strada per l’accettazione è anche un mio compito.

So che più io mi amerò, più amerò me stessa e le mie scelte, più sarò felice, più lei imparerà a volersi bene. E questo non c’entra niente con il corpo.
Io sono sua madre, appunto.
Le devo la verità.

E venerdì sera, quando si preparerà, io non ci sarò. Lascerò il campo alle amiche. A volte, le madri sono davvero superflue.
E so anche che se lei non si piacerà del tutto, mentre s’incamminerà verso la festa, e avrà dei tentennamenti, io sarò pronta a ricordarle che è bella. Che non si deve preoccupare.
E che la sua bellezza non dipende dal vestito che indossa. Ma dall’animo che porta.

Sarò pronta a essere sua madre. Appunto.

Un’altra volta ancora. Fino a che ne avrà bisogno.

Penny
Sosdonne.com
#ilmatrimoniodimiasorella.

13 comments on “Gli adolescenti. La bellezza.”

  1. Che meraviglia quando racconti le tue cose! Rimango incantato. Anche io ho una girl grande (Ora ne ha 21). Una gran furbacchione. Ai primi shopping mi ricordo si voleva far accompagnare da me. Sapeva che con un “papino” si poteva sforare il budget ….con giusta successiva reprimenda di mia moglie

  2. Bellissimo Penny
    La mia little girl ha 5 anni e già me la immagino…stupenda…con quei suoi occhi un po’ pazzi da gatta…mi farà morire!!!
    Vero Penny, per tutta lamia adolescenza e gioventù, diciamo anche soglia della maturità ho vissuto male il rapporto con il mio corpo. Nulla mi calzava e mi vedevo brutta…
    Ora sono più grande, non più bella come allora perché in realtà lo ero, con qualche chilo in più e la panciotta mai riassorbita di due gravidanze maho imparato ad accettarmi un po’ di più.
    Così è…
    Grazie ancora

    • E andrà sempre meglio. Tu credi nei desideri, il corpo non c’entra niente. I desideri servono a volerci bene. Tua Penny

  3. Quanto ci somigliamo, noi mammeCinzie ?

    Il mio Bulldozer grande è sempre così schivo e lo vedo ancora tanto impacciato… e un po’ mi preoccupo quando vedo che non si rasa i baffi… è nato con la labiopalatoschisi e le sue cicatrici sono molto evidenti, il viso asimmetrico.

    Quei baffetti lasciati più folti mi raccontano una paura, un volersi nascondere. Ma la natura ha fatto le giuste compensazioni e tra lo sguardo di fuoco e il bel corpo alto e snello, anche quel labbro arricciato avrà un suo perché.

    E lavoriamo sul valore di quel che c’è “dentro”.

    Ti abbraccio, amica carissima ?

    • Cara Cinzia, lavoriamo sul valore di quel che c’è dentro e saranno felici. I nostri figli saranno felici. Ti bacio tanto. Penny

  4. Ho due bimbe di 10 e 8 anni ( ci hai viste l’altro giorno nella libreria di via Albaro ) , l’adolescenza mi terrorizza , farei qualsiasi cosa per ritardare quel momento e molto di più per tornare indietro nel tempo a quando erano solo mie . Ho paura di consegnarle a questo brutto mondo col timore di non essere riuscita a prepararle adeguatamente .
    Leggere questo racconto mi ha sollevata un pochino , forse potrà esserci ancora del bello , devo solo imparare a vederlo .
    Grazie

    • Cara Roberta, la tua bambina era quella che voleva restare alla presentazione? Mi ha colpita molto e ho pensato a lei, tanto che avrei voluto donarle il romanzo, per quando sarebbe stata grande. Per quanto possiamo prepararle non sarà mai abbastanza e, forse, va bene così. Imparare a reggere le delusioni, a camminare nel mondo, non possono che farlo da sole…il bello c’è, se tu lo vedi impareranno a vederlo anche loro. Grazie di avermi scritto mi ha fatto molto piacere. Penny

      • Sai , il libro era già a casa nostra , tra quelli che aspettano di essere letti . Margherita ha riconosciuto la copertina e ha voluto che mi fermassi ad ascoltare . Neanche a dirlo , la sera stessa ho cominciato a leggerlo . Mi ha chiesto : È bello mamma ? Quando le ho risposto di sì, mi detto : lo sapevo .
        Nulla accade per caso , giusto ?

      • Giusto, è stato bello incontrarti e incontrare lei. Grazie Penny
        Ps spero che il mio libro ti piaccia.

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