Le mie girls sono a casa. Io con loro. Una studia greco. L’altra bivacca. Sono combattuta tra rimproverarla continuamente e lasciarla stare, che è estate, non ha compiti e la vita dei nostri figli è sempre piena di richieste.

Mi chiedo spesso se sono una buona madre.

Ieri la girls piccola era sul divano a guardare la TV E ho esclamato: “Se fossi una buona madre ti farei scendere da lì immediatamente a calci nel sedere!”.
“Ma tu mi vuoi bene” mi ha risposto lei, in attacco da conquista.
“Dovrei darti delle regole, altro che!”

Mi ha mandato un bacino, dovevo uscire e mi sono fatta promettere che nel giro di una ventina di minuti si sarebbe alzata e avrebbe fatto qualcosa. Le opzioni erano: mettere a posto la camera o leggere! Unico compito, senza possibilità di deroga, era quello di stendere.
“Va bene” mi ha detto e mi ha sorriso.

Sono uscita con diciotto sacchetti della spazzatura, perché non c’è verso che loro ne buttino via uno, sono persino schifate quando glielo chiedo.
Da piccole ero il loro cestino. Se avevano una cosa da gettare, la carta del gelato, lo stecchino del ghiacciolo, il fazzoletto, era a me che la davano, non a loro padre, per queste cose mi hanno sempre preferita fra tutti.

Comunque, sono uscita, e mentre ero in moto pensavo che dovrei essere più intransigente. Forse le cose cambierebbero. Questo essere soli, sicuramente fa la differenza.

Da soli, si è meno forti. Da soli, è più in mazzo. Decidere castighi. Mantenerli. Capire quando si fa o si dice la cosa giusta. Oppure quando si dicono delle stronzate.

Navigo a vista insomma, e non sono sicura di riuscire ad attraccare in qualche porto. Spero di non stare mare aperto per sempre, che a scriverlo mi suona male, perché c’è qualcuno che ci sta davvero in mare aperto e non credo si domandi se sarà una buona madre o abbia paranoie del genere, ma qualcosa di più grande di cui occuparsi.

Ho paura, a volte, come si ha paura di non fare bene le cose importanti. E quando mi succede di solito combino casini.

Poi ragiono, ogni tanto riesco a farlo anch’io, non farmi prendere dall’emotività, ma dare ascolto a quella parte razionale che esiste dentro di me e che non considero quasi mai.

Cerco di non perdere di vista quali sono le priorità nei loro confronti. Cerco di farmi guidare non tanto da quello che professano i guru o le madri brave bravissime, che intanto non sarò mai come loro, persino le mie figlie lo riconoscono, quanto dall’istinto.

Dentro di me so che c’è una parte, a cui spesso non do fiducia, che sa fare la madre. Che sa capire qual è il suo modo. Non quello giusto. Ma quello che contratta. Media. Trova strade.

È questa la parte che mi corrisponde di più, cercare luoghi, in cui io e le mie figlie possiamo stare. Terreni fertili, li chiamerai. Che non hanno niente a che vedere con ricette di altri.

Dovrei, forse dovrei, essere una madre diversa. Ma sono questa.

Non so quasi mai cosa dire e cosa fare. Tentenno, a volte. Ma ho capito che l’unica strada possibile per non fare troppi danni è capire come stare con i propri figli.

Per questo diffido di chi dice impartisce regole. Cerco il mio modo, non è detto che funzioni, ma perlomeno è il mio, e loro lo sentono. Sentono che non è appiccicato con la colla. E sanno con chi hanno a che fare.

Sono tornata a casa. La lavatrice era stesa. La camera a posto e aveva finito il libro.

La verità è che i figli ci credono, se siamo credibili. Se le regole non sono cose assurde calate sulla loro testa perché si fa così.
I figli ci credono, anche quando siamo madri incerte, a volte sole. Ci credono se gli diamo fiducia. Se non tendiamo a controllarli in continuazione. Se lasciamo spazi.

I figli ci credono se siamo capaci di darci ascolto, che non è poi così difficile. Basta cercare il nostro modo, non un altro. Anche se non è perfetto.

L’importante è che sia credibile.

Penny
#ilmatrimoniodimiasorella

1 comment on “C’è un solo modo di essere madri. Il nostro.”

  1. Sempre le parole giuste …

    Ps
    Chissà perché a casa mia buttare la spazzatura è sempre stato considerato un lavoro da uomini Ahahah

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