Oggi. 14 luglio. Ventimiglia.
Libere di muoversi.

Io penso alle mie bambine e alle loro madri. Penso ai viaggi nel deserto, nelle montagne o in mezzo al mare. Allo spostarsi per cercare un futuro. Non migliore.

Un futuro.

Allo spostarsi per scappare alla violenza.
Alla schiavitù. Perché esiste.

Penso a noi.
Nelle nostre case al sicuro.
Con i nostri bambini accanto.
Alle pulizie del sabato.
Alla casa linda.
Al nostro microcosmo.
Ai viaggi. Vicini o lontani.
Quindici giorni al mare o in montagna.

Ci sono donne che devono stare al confine.
In una terra di mezzo.
Dove continuano a non essere niente.
Con i loro figli.

E vorrebbero sfondarlo quel confine.
Per la loro vita e quella
dei loro bambini.

La verità è che crediamo di bastare a noi stesse.
Invece non possiamo fare a meno
le une delle altre.

Dobbiamo sfondarlo insieme
quel confine.
Immaginato e reale.

Dobbiamo farci carico
le une delle altre.

Solo così possiamo vincere
e “occuparci” della nostra vita come si deve.
Sentendo l’esistenza sottile delle altre donne.

Quelle che nel mondo non hanno un posto. Una vacanza. Il diritto di esistere.

Che, come noi, più di noi,
cercano la libertà.

Penny
Grazie a
Non una di meno
Genova.

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