Questa settimana ho comprato i libri di scuola di liceo della piccola e della grande. Usati ovviamente. Intorno ai €300. Me ne mancano ancora 4!
Devo ancora comprare l’abbonamento dell’autobus per una girl. Cifra €240. Se lo faccio online 225. Mi sono sbattuta per fare l’ISEE, ma non è servito a molto. Online costa meno.
Parte di lista, che arriverà a spizzichi e bocconi, del materiale necessario per il liceo artistico: classe prima.
Oggi: la bellezza di €70. Per temperini, una riga, cartoncini, matite. Sono uscita e nel sacchetto c’erano quattro cose messe in croce, mi sono depressa. Il commesso, a un certo punto, mi ha chiesto se comprassi quel materiale per un ragazzo o per una ragazza. Gli ho detto che si trattava di una lei, così, con lo sguardo fiero ha cambiato il taglierino che era di colore blu con un altro di colore rosa. Ovviamente, gli ho detto che lei, la femmina, lo preferiva blu. Mi mi ha guardato male, pazienza. Ho scoperto che anche i taglierini fanno parte della differenza di genere.

Per pagare c’era una fila che non finiva più, siccome aspettavo, ho contato, 25 madri con relativi figli, 2 padri ( non perché si stessero facendo gli affari loro, immagino, probabilmente lavoravano. Orari di lavoro più lunghi, stipendi maggiori. Divisioni dei ruoli).

Ho controllato anche i prezzi dei quaderni, ma costavano meno daTiger, così, mi sono spostata come un automa e ho comprato anche quelli: prezzo €29. Sei quaderni per la grande, sei per la piccola. Magari la qualità non è pazzesca, ma le mie figlie hanno imparato ad accontentarsi.

La scorsa settimana ho comprato un libro di lettura ( greco), prima l’ho cercato in biblioteca, ma non c’era.  Altri €18,50.
Dimenticavo i diari. 18.00 pure quelli.
L’astuccio 9 euro.
E la scuola è iniziata da soli 3 giorni. Ed è pubblica. Figuriamoci se non lo fosse.
Ancora non ci sono le ripetizioni.
Nel frattempo anche questo mese c’è il mutuo, ci sono le bollette, e qualche uscita delle ragazze.
In questo mese c’è stato un pranzo con il padre. E un suo messaggio in cui mi scriveva che aveva comprato due biglietti dell’autobus per farle tornare a casa. Ovviamente non ho risposto. sono diventata brava a reggere le provocazioni.
In questo mese sono andata a pagare il bollettino della scuola, sono andata a guardare le classi affisse fuori dalla scuola. Ora andrò a prendere il libretto. Indovinate dove? A scuola. Si dice che il tempo sia denaro. Non solo, è anche cura.

Credo di essere una madre normale come qualsiasi altra madre. Mi Incazzo però, quando mi viene detto dal comune di Genova che non sono famiglia. E mi incazzo quando c’è un ddl che mi obbliga a una mediazione familiare e poi scopro che chi ha firmato quel ddl è un mediatore familiare. Quando c’è un ddl che divide a metà i figli. C’è un ddl che annulla l’assegno di mantenimento. Per carità, alla fine, a me non cambierà niente. La legge c’è. Esistono le condanne, ma anche le scappatoie. l’Italia è così. Magari ti stuprano e dopo tra i giorni lo stupratore è agli arresti domiciliari. Mi incazzo quando girando in rete leggo su fb post del tipo:

“Dunque riassumendo:
mi sposo e faccio un figlio, magari mentre sono sposata mi piace un altro e cornifico pure mio marito, chiedo il divorzio e mi viene assegnata la casa, che magari è solo di proprietà del marito, un assegno di mantenimento per il figlio che, visto che vivo in Italia, viene affidato a me al 100% e se faccio le cose per bene lavoro in nero e chiedo l’assegno anche per me. A questo si aggiungano tutte le spese extra e le spese mediche e scolastiche per i figli, che ovviamente non sono contemplate nel mantenimento ma a parte, che ovviamente pagherà il padre.
Questo se sono donna.
Se sono uomo: dal mio stipendio tolgo il mantenimento ai figli, alla moglie, l’affitto/mutuo per una casa (dovrò dormire anch’io o vado sotto i ponti?), le spese mediche, scolastiche ed extra per i figli = mi rimane praticamente zero per vivere.
Già che ci siamo se mi va di culo i miei figli cresceranno e ovviamente non studieranno e non lavoreranno, come succederebbe se i genitori fossero ancora insieme, perché tanto paga papà.
Ma le povere siamo noi donne e lo dico da donna e madre. Alle donne oneste e corrette non cambierà nulla, cambierà a chi se ne approfitta.
Essere madri è un privilegio non uno status symbol non un modo di acquistare potere verso un altro, un figlio è una vita, una persona, non un’arma da usare per interesse economico o vendetta.

P.s. La mediazione familiare c’è dal 2001 solo che nessuno la usa, ora sarà obbligatoria. “

Mi incazzo ancora di più quando a scriverlo è una donna. E nel 2018 usa frasi come ” mentre sono sposata cornifico pure…”, come se il tradimento non vedesse le parti corresponsabili.
Mi incazzo quando si generalizza in questo modo non sapendo quanto, spesso, una donna fa una fatica becca a dare valore al proprio essere. Al proprio sentire. E, spesso, resta per i figli credendo di fare il loro bene.

Non tutte le storie sono uguali, ma questo post, con commenti al seguito, l’ho trovato offensivo. Anche per quelle donne che vengono tormentate psicologicamente e, a volte, vengono brutalmente uccise. Ché a dirlo sembra un’esagerazione, invece non lo è.
Mi incazzo se si parla di privilegio. Essere madri è un mazzo grande grandissimo e, anche questo, se lo dici ti fa sembrare indegna.
Mi incazzo quando tanti padri non ci sono. E per quelli che ci sono c’è una difesa a spada tratta, invece noi madri dobbiamo sempre difenderci. E se dobbiamo difenderci da altre donne, è triste.

Profondamente triste.

Penny

#ilmatrimoniodimiasorella.

4 comments on “Quando le donne pagano la separazione. In tutti i sensi.”

  1. Cara Penny come condivido ciò che tu scrivi
    ho paura per questa proposta di legge che è giusta in linea di principio per tutelare quei padri che si trovano a dover lottare per vedere i propri figli
    Ma quando penso a me mi ritroverò con il c*** per terra io che ho la casa a metà con il mio ex compagno
    Io che per non danneggiarlo per venirgli incontro per non esasperare gli animi non sono andata da un avvocato
    Allora penso alla finalità di questa legge legge che se da una parte vuole tutelare i padri dall’altra allo scopo di scoraggiare separazioni per quelle donne che non lavorano o non hanno uno stipendio tale per poter sopravvivere dignitosamente. Così la donna sarà ancora di più relegata nel suo ruolo di donna ancora più succube

    • Questa legge, è aberrante, credo che a novembre ci sia una manifestazione a Roma. Una legge che annienta completamente il ruolo della madre. Non possiamo negare che nella famiglia ci si divida i compiti. Quelli di cura sono prevalentemente materni. Sono le donne che interrompono le carriere e vanno in maternità. Quindi questa divisione con il coltello dei bambini non tiene conto della società così come è strutturata. Gli uomini lavorano di più e hanno uno stipendio maggiore. Dobbiamo tenere alta la guardia per difendere il nostro essere madri e anche dare lo spazio a quei padri che, giustamente, lo pretendono. Che sono presenti e partecipano come le madri.

      Un abbraccio. Penny

  2. Pazzesco, davvero. Se questi padri davvero vogliono l’affido congiunto, dividendo a metà tutto, perchè non si comportano così anche quando la coppia funziona?
    Perchè non prendono la paternità e stanno a casa anche loro ad accudire i figli neonati? Perchè non gestiscono a metà con la madre gli impegni dei figli? Perchè non chiedono loro il part time o rinunciano alle trasferte se necessario per la gestione familiare?
    Sto generalizzando, ovviamente, ma la voglia di essere un genitore presente non può manifestarsi solo in caso di separazione. Questo dovrebbe essere uno dei principali criteri di valutazione in fase di separazione: la percentuale di impegno reale nella gestione dei figli quando la coppia stava insieme!

    • Perché nella nostra società non siamo ancora in un rapporto paritetico. Finché gli stipendi non saranno equiparati non sarà possibile niente. Il problema va oltre i singoli casi, è alla radice. Bisognerebbe partire da lì. Ecco. Un abbraccio Penny

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