Guardate bene gli occhi di un bambino. Maschio o femmina che sia. Guardateli quando vi consegna un lavoro, un prodotto, un disegno. Le cose che ha fatto.

“Sei davvero bravo” gli dico, “sono proprio fiera di te. Sei cresciuto e si vede. Continua a impegnarti”.

Anche se il suo lavoro è mancante di qualcosa o non è come mi aspettavo, io glielo dico lo stesso.

Guardate i suoi occhi, guardateli bene. Guardateli quando gli dite che credete in lui. Che ce la può fare.

Come tenerlo per mano.

E poi ditemi se dare fiducia non sia sempre la scelta giusta.

Penny

#ilmatrimoniodimiasorella

8 comments on “Gli occhi di un bambino.”

  1. Come avrei voluto essere capace io, di questo sguardo, con i miei scolari (per pochi anni, per fortuna loro) o con i miei figli, soprattutto quando facevano i compiti. E invece sono stata a lungo schiava dell’esito ipreciso e mancante del loro lavoro, come lo specchio di una mia incapacità o inadeguatezza -intollerabili a quei tempi- che mi rendeva esigente e puntogliosa di rimando.
    Ci vuole misericordia accogliente prima di tutto verso se stessi… ma non la si ha, se non la si è sperimentata, prima, sulla propria pelle…

    • Hai ragione. Ci vuole un po’ di dolore per mettersi nei panni di…per capire…ci vuole misericordia accogliente…ma siamo umani. Ecco. E tutto ci fa crescere, anche non essere ciò che avremmo voluto. Ti abbraccio tanto Penny.

  2. Che poesia… davvero. Guardare negli occhi e dire che crediamo in lui/lei, nella sua capacità di impegnarsi e di riuscire, ognuno come può. E insegnare ad apprezzare il percorso stesso di impegno, non solo il risultato. Di gioire anche dei risultati non ottimali.

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