Un mese fa il mio ex marito ha cambiato casa e ha detto alle girls: “La camera per voi non c’è. Forse, poi, metterò un soppalco. Dovete venire a prendervi le vostre cose, devo lasciare la casa”.

Una casa in cui, nonostante ci fosse una camera per loro, le mie ragazze non erano più entrate da circa due anni. Gli incontri tra di loro avvengono fuori o a pranzo dalla nonna.

Le ragazze erano preoccupate. Non sapevano come prendersi le loro cose, non ricordavano nemmeno cosa c’era e che ancora potesse andare ancora bene.

Comunque, stamattina, scopro che, ieri, quando è venuto a prendere le ragazze, (con una macchina che gli hanno prestato?), per portarle a pranzo della nonna (dove ha la residenza?), mi ha mollato sei sacchi di vestiti messi a casaccio, stropicciati, macchiati, mutande con l’elastico slabbrato, pigiami di quando le ragazze avevano sei o sette anni.

Con pazienza abbiamo fatto una cernita e mentre una collaborava, l’altra si è chiusa in un silenzio pauroso.

Hanno tenuto tre maglie, per il resto abbiamo piegato e diviso: una parte portata allo staccapanni, un’altra a scuola. Perché sì, esistono ancora bambini poveri.

Ho fatto quattro viaggi con la moto. Per strada ho trovato un signore, ovviamente nero, ovviamente uno di quelli per cui “è finita la pacchia” che rovistava nei cassonetti, mi sono fermata, gli ho chiesto se aveva dei bambini. Ha preso un sacchetto. Mi sembrava contento.

Ho proseguito fino allo staccapanni. Ho lasciato gli altri per terra. Chissà. Mi son detta.

Sono andata al discount. Ho fatto la spesa, ero carica come un mulo, persino un signore mi ha aiutato, la moto non stava in equilibrio. Alla fine sono tornata a casa.

È rimasto un sacchetto quello che porterò a scuola.
Ero triste. Profondamente.

È la compagna di lui che ha infilato tutto in quei sacchetti, mi hanno detto le girls. Così, buttati alla rinfusa.
È stato lui a portarmeli a casa.

Si sono trasferiti da un mese, le girls non hanno ancora visto la casa del padre. Gli hanno chiesto di andare a pranzo, ma lui ha risposto che non hanno ancora le sedie.?

Sei sacchetti. La loro vita gettata alla rinfusa lì dentro.

Quando succedono queste cose ci metto giorni a smaltirle. Mi chiedo cosa dire e cosa fare.  Come posso sopperire, se devo sopperire o esiste un punto di non ritorno.

Oggi, stavano litigando loro due per chi dovesse mettere a posto e cosa. Erano nervose.

“Restiamo unite” è l’unica cosa che sono stato in grado di dire, ma forse era la più importante.

Mi sono fermata alle quattro.
Alle tre è arrivata un’amica della girl piccola con un barattolo di gelato. Anche lei è nera e indovinate un po’? Non aveva mangiato e non me lo diceva. È stata la grande a preoccuparsi per lei, così le abbiamo fatto un piatto di trofie.

Ora la casa è di nuovo sgombra.
Il cuore dolorante ci metterà un po’ a ritornare tranquillo.

Mi sono chiesta se scrivere. Se faccio bene. Poi, penso a tutte le volte che gli altri mi dicono: “Non si parla male ai figli dell’ex coniuge”? oppure “Metti tutto dietro alle spalle e vai avanti”.

In entrambi i casi penso a quanto sia difficile in certi momenti fare una o l’altra cosa. E se sia giusto. A quanto sia complicato e a come sia impossibile mettersi il dolore dietro alle spalle.

Al ricatto grande, enormee n cui noi madri siamo soggette: fare il bene dei figli.

In realtà loro vedono ciò che accade. Sono lì. Come oggi, c’erano le mie girls davanti a quei sacchi.

Allora la parte difficile non è quella di parlare male del ex patner, ma, è come raccontare la verità. La verità è l’unica possibilità per affrontare il futuro.

Sono incerta su quale sia la strada giusta da seguire. Sempre. Navigo a vista e provo a usare il buon senso. A volte so di essere una buona madre. A volte faccio dei casini.

Di certo vado avanti. Per me. Per loro. Per il nostro futuro insieme. Il più possibile sincero.

Penny
#ilmatrimoniodimiasorella

PS: la verità è che dobbiamo saperlo di non essere le sole. Vi sono vicina. Anche per questo scrivo.

12 comments on “Le madri separate. Il ricatto più grande. Il bene dei figli.”

  1. Penso che ormai non sia più questione se tu parli bene o male del tuo ex. Di fronte a tutto ciò credo che ormai capiscano da sole…
    Un abbraccio

  2. Non bisogna parlare male, ma nello stesso tempo dire la verità…le due cose spesso vanno in contraddizione quando si vive una situazione come questa che molti di noi – separati con figli adolescenti ed ex “di questo tipo” – devono sopportare!!!

    • Insomma è un dilemma sempre, credo che solo il tempo potrà dirci se le non abbiamo fatto troppi danni. Un abbraccio ❤️

  3. Io penso che non ci sia fine alle bassezze di un padre che vive i figli solo come un dovere. Ne ho vissute anche io in prima persona. Ma soprattutto le ha vissute e le vive mio figlio. Io ingoio rospi e penso che tutto quello che lo sopporto è per il suo bene. Non gli ho mai parlato male di suo padre, ma ultimamente sulle piccole mancanze qualche battutina la faccio di proposito, perchè penso che se fosse con noi le farei ugualmente e non è giusto idealizzare qualcuno solo perchè non c’è. Sulle grandi mancanze preferisco tacere, credo che alla fine la verità vince su tutto e i figli la sanno molto bene. Su chi non ha rispetto per i figli del proprio compagno…..no comment.

    • Io ricorderò il loro sguardo per sempre. E so che non le potrò salvare. Questa è la consapevolezza. Forse questo il dolore. Grazie Penny

  4. Cara, di fronte a queste bassezze, mi dico sempre che ognuno raccoglierà ciò che ha seminato. E, secondo me, il tuo raccolto sarà abbondante.
    Sono d’accordo con chi ha detto sopra che non è giusto idealizzare qualcuno. Per me il tempo del finto buonismo è terminato. Ora c’è quello della verità. Solo quello.
    Ti stringo in un abbraccio.
    Silvia

    • Ma il tempo della verità come fa male? É passato qualche giorno e noi siamo qui, loro non ne hanno più parlato. Forse, andare avanti è l’unica strada possibile.
      Vivere. Un abbraccio Penny

  5. Non ho parole. Né per lui, né per la nuova compagna. Solo un grande abbraccio per te. E il resto ci penserà la legge del karma a sistemarlo. Posso aggiungere che stronzi? Scusate il francesismo ma quando ci vuole ci vuole!

  6. Penny, ragazze, stavolta anche a me viene da dire…che grandissimo stronzo, e la sua compagna pure. Ecco. Ci vuolea rabbia, il rifiuto, se lo si sente, per affrontare tanto dolore.
    Vi abbraccio tanto…ma ė vero, tu raccoglierai tanto, loro avranno il tuo coraggio che sará loro, forza e amore, per farsi la loro strada.. Respirate…
    Un bacioneeee

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