È andata così.
La sera prima del mio compleanno le girls mi dicono: “Domani mattina non entrare in cucina prima delle 7:00”.
“Ma il caffè…”
“No, dai, prima delle 7 non entrare in cucina!”
Allora, mi sono fatta dei film, una piccola festicciola per il mio compleanno, forse, dopo anni di “scontitudine” si sono ravvedute e ho pensato:
“In fin dei conti, sono due brave ragazze! Mi vogliono bene”.

La mattina dopo, non mi faccio il caffè e aspetto buona buonina. Aspetto, appunto. Le 7:00, le 7:05, le 7: 08. Faccio per alzarmi, perché loro dovevano andare a scuola e io al lavoro, quando entra la girls grande, si butta sul letto e mi dice: “Auguri! Buon compleanno”.

Ci metto niente a capire che la festa è finita lì, poi aggiunge: “Volevamo prepararti la colazione, ma avevamo sonno!”
Poi mi ha implorato: “Siccome oggi è il tuo compleanno mi puoi prestare i jeans! Ti prego? Ti prego?”. ???
L’ho mandata a quel paese. E basta.

Quindi, il giorno del mio compleanno sono uscita di casa senza neanche il mio caffè, perchè ormai era tardi. Mi sono scapicollata a scuola, una bambina mi ha regalato un braccialetto, che credo dovrò restituire perché ho capito che l’ha fregato alla madre. Un’ altra un cuoricino, sottratto anche quello. Molti abbracci e una tavoletta di cioccolata  all’arancia da una collega.

Finito il turno mi sono scapicollata di nuovo a parlare con i professori della girl piccola, dovevo firmare il PDP, poi a quella roba meravigliosa che si chiama ricevimento plenario al liceo della girl grande.

Anzi no, tra uno e l’altro mi sono comprata degli orecchini. Oggi o mai più, mi son detta.

Comunque, al ricevimento ho fatto la corsa ad ostacoli, da un piano all’altro, per iscrivermi nelle liste dei prof. Una situazione davvero imbarazzante. Genitori che corrono nelle scale, che si organizzano urlanti e se sono in due sono una forza, blocchetto e penna all’orecchio ( io non avevo ne uno nell’altra?) genitori che si fanno lo sgambetto per arrivare primi a mettere il proprio nome sulla lista.

Dopo anni, finalmente, sono riuscita a fare 5 prof. nel giro di due ore. Non mi ferma più nessuno?

Sono uscita, mi sono fermata nel bar sotto alla mia scuola che mi girava la testa. Ho risposto gli auguri, perdonatemi se qualcuno me lo sono perso e sono andata a fare i miei colloqui, come maestra.

Questa è stata la parte più bella.
Parlare dei bambini, vedere gli sguardi dei genitori quando raccontano dei loro figli. Cercare di comprendere che i bambini sono bambini. Che se non leggono perfettamente, o sbagliato le h, o si mettono le dita nel naso, o non stanno fermi, o si dimenticano le cose, noi siamo lì, insieme, per ricordargli e ricordarci cosa è importante nella vita di un bambino. Anche a non avere fretta. I bimbi imparano, basta dargli il tempo di farlo.

Una mamma mi ha portato delle paste. Ce lo siamo mangiate con gioia. Tutto, credo.?. Soprattutto io.
Poi sono corsa a casa. Si prenotava cinese, dal mio compagno tutti e sei.
Il cinese è arrivato tardi. La girl piccola aveva gli scout e se n’è andata prima, la grande interrogazione di italiano, Dante sul tavolo. ?. Però mentre aspettavamo, i quasi diciotteni hanno parlato del loro futuro, dell’Università, delle scelte.
È stato bello. Quei cinque minuti sono stati belli. Nonostante la stanchezza avesse colpito tutti, che tran po’ eravamo sdraiati sul tavolo.

Il mio compagno, giornata campale pure lui, è riuscito a fare uscire una torta dal cilindro. Senza candeline, 47 sono troppe, dopo di che siamo andate a casa e mi sono infilata sotto le coperte. Alle dieci dormivo.

Ecco. Prima di chiudere gli occhi ho pensato alla
telefonata di un’amica che mi ha detto: festeggiare il compleanno è bello. Chi non festeggia è triste. Io vorrei arrivare a novant’anni o di più.

Ho pensato a questo. Non alle rughe. Non alla paura del tempo che passa. Ho pensato che voglio invecchiare. Esserci. Restare. Accanto alle mie figlie e alle persone che più amo. E starci più che posso, per quanto mi è concesso in questa vita. E, per quanto possibile, essere una buona persona. Perche possiamo scegliere. Finché ci siamo, possiamo farlo.

È questo che va festeggiato ogni volta. L’esistenza. E noi dentro. Come un dono dei più grandi.

Vi abbraccio.
Penny
#ilmatrimoniodimiasorella

5 comments on “Un dono dei più grandi.”

  1. Con deplorevole ritardo ti faccio i più affettuosi auguri.

    Purtroppo sono stato un po’ incasinato in questo periodo

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