Il grembiule copre le differenze.
Copre le mancanze.

Copre gli insegnanti di sostegno che sono stati tagliati. Come se la disabilità fosse un peso.

Copre i finanziamenti che non ci sono. Ogni anno di più.

Copre il volontariato dei genitori che tengono in piedi le nostre scuole.  Non so come faremo senza di loro!

Copre i muri scrostati, le aule squallide.
Copre il tempo pieno che manca.
Copre le palestre insufficienti per fare attività fisica.

Copre una didattica attiva in cui i bambini possano sporcarsi e fare esperienza.
Copre gli spazi aperti insufficienti.

Copre la dispersione. Tutti quei ragazzi che lasciamo per strada, figli di nessuno. Che chiamiamo fannulloni e non riusciamo a includere.

Il grembiule, magari nero per i maschi e rosa per le femminei (indirizziamoli già da bambini che non si sa mai) non diminuisce le differenze, le copre.

Così non le vediamo, che importa se poi sotto al grembiule ci sono bambini con i buchi nei pantaloni, con le maniche troppo corte o senza calze.

L’importante è che la povertà sia invisibile agli occhi e la scuola continui a lasciare le cose come stanno.

Il grembiule copre le differenze. Siamo tutti uguali, si dice. Nascondendo la verità.
Delle diversità dovremmo fare risorsa.
Gli abili, i poco abili, i neri, i bianchi.

È delle disuguaglianze sociali che dovremmo farne uguaglianza.

E non serve un grembiule. Servono azioni. Investimenti. Possibilità.

Il grembiule copre i buchi enormi della scuola.
Copre le uscite didattiche a pagamento per gli studenti. I musei. Il cinema. Il teatro.

Copre le parole razziste che alcuni di voi dicono.
Copre il senso di appartenenza. Che il senso di appartenenza è l’umanità. Non la razza, che nemmeno esiste più.

Copre la solitudine degli insegnanti.
Copre il loro stipendio da fame.
Copre le spese assurde per i libri di testo che sono sempre più pieni di informazioni, sempre più poveri di sapere.

Copre tutto quello che alla scuola manca.

Io la povertà di alcuni miei bambini la voglio vedere, la differenza pure e farci qualcosa sul serio, non fare finta che non esista.

Il grembiule copre una scuola in cui non si investe.

Parliamo del grembiule. Così non parliamo del resto. Ad esempio di quello che serve alla scuola pubblica: un governo che dovrebbe puntare sull’istruzione, sull’inclusione, sull’eliminazione delle differenze sociali.

Parliamo del grembiule. Così possiamo continuare a non parlare dei bambini e dei ragazzi. Di quello di cui hanno bisogno. Di quello che serve.

Non ce la farete a tenerli ignoranti, così poi vi votano.

Loro sono quello che non volete vedere. Sono quelli che non riuscirete a nascondere.

Sotto a un grembiule.

Penny

PS: ringrazio le mie colleghe, che amo, il cui contributo è sempre prezioso.

2 comments on “Il grembiule copre tutto quello che alla scuola manca.”

  1. Cara Penny, a scuola dei miei figli, il grembiule non esiste, nè alla materna tantomeno alla primaria.. Ma pensa che per me è un problema dover spiegare a tutti quelli che mi chiedono esterrefatti “come mai, è segno di ordine e pulizia!”, proprio quello che ha scritto tu.. Vedere tanti bimbi di tante nazionalitá, con tante disabilitá, vestiti di colori e di meravigliosa diversitá mi fa sperare in un mondo migliore ?La scuola è la Carlo Pisacane di Roma, SCUOLA multietnica con il cuore immenso.

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