Succedono cose nella vita che riportano l’ordine giusto all’interno delle tue priorità.

Fatti dolorosi, come la malattia o la sofferenza di persone care. Allora, la vita si mette in pausa e tutto quello che prima era urgente non lo è più.

E scopriamo che possiamo fermarci, che non siamo indispensabili, che solo l’esistenza lo è.

Poi, sempre nello stesso momento in cui la tua vita subisce uno scossone, accade che incontri una donna di 94 anni, sopravvissuta a una fucilazione da parte dei  tedeschi, che stai con lei per due giorni, che questa donna, prima di ritornare a casa, ti prenda il visto tra le mani e ti dica come a scrollarti: “Non arrenderti mai”.

E tu piangi dentro alle sue mani, dentro al suo abbraccio. Come se avesse saputo che quelle parole erano quelle che mi servivano.

In una settimana per me difficile, Maria ha parlato di pace, non la smetteva di dire ai bambini che la vita merita di essere vissuta, ogni giorno, e che la sua è bella anche adesso a 94 anni.

Maria ha avuto parole buone per tutti, il suo è stato un linguaggio misurato.
Non c’erano accuse dentro alle parole di Maria. Solo comprensione, anche per i nemici. Solo la difesa della vita, per tutti, proprio per tutti. Come un grande dono da condividere.

“Se mio padre aveva una mela la divideva in parti uguali. Un pezzo per uno. É così che si fa” ha ribadito Maria davanti agli occhi spalancati dei bambini.

Ho pianto vicino a Maria più volte, la sua forza mi ha travolto.

Ho pensato ai miei cedimenti, alla paura per i soldi, alle mie figlie, a quanto le parole siano importanti per chi ci sta vicino. Al fatto che come lei non voglio fomentare l’odio né dentro di me né dentro gli altri.

Ho pensato alla madre che voglio essere e che, a volte, non sono, così presa dalle distrazioni della vita.

“Non ti arrendere mai” mi ha detto Maria.

Le mie figlie sono andate a bivacco, ieri hanno partecipato alla manifestazione genovese in favore della solidarietà e dell’accoglienza, insieme a tanti scout.

Dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi si informino, non permettere che si addormentino dentro alle comodità, che sappiano cosa sta succedendo nel mondo. Perché il mondo è una cosa che deve riguardarli.

Oggi sono andata a prenderle alla fine della messa e, a dir la verità, non ne avevo tanta voglia. La piccola, appena mi ha visto, mi ha sorriso. Sapevo che era contenta.

La girl grande mi è venuta incontro e mi ha detto: “Mi sei mancata” .
Avevamo litigato. L’ho abbracciata. Allora lei ha sospirato, come un dolore, e mi ha domandato: “Papà?”.

Sapevo a cosa si riferiva. È più di un mese che non si sentono. Così le ho risposto:

“Lo so, a volte, gli adulti fanno cose sbagliate, ma lui ti ha dato la vita: prenditi quello come dono”.

Lei mi ha stretto e io l’ho stretta più forte, ho pensato che voglio essere questo tipo di persona, che voglio spingere me stessa e le mie figlie a credere nell’umanità e in ciò che è giusto. Non si tratta di fingere, si tratta di trovare il buono nel difficile.

Maria ha parlato di verità necessaria, e tra me e la mia girl, oggi c’erano anche le sue parole.

Maria non si è mai sposata, non ha mai avuto figli, eppure è fertile ed è madre.

Finché nel mondo le mie ragazze potranno incontrare persone come lei, persone che siano madre e padre, attraverso il verbo, attraverso le azioni, so che non dovrò avere paura.

So che non potrò arrendermi. E sarò memoria, per quanto mi sarà possibile. Racconterò ai miei bambini di credere nel difficile, perché la guerra è già stata sconfitta una volta, perchè, ci sono uomini  e donne che non fanno le cose giuste, ma ce ne sono altrettanti e sono di più quelli che credono nell’umanità, come Maria, e sono eredità preziosa.

Dirò alle mie figlie: non arrendetevi mai. Come Maria che ama la vita dentro ai suoi 94 anni.

Ci sono momenti in cui mi sento sola. In cui mi vedo brutta, in cui non mi sento capace. In cui ho paura di non riuscire a scrivere un romanzo decente, in cui sono così concentrata su di me che il resto appare sfuocato.

Poi, succedono cose. Il dolore mi riporta alla realtà. Un incontro mi coinvolge a tal punto da ricordarmi qual è il valore dell’ esistenza.

Siamo nati in pace, in questo pezzetto di mondo, e non è proprio scontato.

Ricordiamoci sempre da che parte stare. Lavoriamo affinché la vita sia un diritto per tutti. Non arrendiamoci mai davanti ai soprusi. Non arrendiamoci mai, di fronte alle cose ingiuste. Alle fatiche. Ai dolori.

Perché, come ci ricorda Maria, il valore dell’esistenza non è altro che l’esistenza stessa.

Penny

#ilmatrimoniodimiasorella

foto: Elsa Rubiolo

11 comments on “Non arrendetevi mai.”

  1. Ognuno di noi vive momenti in cui la tentazione di arrendersi è forte, perché non sai più dove attingere le forze per reagire. Io mi trovo in questa fase difficile e leggere stamattina il tuo post (attirata proprio dal tuo titolo incoraggiante) mi sta aiutando a riflettere: “il valore dell’esistenza è l’esistenza stessa”. Sette anni di convivenza (e di pesanti terapie) con un carcinoma mi pesano sulle spalle come macigni, mi sembra di aver perso progressivamente tutte quelle energie – anche emotive – che avevo i primi anni, è come se mi trovassi ad un altro giro di boa e so che i cambiamenti richiedono adattamenti continui. Mi trascriverò alcuni punti della tua riflessione e ci tornerò su, ho una gran voglia di rialzarmi e ho bisogno di aiuti e incoraggiamenti, come per te è stato l’incontro con Maria e le sue parole…
    Un abbraccio
    Cristina

    • Cara Cristina, ci sono vite più difficili di altre, più mosse, più turbolente e non ci è dato sapere il perché. Molto dipende da noi, non tutto. E l’energia, in una situazione come la tua è normale che manchi. La verità è che, a volte, dobbiamo darci tregua. Dobbiamo fermarci. Leccarci le ferite e non pensare, per forza, che le cose debbano ripartire immediatamente, come fossimo macchine. Penso che tante volte moriamo e tutte le volte abbiamo la possibilità di rinascere, di fare in modo che la nostra vita sia migliore. Però, quello che mi ha detto Maria è vero, l’esistenza merita di essere vissuta. E la nostra esistenza, qualsiasi essa sia, ha un valore. Quindi, fatti forza, ma accogli le tue tristezze. Fanno parte della vita e del suo essere in movimento.
      Ti abbraccio tanto.
      Ce la farai. Datti tempo.
      Grazie di avermi scritto.❤️ Penny

      • Grazie delle tue incoraggianti parole-balsamo che mi ricordano giustamente che “non siamo macchine”; me lo ha ricordato infatti proprio stamattina un medico a proposito della “lentezza” di certi processi fisiologici (soprattutto in situazioni complesse come la mia) e quindi del tempo necessario per riprendere i ritmi della cosiddetta “normalità”.
        Ciao cara e ancora grazie! ?
        Cristina

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