Frasi che si trovano nei sussidiari. 

La mamma cucina.

Papà torna dal lavoro.

Lucia da grande vuole fare la ballerina.

Roberto da grande vuole fare il pompiere.

Luca va ai giardini a giocare con i suoi amici mentre Maria gioca in camera sua.

Mentre la mamma cucina Lucia disegna. 

Frasi che si dovrebbero trovare nei sussidiari:

Luca stira le camicie.

La mamma è al lavoro.

Maria guida gli autobus.

Giorgia e Lucia giocano a pallone in giardino.

Il papà cucina mentre la mamma legge il giornale. 

Francesca ha spento un incendio.

Paolo da grande vuole fare il ballerino.

Paola da grande vuole studiare matematica.

Così, tanto per iniziare a dare ai bambini e alle bambine le stesse possibilità.

Per fare in modo che l’ immaginario femminile si costruisca di nuovo. Che i ruoli siano giusti.

Che a fare le Cenerentole non se ne può più. Che vogliamo correre nei prati. Giocare all’aperto. Sporcarci le ginocchia. Fare gare di sputi.

Dateci un cavallo nero come la pece, una moto, un autobus, un campo di grano, una città, un luogo qualsiasi in cui poterci avventurare, un drago da sconfiggere, coraggio da vendere.

Dateci, soprattutto, una storia diversa in cui credere.

Penny

Sosdonne.com

5 comments on “Una storia nuova in cui credere.”

    • Grazie mille dello spunto. Ovviamente sono d’accordo con ogni parola detta. Io i sussidiari non li uso, li trovo semplicistici. Non vengono esplicitati i passaggi chiave della storia, quelli che definiscono i processi. Per questioni economiche tutte le informazioni vengono compresse. Io uso un metodo che si chiama: adozione alternativa. Con il cedolino dei sussidiari compriamo libri diversi in cui i bambini possono fare ricerche e costruire il proprio sapere, ovvero, l’informazione non è data ma si cerca, si approfondisce, si confrontano i testi, si costruiscono mappe.
      Comunque siamo un Paese ancora sessista e le parole nei sussidiari ne sono la prova. Besos

      • Interessante! Sono sempre convinta che la qualità della scuola e dell’insegnamento dipende dalle/dagli insegnanti!
        Ps. Neanche a farlo apposta, il libro di cui si parla è proprio prodotto dalla casa editrice dove lavora la mia amica: un gran casino!!!

Rispondi