Io le vedo le madri.
Le vedo fuori dalla scuola, trafelate. Alcune arrivano per un pelo, magari trascinando un altro piccolo fino al portone, eppure, la prima cosa che fanno quando guardano il loro bambino o la loro bambina è sorridergli.
Gli sorridono.
E chissà cosa pensano. Cosa hanno dentro. Quali paure hanno. Io le conosco quelle paure perché le provo in ogni istante. A volte riesco a fare finta di niente, altre le combatto tenacemente, altre ancora, quando riesco a essere in me, so accettarle.
I bambini brontolano, si lagnano. Magari un attimo prima stavano correndo verso l’uscita e appena vedono la madre tengono i musi.
Perché è alle madri che si fa scontare tutto. E magari non c’è un motivo. Oppure sono stanchi, non hanno voglia di fare quell’ attività che hanno scelto solo un mese prima, si sono ricordati della lite in giardino e aspettavano lei, la madre, per rimuginarci sopra.
Le vedo le madri.
Stamattina volevo svegliarmi presto per leggere o scrivere, invece non ce l’ho fatta. Ero tanto stanca, credo di non aver nemmeno sentito la sveglia. Ho preparato le colazioni, accompagnato la piccola e sono andata a lavorare. Una mamma ha accompagnato la sua bambina in classe, siccome è arrivata in ritardo, capita spesso così “l’ho sgridata”.
Aveva l’ affanno, doveva ancora accompagnare la piccola che teneva per mano all’asilo.
“Mi dispiace” mi ha detto “non stavo bene”.
Sapevo che non ce la fa ad arrivare puntuale, non so per quelle dinamiche familiari ma succede. lei mi ha detto che poi sarebbe andata al mercato, il suo viso era il mio, forse più stanco. Ci ho pensato tutta la mattina: non dovevo sgridarla. Cercherà di fare quello che può. Non si tratta di essere una madre una buona o una cattiva madre.
Si tratta di essere una madre.
E questa è la nostra vita, sempre di corsa. In lotta con il tempo e con gli animi.
I nostri, dei figli, del marito se c’è.
Dopo la scuola sono andata al centro antiviolenza fino alle 14:30. Ho comprato la frutta e la verdura e sono arrivata a casa.
La girl grande aveva appena finito di mangiare, mi ha raccontato due cose sulla scuola, Io ho cercato di infilare la spesa in frigo, rassettare un attimo e ho beccato qualche avanzo. Mi sono seduta pronta a mangiare pure io.
Lei stava andando in camera sua, ma è tornata indietro e mi ha detto: ” Mamma, mi fai pena. Mi sembri così stanca! Sto qui con te mentre mangi”.
Le ho sorriso, di certo il mio obiettivo non è fare pena le mie figlie e so che non ha usato la parola giusta. Se potessi cambiarla userei la parola tenerezza.
Io le vedo le madri. Provo tenerezza per loro. Tenerezza per me.
Poi, oggi, per caso, che le cose non capitano mai a caso, ho trovato attaccata ad una fotografia all’interno di una mostra a Spazio liquido.
“Nel momento in cui un bambino nasce anche una madre sta nascendo.
Lei non è mai esistita prima.
La donna esisteva ma la madre, mai.
Una madre è qualcosa di assolutamente nuovo”. O.R

Ecco. Noi siamo qualcosa di assolutamente nuovo. E come tale inconfrontabili.
E devo dire che mi sembra bellissimo potermi giocare così il mio essere madre.
Con la libertà, non di essere la migliore, ma di essere solo una madre.
La madre delle mie figlie.

Vi abbraccio tanto.
Penny

5 comments on “Essere solo una madre. Non perfetta. Madre.”

  1. Ciao Penny,
    Io sono una di quelle madri che non vede l’ora di andare a prendere il figlio a scuola. Giuro, sono al lavoro e faccio il conto alla rovescia,in attesa di vedere il suo visino che si illumina quando mi scorge in lontananza,davanti al cancello..mi si riempie il cuore. Appena mi raggiunge lo accarezzo e lo bacio come se nn lo vedessi da un mese…mi godo questi attimi con tutta l’intensità possibile, immagazzino ricordi, sensazioni, profumi ai quali attingerò in futuro, quando probabilmente diventerà un adolescente scontroso… Bello il tuo blog e il tuo libro,l’ho appena finito. Complimenti

    • Cara Deborah credo che ognuno sia madre a suo modo e tu hai trovato il tuo, il che è meraviglioso. Grazie per le parole. Per la fiducia ed avere acquistato il libro. Ti abbraccio Penny

Rispondi