Diciamo che ci provo ad essere una madre con la testa sulle spalle. Però in quella testa ho davvero tante cose da far quadrare. Alcuni pensieri sono davvero pesanti e un po’ schiacciano. Le girls mi prendono in giro costantemente perché dimentico le cose, perché metto oggetti dove non dovrebbero andare. “Sei imbarazzante”, mi dicono. Mi prendono in giro per i piedi, dicono che sono orribili, per il divano letto in cui dormo.
Ieri è successa questa cosa, il nostro bagno è piccolissimo, in due non ci si passa, ha una finestrella divisa in tre che incornicia in alto una parete. Una finestrella antica molto bella ma, essendo la parete divisoria dalla camera delle girls, fa passare la luce. Questo per dire che, quando vado in bagno ed è tardi, devo stare al buio, altrimenti loro mi urlano di tutto, così, a volte, capita che sbagli lo spazzolino ?. Allora, la girl grande ha scritto il nome con il pennarello nero indelebile sul mio, solo che non è bastato e l’altra sera, nonostante abbia cercato di azzeccarlo, l’ho scambiato di nuovo??‍♀️. Disperata ha preso un pezzo di carta e ci ha scritto quello che vedete nell’immagine qui sotto.

Ecco. ?

Dire che mi sento un disastro è poco. Dire che ogni tanto penso abbiano ragione è poco.

Ma quando sono entrata in bagno, in quel bagno con il lavandino micro e la porta micro e ho visto il bicchiere, ho iniziato a ridere, a ridere, e loro con me.

Perché, alla fine, essere un disastro non è poi così male, permette le prese in giro, la possibilità di fallire (mettiamola così!), accettare la vita per quello che è: caotica e incasinata.

Le madri per quello che sono.

I figli per quello che sono.

Non so se le girls saranno migliori di me, io mi auguro siano meno sbarellate ma, allo stesso modo, mi auguro che provino la stessa intimità, quella che ci appartiene.

Un’intimità che ci fa ridere e stare bene. Così bene che, nonostante la fatica, a volte, nulla è così bello come l’essere qui, in questo buco di casa, ed esserci insieme.

Penny

2 comments on “Essere insieme è quello che conta. Vaffanculo la fatica.”

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