E le girls sono partite! E non farò come quelle madri che dicono: già mi mancano! E girano per casa e si sentono perse. Come una rassicurazione di essere brave.

No, io brindo ? a questi tre giorni di libertà. Come una roba seria, uno spazio buono.

E sapete una cosa?

Non ho paura della solitudine. Non più. Brindo pure a lei.

E ogni tanto mi chiedo come ho fatto ad essere così terrorizzata da riempirmi la vita fino al bordo.

Come ho fatto ad accettare tutto per quella maledetta paura della solitudine.

Come ho fatto a pensare che l’amore di un uomo, potesse colmarmi l’esistenza.

Come ho fatto a rinunciare ai miei progetti.

Come ho fatto a pensare, quando le bambine erano piccole, che quello spazio avrebbe riempito tutto il resto.

Non è così.

La vita sa essere generosa, ma ha bisogno di incompletezza, ha bisogno di aggiunte, di perdite, di partenze, di figli (intesi anche quelli degli altri), di amore, di passioni.

Ma, soprattutto, ha bisogno di equilibrio.

Un equilibrio instabile. In movimento perenne.

Se un aspetto domina un altro, se lo copre, lo possiede, lo oscura, qualcosa non va.

E la vita implode.

Come ho fatto, mi chiedo ogni tanto, ad avere così paura di restare sola?

Ora mi godo l’assenza di peso. Il vuoto come un’occasione da prendere al volo.

Intanto quelle due figlie sono dentro di me, impregnate nella pelle e chi le schioda più!

Ma per amarle come si deve ora lo so: devo lasciare lo spazio ad altro.

A quella vita in cui loro non c’entrano. L’amore non c’entra. In cui c’entro io. Solo io.

Come un meraviglioso egoismo.

Penny

PS: provare per credere!?. Non sentitevi in colpa.

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