Ieri mi sono svegliata presto. Obiettivo n1: cercare le credenziali del registro elettronico.

Obiettivo n2: verificare la rimandatura della mia girl, alle ore 9,00 precise. Una, due, nessuna materia?. Classe quarta liceo classico.

Una cosa è certa, per l’impegno avrebbero dovuto darle direttamente la laurea. Ecco. Ma l’impegno a volte non basta.

Dopo un paio di tentativi, riesco a recuperare le credenziali, anche perché, le mie password (siccome le dimentico) sono tutte uguali ?.

Alle 8,15 vado a scuola per una riunione. Alle nove meno cinque inizio a controllare ‘sto cavolo di registro. Niente.

Non è la rimandatura a preoccuparmi, come sapete, ogni anno se ne è fatta una: o latino o greco??‍♀️. È il suo stato d’animo a mandarmi in ansia.

Così, cerco di concentrarmi durante la riunione, dando uno sguardo, ogni tanto, al registro.

La mia girl, il giorno dopo, avrebbe compiuto diciotto anni, niente festa in grande, anche questo lo sapete. Niente abito principesco, inviti, ballo, niente location da sogno. Controllo il conto sul telefono, sono in rosso. Pazienza, mi dico, ma sale l’ansia.

Controllo di nuovo il registro. Niente pagella. Inizio davvero a preoccuparmi.

Ascolto le colleghe a fatica. Penso a mia figlia. A quello che avrei voluto per la sua vita. A questa famiglia incasinata. Alle poche sicurezze che posso fornirle.

Domenica ho passato una giornata tra amici e conoscenti e ho ascoltato progetti futuri di altri genitori per i propri figli: lo mando un mese in Inghilterra…vuole studiare fuori Genova… sta facendo il corso per entrare a medicina (ovviamente a pagamento)…vuole entrare alla Bocconi.

E io penso: per quanto mi riguarda, la mia girl deve trovarsi da sola le sue occasioni e limitare il campo. Insomma, da queste conversazioni ne esco con le ossa rotte. La verità è che vorrei anch’io impilare possibilità. Essere in due a parlare dei figli. A preoccuparmi dei figli. A fornire occasioni.

Comunque, intorno alle undici, la girl mi chiama agitatissima e mi dice che sono usciti i quadri. È rimandata ma non sa di quante materie. Il registro è momentaneamente fuori uso?.

Inizia a delirare. La tranquillizzo come sempre: “Qualsiasi cosa succederà saprai affrontarla”.

Reggo, davanti a lei reggo, ma la paura si impadronisce di me. Quella paura che si chiama competizione sociale, che insinua dubbi e non serve a niente. Solo a far star male noi madri e farci pensare che proteggere i nostri figli dai problemi, sia la soluzione a tutto, ma non è così.

La girl continua a mandarmi messaggi preoccupata. Io so che dentro a quella rimandatura c’è altro. La sua incertezza, ad esempio. La sua percezione di rifiuto.

Chiamo il liceo. “Si saprà in giornata, forse domani” mi dicono.

Finita la riunione, mi decido, parto con la moto e vado a scuola. Altrimenti quella oggi non mi farà fare vita. Qualcuno a cui chiedere troverò, mi dico.

Entro nell’atrio, e per una volta sono baciata dalla fortuna, trovo la prof. di greco.

La fermo e con gentilezza, un po’ imbarazzata le chiedo se può dirmi qualcosa.
“Rimandata di latino”, mi risponde.

Solo latino! Inspiro. E mi sento una cretina per lo stato in cui sono ridotta. Per il conto in rosso. Per quello che non posso fare. Per le sconfitte. Per le esperienze che non le posso offrire. Per il pozzo in cui cado, ogni volta.

Esco. Mi siedo sulle scale.
Chiamo mia figlia. Sono esausta. Mi fanno male le gambe.

Le racconto che sono corsa a scuola, le comunico che può star tranquilla, le hanno dato solo una materia.

“Davvero sei andata a scuola? Ti devo fare una statua” mi dice lei “ti voglio tanto bene”.

E, io su quelle scale piango. Per la madre che vorrei essere e non sono. Per quella paura di non fare mai abbastanza. Per la consapevolezza che, spesso, ciò di cui hanno bisogno i nostri figli non è ciò che immaginiamo per loro.

Mi calmo, vado in posta a pagare due bollette e torno a casa. Stremata.

Quando arrivo, lei ha i musi. Suo padre l’ha cercata. Dopo sei mesi. Lui propone un incontro per il pomeriggio.

“Non vorrei vederlo oggi” mi dice “non me la sento. Ma domani faccio diciott’anni, non so cosa fare”.

Ogni volta ci spero. Per lei. Per loro. La spingo. “Vai, è tuo padre”.

Che frase stupida, penso. Può essere piena oppure vuota. Ma non glielo dico.

S’incontrano.
Lui vuole le sue scuse. Lei è ferita. Non so chi dei due si alza e la chiude lì. Ma succede. Un’altra volta.

Mi chiama, io e sua sorella siamo in giro a comprarle qualche scemenza per il compleanno, piange a dirotto.
“Sto male”.
“Sei sola?” le chiedo.
“No con Sofi, mi sta consolando, tra poco vado a casa”.
“Va bene. Ci vediamo lì”.

Ha un’amica vicino. A volte noi non siamo necessari.

Mentre stiamo tornando, mi chiama una delle sue migliori amiche e mi dice: “Festa a sorpresa per stasera”.

Per la mia girl hanno organizzato una caccia al tesoro per Genova. Diciotto tappe.

Ogni tappa l’aspetterà un amico o un amica significativa e un regalino.

La sua diciottesima tappa siamo io, sua sorella, insieme al figlio del mio compagno che ha la sua stessa età.

I suoi amici hanno pensato che sarebbe stato bello, per lei, concludere con noi.

E io piango di nuovo, commossa. I ragazzi hanno mille risorse e, a volte, basta davvero non fornirgliele su un piatto d’argento.

Mi offro per la torta, perché hanno pensato a tutto, proprio a tutto. E, alla fine, sono contenta non potermi permettere un compleanno da mille e una notte. Questo mi sembra molto meglio.

Così, io e sua sorella giriamo mezza città per trovare una torta come piace a lei e che non costi troppo.?
Compriamo trombette, occhiali con su scritto Happy birthday e una collana da hawaiana ( dai cinesi ?).

“Ci vediamo alle 23.15 a Spianata” mi dicono, che è il posto più bello di Genova. Uno di quelli dove si raggruppano i ragazzi.

Non sanno che io a quell’ora dormo già ? e che oggi è stata davvero dura.

Non sanno quanto gli sono grata per essere la diciottesima tappa di mia figlia. Per aver pensato a me e a sua sorella.

Davvero grata.

Vogliono anche una frase per l’ultimo biglietto. “Che sia il tuo pensiero a concludere la serata” mi dicono le sue amiche.

Così io glielo detto, ma sono loro a scrivere: “Vorrei che riuscissi a guardarti con i miei occhi e quelli di tua sorella. Amarti è un onore”.

Ed è così.

E vorrei che bastasse e non basterà, ma io, come voi, con i vostri figli, ce la metterò tutta affinché lei stia bene.

Perché, quando riemergo dal pozzo, so che quella è l’unica cosa che conta.

Che lei sappia di essere amata esattamente per il casino che è.

Sappia che alle intemperie si sopravvive. E che l’amore, il più delle volte, sa restare.

Farsi esperienza e trasformarsi in dono. Per se stessi e per gli altri.

Penny

PS: ci hanno preparato il bigliettino. Commovente ciò che si muove.?

PS: lei quando mi ha visto, mi ha cacciato immediatamente ?

Forse aveva ragione ?.

PS: non preoccupatevi troppo per loro. Ce la faranno.❤️

54 comments on “I figli. Le rimandature. Il diciottesimo da “non principessa”. Una madre che cade nel pozzo.”

  1. Questo post mi ha emozionata tantissimo, tanto è l’amore che ne esce. Tu che vai a scuola a stalkerare i prof, il padre che si fa vivo e uno spera per farle gli auguri ed abbracciarla ed invece pretende scuse….il giorno prima del diciottesimo! Gli amici che organizzano la caccia al tesoro in 18 tappe (che idea favolosa!) e gli occhiali ridicoli! E’ tutto bellissimo e molto meglio di una festa in abito lungo. Siete bellissime! W gli amici !!!!! Un abbraccio a te e alla tua maggiorenne.

    • Non lo so. Non si è capito. Credo sia una questione di tenerla lì, penso, ma è una mia libera interpretazione. Io cucio il cuore quando è a pezzi, a volte bene, a volte insomma.
      Grazie per le parole belle…Penny❤️

  2. Penny, quante emozioni, lucciconi e pelle d’oca.
    Tanti auguri alla tua girl, c’è tanto amore e amicizia intorno a lei, è una ragazza fortunata….

    • Sai è più facile scrivere che essere…insomma ci provo ma tra di noi, spesso, è un casino. ??‍♀️ Penny

  3. Ciao,
    ho preso l’abitudine e il piacere di leggerti. In questo blog sono in netta minoranza: un papà che si fa un culo infinito per pagare alimenti assurdi (li ho scelti io quando le cose mi andavano bene)e che ha offerto il regalo del 50% della casa per una piccola riduzione. Nel frattempo ho venduto la macchina e uso lo sharing e i mezzi pubblici. Cucino, lavo, stiro per me e per mia figlia, il grande è in America ovviamente a mie spese, e con grande dignità vado avanti.
    Il tuo post di oggi mi ha emozionato.
    Grazie di esserci

    • Caro Paolo, sai che ho pianto? Perché tutti pensano che io ce l’abbia con “gli uomini” ma non hanno capito niente. Quindi, grazie davvero. Non mi lasciare.❤️ Penny

  4. è qualcosa di speciale quel contrasto tra il suo volerti bene e cacciarti, Ludovica è fortunata davvero e lo sa anche lei ma è nell’ età in cui è difficile ammetterlo. il suo agitarsi comunque per l’ esito quando sa che dall’ altra parte ha te che vedi tutto l’ impegno che ci ha messo e la supporterai nella sua delusione senza gridarle dietro, il suo voler credere fortemente che il papà la vuole vedere perchè fa gli anni.
    le 18 tappe della sua vita con persone e parole importanti… credo che una festa così originale la porterà dentro a lungo, bravi questi ragazzi nella loro idea creativa e nella loro vicinanza.
    una giornata fatta di un arcobaleno di emozioni,
    grazie per il tuo racconto Cinzia, fa parlare e vivere l’ amore.

  5. Quanto ti capisco! La mia ha 10 anni.. e con il papà si gioca solo… ovviamente a casa mia, perché a casa di lui “ non ci sono cose per bambini”. E penso al futuro fatto di mille paure e decisioni da prendere da sola. Sabato ho avuto un crollo e non mi sono ancora ripresa, ho la lacrima in tasca.

    • Sonon in treno e sto piangendo a dirotto mentre leggo il tuo post…
      Quanto amore, quante emozioni, quante difficoltà…le sento tutte le paure che descrivi: la paura di non farcela, il non sentirsi adeguata, il senso di sconfitta per non essere in grado di offrire possibilità ai figli…
      Non Capisco il padre…non lo capisco proprio…
      Gli amici sono preziosi…uno dei doni più importanti e preziosi che la vita ci possa fare: ti conoscono e ci provano a farti felice! E poi a questa età sono fenomenali.
      Tua figlia è fortunata ad avere voi e gli amici vicino
      Buon compleanno Ludovica!

      • Cara Babs, grazie. Il giorno dopo ho parlato con mia figlia e le ho detto che l’amore genera amore, quello che torna è sempre di più di quello che abbiamo dato. Grazie Penny

    • Cadiamo Terry un milione di volte, e la paura è prudenza e riflessione, indica la strada, sarebbe da sciocche non averne, ma dentro di noi c’è anche la forza di ripartire. Pensa a quello. Ce la facciamo, in un modo o nell’altro, siamo qui. Penny❤️

  6. Siamo cugine ank se nn c conosciamo veramente..( tristezza…)…m piace un sacco leggerti qui ( libro letto in un baleno) ..amo il tuo modo d esporre e m piace vedere k le tue figlie son circondate a qnt pare da amici ancora pieni d iniziativa…ne approfitto x fare i miei piu cari auguri x i 18 a LEI…k mi ha fatto un ottima impressione l unica volta k l ho incontrata..nel momento peggiore della tua vita credo…Un grande abbraccio…se t va scrivimi!!

    • Grazie che bello! Averti qui, un pezzo della mia storia. E c’è un filo sottile che ci rende vicine non perché siamo parenti ma perché ci capiamo ed è bello. Davvero.❤️ Con affetto Penny

      • Grazie 1000 Cinzia! Ti ho nel cuore x’ sei tu e ancora di piu x’ la penso come te su tantissime cose!! Leggendo quello ke scrivi tu ho l impressione di scriverlo io!!! …Stesso modo di vedere le cose…!! Felice in qlk modo di averti ritrovato!!!!! 🙂

      • Ne sono felice. Ti abbraccio. Bello sapere di essere compresa e anche ritrovarsi. Penny♥️

  7. Ho tanti ricordi della Ludo …i suoi primi giorni di scuola,i suoi disegni da bambina, me la ricordo in quel banco di scuola… E ora …una donna … Ricordo anche suo padre di come la guardava ,di come si guardavano ,lei era la sua principessa, ricordo il pranzo a scuola dove eravate insieme a guardarla a viverla, ricordo i tuoi sorrisi guardandola alla fine del suo primo anno di elementari,ricordo il tuo orgoglio,ricordo la Mati he faceva con i suoi piedini le scale per andare all’ all asilo sopra…. ricordo le sue mani..una nella tua e l altra in quella di Ludo…ricordo i tuoi sogni… Questo post mi ha riportato a quei giorni… E mi ha commosso davvero tantissimo! Ti stimo e ti abbraccio senza spazi , un abbraccio stretto stretto con tantissimo affetto! Marti

  8. Mammamia….quanto ho pianto!!!! Gli affetti sono la cosa più potente della vita. Una stretta alla tua creatura…?e a te!!

  9. che belli questi giovani, credo una sorpresa così si possa difficilmente dimenticare, va al di là di qualsiasi festa desiderata. E voi, la tappa n. 18, geniale e perfetta, il posto giusto. Bella Ludovica che ti adora e ti caccia insieme, è fortunata, sa di esserlo ma è difficile ammetterlo ora. è un racconto che non può lasciare indifferenti, grazie Cinzia fai vivere e parlare l’ amore!

  10. Bellissimo. Arriva dritto al cuore, scagliato come una freccia. Mi sono commossa. Auguro il meglio a te ed alle tue ragazze. E, scrivi da dio!

    • Cara Alessia, nessuno mi ha mai detto: scrivi da Dio! Bello sapere che le mie parole arrivino al cuore e non trovino resistenze.❤️ Grazie Penny

  11. mi ritrovo molto in quello che racconti é un Po la mia esperienza. essere genitori è difficile fatichiamo amiamo e non siamo compreso fintanto che i figli sono adolescenti. ma sono certa che crescendo tutto ci tornerà indietro e saremmo ricompensare vi voglio bene stefania

  12. Che altalena ragazzi! ce la faro’ io a reggere tutto cio’? 🙂
    Grazie delle tue condivisioni. delle tue esperienze. sempre bello leggerti. Complimenti.

  13. Non riesco a smettere di singhiozzare (e mi ero appena truccata e messa il rossetto rosso “come la Penny”…)
    Perché è tutto così uguale, il senso di umiliazione per non riuscire a dar loro tutto quello che si meriterebbero. E la bellezza di scoprire che, almeno ogni tanto, quel tutto siamo ancora noi.
    Ce la faremo, ce la faranno, ce la stiamo già facendo tutte insieme. Tanti auguri alla diciottenne!

  14. Cara Penny, scusa se sono così confidenziale pur non conoscendoti, ma questo post mi ha colpito particolarmente, ho ancora le lacrime, non so bene perché ma è una sensazione piacevole, ho una bimba di 6 anni che a settembre entrerà in 1 elementare.. ho il cuore in gola a pensarla più ” grande”, con il suo zaino e i suoi quaderni tra i banchi di scuola…
    La vedo ancora così piccola.. che una parte di me pagherebbe per trattenerla ancora un po’ alla materna.. ma è giusto che vada avanti.. che viva nuove esperienze, che inciampi, si rialzi, che sorrida, pianga…che viva la su vita insomma.. ed io sarò sempre lì a seguire i suoi passi, impegnandomi a non essere troppo invadente e non sostituirmi a lei nelle decisioni importanti della sua vita. Sara dura ma ci proverò.
    A te faccio i miei più sinceri complimenti, ?

    • C’È un modo per non essere invadente, occuparti della tua felicità. Tu segui quella strada e vedrai che andrà tutto bene. ?❤️

    • Non devi sentirti inadeguata, lo siamo tutte, quasi sempre e poi il fatto che tu te lo chiedi è già importante. Ecco. ❤️

  15. Grazie Penny, oggi questo tuo pezzo è stato per me una risposta, una risposta positiva ad uno stato che, da quando mia figlia è nata emerge di tanto in tanto, ultimamente troppo spesso.
    Ho letto le tue parole e sentito che erano anche le mie, le mie paure, le mie speranze: l’oppressione di questi giorni si è allentata. Andrà tutto bene.
    Grazie.

    • Cara Juliet, essere madre vuol dire finire in un sali e scendi continuo. Ogni tanto bisogna ricordarsi di lasciare andare e basta. Le cose andranno bene. Crederci funziona.
      Con affetto Penny

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