La verità è che possiamo scegliere che tipo di donne vogliamo essere.

Ad esempio, possiamo scegliere se essere delle madri alla continua ricerca di soddisfazioni nei figli oppure occuparci del nostro desiderio.

Farci in quattro per ottenere uno spazio di impegno verso noi stesse.

Possiamo scegliere se essere capaci di azioni politiche, anche piccole; guardare verso il mondo, oppure essere madri che si occupano di lustrare i propri figli, senza accorgersi di quelli degli altri.

Donne che votano come i mariti. Che si accontentano di qualche regalo firmato. Che, in fondo, hanno un orticello di prato finto da coltivare e lo guardano con ammirazione, e pensano che i figli non si siano accorti che si tratta di erba sintetica.

Possiamo scegliere. Perché non basterà cucinare piatti preferiti, preparare torte ai compleanni, controllare che prendano voti buoni a scuola. Non basterà.

Non a renderli capaci di affrontare il mondo e a trovare il senso dell’esistenza.

Possiamo scegliere che donne vogliamo essere e di conseguenza che madri, perché la seconda non può prescindere dalla prima.

Infilarci nel ruolo che la società ci chiede, rispondere alle aspettative, oppure, essere madri in grado di costruire continuità nella lotta verso l’uguaglianza dei diritti.

E non solo tra uomini e donne ma anche per chi non è così fortunato come noi.

I nostri figli ci vedranno, vedranno che donne siamo, capaci di porre attenzione, di farsi domande, di non accontentarsi di una vita sintetica.

Capaci di affrontare difficoltà quando ci sono, di infervorarsi per un’ ingiustizia lavorativa e umana, di incazzarsi se viene uccisa nel nostro Paese una donna, se anche solo un bambino non viene salvato.

Dobbiamo impegnarci al di là della nostra zona d’azione, la casa e la cura.

E ve lo dico perché c’è stato un tempo in cui pensavo che per essere felice bastasse svegliarsi la mattina, organizzare la propria giornata, quella della famiglia, avere un uomo accanto a garanzia, pensare alla spesa e alla cena, aspettare che qualcuno notasse il culo che mi facevo e mi dicesse che ero brava, comprarmi una Louis Vuitton o una Gucci, magari un vestito quando ero triste ( questo lo faccio ancora ?) per essere una buona madre.

E fregarmene del resto.

C’è stato un tempo in cui pensavo che guardare crescere i miei figli fosse sufficiente.

C’è stato un tempo appunto, perché mentre osservavo il mio pezzo di prato sintetico lo stomaco continuava ad aggrovigliarsi, come se mi mancasse sempre qualcosa.

“Non sei mai contenta” mi diceva qualcuno, ed era vero. Non ero contenta.

La verità è che possiamo scegliere sempre.

Possiamo decidere che i nostri figli abbiano davanti esempi di donne capaci di non attraversare un’esistenza di trascinamento.

Questo presuppone che alcune persone intorno a noi, si arrabbieranno, ci considereranno ossessive e rompicoglioni, magari ci abbandoneranno o non lo faranno perché ci considerano cosa loro, ma il potere sulla nostra vita non ha prezzo.

E se guardo le mie figlie so che mi vedono, vedono una donna prima che una madre e, soprattutto, si vedono.

Il loro futuro non sarà un pezzo di prato sintetico, ne sono sicura.

Magari saranno scalze, si sporcheranno i piedi, inciamperanno, ma sapranno che la vita per determinarsi ha bisogno di senso. Al di là del nostro orticello.

E, sapranno, che ogni giorno loro possono scegliere che tipo di donne essere. Possono lottare per ciò che desiderano e, soprattutto, per lasciare un terreno fertile in cui costruire nuove azioni. Essere continuità ed esempio.

Possiamo scegliere. Sempre. E se qualcuno non capirà, pazienza.

Fate la scelta giusta, non accontentatevi e siate un peso specifico per le vostre vite.

Fate in modo nella conta, di contare. E tanto.♥️

Penny

4 comments on “Possiamo scegliere che tipo di donne essere. E che tipo di madri.”

  1. I nostri figli saranno le persone che abbiamo mostrato noi stessi di essere. Credo che il nostro compito di genitori sia quello di aiutarli a farsi i muscoli, le ossa e la testa che servono per vivere bene la loro vita e godersela.

    • Non credo saranno uguali a noi. Avranno la loro vita da vivere, sarà questa a fargli fare i muscoli. Abbiamo dovere di cura e di dovere di far notare loro anche le nostre imperfezioni e fallimenti come vita normale come è normale rialzarsi.
      E dovere di insegnare loro come e quando siamo felici e di accorgesene. Perché loro saranno felici si, ma anche di altre cose.

      • Concordo in pieno. Dovremmo, a volte, invece, non siamo capaci di mostrare la verità e tendiamo ad edulcorare la vita. Intanto loro lo sanno come siamo e imparano ad essere sinceri con se stessi oppure no. Un abbraccio Penny

    • Sì, lo penso anch’io. Come un panorama offerto. Speriamo bene.
      Claudio ti abbraccio. Grazie di tornare qui. Penny

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