La vita non è mai solo dolore, oppure solo gioia. Anche se è facile mostrare al mondo che sia tutta una felicità.

Ma sono balle.

Spesso, l’esistenza ci mette a dura prova. A volte, il conto delle delusioni è altissimo.

La verità è che non dovete mai cedere, né dubitare di voi stesse e di quello che l’esistenza mette sul campo.

Quasi sempre ha il suo senso.

Per non soccombere è necessario vincere le avversità, quelle fanno parte della vita, e lottare contro lo sconforto per spingere se stessi e le proprie passioni oltre il baratro.

È quell’idea di desiderio di noi stessi che non dobbiamo abbandonare, di cui non dobbiamo dubitare, anche dentro al caos, anche quando nessuno ci crede.

Basta fare un passo dopo l’altro credendo a sé stessi, più che al giudizio, più al ciò che si deve fare.

Basta un’idea da perseguire con forza, verso cui non perdere la speranza.

E un giorno succederà: la determinazione nei confronti di voi stesse avrà la meglio e sarete lì dove avete desiderato di essere.

Penny

PS: tenete ferma in testa e nel cuore quell’idea di voi, lottate contro lo sconforto, so che c’è, che ogni tanto coglie, ma non abbandonatevi mai lungo il sentiero. Continuate a camminare, abbiate fiducia in voi e nell’esistenza. Funzionerà.

4 comments on “Non dubitate mai di voi stesse e di ciò che la vita mette in campo.”

  1. Ciao Penny,
    Vedo con piacere che hai messo su un laboratorio di conversazioni!!!
    Bellissimo! Fossi qui ti seguiremo!
    Qualcosa di simile sto cercando di portarlo nella mia città: speriamo di farcela!
    Da quando ti ho scritto l’ultima volta sono successe molte cose…alcune belle alcune meno belle…
    Io non lo so come spiegarlo ma credo che sia vero ciò che si legge nei libri, ciò che la psicoterapeuta cercava di farmi capire: quando senti quel continuo rosichio nello stomaco, quando sei perennemente come in uno stato di allarme, quando il tuo corpo manda sei segnali…evidentemente quella strada non è la tua, è una vita o una relazione che cozza con i tuoi valori, con ciò che sei tu.
    In parte è ciò che dici tu quando scrivi “se resti un motivo c’è”.
    Io l’ho percorsa quella strada…me ne sono anche andata da quella vita…mi sono separata ufficialmente il 25 maggio 2018 ma già dal 27 aprile 2017 era finita.
    Non sto qui a spiegare i motivi.
    In questi ultimi due anni ho perso molto di me stessa: ci ho rimesso la mia dignità la mia autostima la mia salute.
    Ho intrapreso una strada che pensavo fosse la mia nonostante tutto e nonostante tutti.
    Non ho avuto un giorno di felicità…non un giorno di serenità.
    Pensavo fosse, come qualcuno mi diceva, x la mia debolezza di carattere e senso di colpa e sudditanza.
    C’era un costante campanellino di allarme dentro di me, segnali che non volevo ascoltare…
    È stato un periodo difficile: la separazione anche quando la decidi, ti stritola.
    Te i tuoi figli il tuo ex la famiglia…
    Mi sono separata cercando la felicità, la crescita personale, l’amore: tutte cose giuste in una situazione “normale”.
    Tutte cose giuste se questo non supera un limite: il rispetto x se stessi. Non i figli, non la famiglia: il rispetto x se stessi.
    Ho capio che sì, ho dei limiti. Ma non è la debolezza di carattere che mi ha fermato giusto appena prima dello strapiombo, o la mancanza di coraggio o l’essere vittima delle convenzioni sociali e familiari.
    Il famoso campanello.
    Io non lo volevo ascoltare, come non volevo ascoltare il mio corpo: una storia non ti spinge a calpestare te stessa e chi ti è vicino, figli compresi.
    Ho cominciato ad aprire gli occhi grazie alle riflessioni cui la psicoterapeuta mi spingeva a fare e quando ho iniziato a leggere “Il manipolatore narcisista” di Genevieve Schmit non ho avuto pace.
    Da sola non ce l’avrei fatta.
    Se il destino non ci avesse messo del suo: perché poi le cose non succedono per caso.
    Io sono stata fortunata: il preservare i figli dalla sofferenza, le amiche che hanno fatto scudo (tralascip la tortura emotiva e morale e mentale a cui invece mia madre mi ha sottoposto) ed il destino (perché le cose capitano x un perché forse! Come dice Jung) mi hanno permesso di capire in che circolo vizioso mi trovavo.

    Oggi ancora rinuncino ogni giorno ogni istante su quella storia, su ogni singola parola detta ed ogni singolo gesto. Non nascondo che quel senso di colpa mi assale.

    Ma so x certo che non ho agito x codardia, non x comodità, non per sudditanza o mancanza di spessore.
    Nel momento in cui ho capito che non potevo stare con un uomo così, che non ero io ad essere malata di testa, che mai e poi mai sarei tornata indietro fosse stato ultimo uomo sulla faccia della terra, ho RESPIRATO.
    Certo, molto devo lavorare su me stessa per superare alcuni limiti e fortificare il mio carattere.
    Questa parziale recuperata “tranquillità” mi ha permesso di guardare la mia vita da un’altra prospettiva…
    Grazie

    • Babs, tu per me qui sei stata una presenza e non ci crederai ma ti ho pensato e i tuoi post salivano e scendevano, a volte ti comprendevo, a volte facevo fatica. Capivo che stavi provando a cercarti e come ogni cammino c’erano fermate, passi avanti, ritorni. Leggerti questa sera, leggere le tue parole, è bello. Sapere che stai bene è bello. Certo, la vita prevede strade tortuose, ma finché siamo in ricerca, finché lavoriamo per salvare noi stessi senza pensare di salvare gli altri, mariti, familiari, figli, siamo in cammino. Questo conta. Grazie per esserti raccontata sempre, questo è un grande dono. E torna. Penny❤️

  2. Si cara Penny forse sto un po’ meglio.
    Ho allontanato dalla mia vita la persona che avevo incontrato, la sua malvagità e questo mi ha permesso di recuperare un po’ di serenità, a me ed i miei figli, un po’ di autostima.
    Mi ha permesso di recuperare il rapporto col padre dei miei figli e chissà che da questa separazione, secondo me necessaria per capire tante cose degli errori fatti da entrambi, nella coppia, non nasca un nuovo rapporto, come la fenice che risorge dalle proprie ceneri.
    Le ferite col tempo si rimarginano ma le cicatrici restano: mi guardo indietro e in questi ultimi due anni non ho conosciuto un minuto di felicità. Solo tanta merda. Mi ha risucchiato l’anima.
    Le mie amiche sono state scoglio x me. Scudo. Sono state fondamentali x aprirmi gli occhi , x svegliarmi dal torpore: non lo so…ci sarei ricascata di nuovo forse è forse non ne sarei uscita più e avrei compromesso x sempre la serenità dei miei figli.
    Rabbrividisco nel pensare ciò che sarebbe stato se è solo se…
    Ora voglio solo riprendermi e coltivare il rapporto col padre dei miei figli, il mio ex compagno è vedere semmai ci sia l’opportunità di riprendere le fila della ns storia.
    Ma sono consapevole che molto devo lavorare su me stessa perché quello che mi è successo ha un’origine e fino a quando rimettiamo la nostra felicità nelle mani di qualcun altro – un uomo- sarà difficile sentirci apposto.
    Ps. Ho detto alla mia amica di Genova, Mariangela, del corso. Chissà magari verrà
    Un bacio

    • Cara Babs, dentro di noi c’è sempre la forza per riuscire ad emergere. A volte ci sembra di non farcela, ma non è così. In tutti noi, da qualche parte, c’è quell’energia che ci spinge avanti e ci permette di non soccombere allontanando le persone che ci fanno male. Certo, bisogna avere fiducia in se stesse e non è sempre facilissimo, soprattutto, se non ce l’hanno insegnato. Però, è possibile. Ti abbraccio. ❤️ Penny

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