In questa società c’è spazio solo per la felicità. Te la mostrano ovunque.

E se non sei felice sei esclusa.

Per questo a volte stiamo male, perché, si racconta solo una parte della verità.

Perché, di fronte a tanto splendore, pensiamo di essere le uniche a sprofondare.

Ma come? Non ci avevano raccontato che l’amore risolveva ogni cosa?

Se c’è l’amore c’è tutto.

E se non c’è? Se non lo troviamo? O ciò che troviamo non ci piace abbastanza? E se quell’amore non sta funzionando? Se quei figli che immaginavamo non arrivano? E se arrivano e non sentiamo le campane della maternità suonare a festa?

Se la felicità non è felicità?

Ecco, la felicità non è mai in continuità con sé stessa, anche se viene rappresentata così. Sempre e comunque presente.

I sorrisi, a volte, non sono sorrisi, la verità è solo conservazione.

Il tempo passa e invece di stare con noi, dentro al nostro essere, rispondiamo a qualcosa di aleatorio che esiste solo nell’immaginario collettivo. Qualcosa che serve a conservare un sistema che tra l’altro non esiste.

Rappresentiamo la famiglia del Mulino Bianco e in Italia le famiglie tradizionali sono solo il 25%.

Parliamo dell’amore come la risposta a tutto e le donne continuano a morire.

Rappresentiamo appunto, e noi annaspiamo cercando di stare al passo.

Poi, sprofondiamo, appunto. E facciamo di tutto per negare l’evidenza. Non stiamo bene, lo sappiamo, ma non si può dire.

Fino a quando qualcuno ci permette l’accesso all’infelicità e ci dice: succede anche a me.

Ecco, è successo anche a me, succede costantemente anche a me di non essere felice.

Di essere insoddisfatta, preoccupata, nervosa, in ansia. Di chiedermi cosa cazzo mi stia succedendo. Di desiderare un Xanax.

Però, tutte le volte che mi sono fermata, e non ho più seguito il carrozzone, concedendomi l’infelicità, sono sempre stata meglio.

Ora cerco uno scopo. Lo cerco nei giorni. A volte, è più grande; a volte, è piccolo, come muovermi lenta o non rispondere alle mie figlie.

Ma dentro alla ricerca di senso, c’è la vita, non quella mostrata o manifesta, c’è quella dell’oscillazione costante tra felicità e infelicità.

Ho accettato di sentirmi esclusa e mai come in quel preciso momento m sono sentita dentro.

Penny❤️

Vi abbraccio

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