Primo.
Se lui ti dice che non vali niente. Non ti ama.

Secondo.
Se lui ti fa paura. Non ti ama.

Terzo.
Se lui ti svilisce. Non ti ama.

Quarto.
Se gli scappano le mani, anche solo una volta. Non ti ama.

Quinto.
Se ti ripete che come madre non vali niente. Non ti ama.

Sesto.
Se mentre fate l’amore pensa solo a se stesso e lo pretende. Non ti ama.

Settimo.
Se ti dice che non hai combinato niente nella vita. Non ti ama.

Ottavo.
Se ti dice che lui ti ha dato tutto e non puoi lasciarlo. Non ti ama.

Nono.
Se ti dice che meriti solo di marcire all’inferno e te la farà pagare. Non ti ama.

Decimo.

Se ogni giorno ascolti frasi di questo genere, se lui ti mette il dubbio di non valere niente, apri la porta, scendi le scale, esci dal portone, trova un’altra donna e parla con lei. E poi un’altra e un’altra ancora che passa di lì o la vicina di sotto, quella dallo sguardo stanco come il tuo, fate capannello come quando eri bambina e avevi le guance rosse per la corsa o per il freddo ma non ti importava, sapevi di non essere sola. Anche adesso non sei sola. Parla con loro, sono sorelle, scoprirai che la tua storia è la nostra storia. E, sappi, che non è colpa tua, solo di questo sistema che ti ha chiusa lì, dentro a un appartamento diventato stretto e angusto e ha buttato via la chiave. Sappi che non è colpa tua, nemmeno se il tuo cuore batte per un altro nella speranza di essere salvata, oppure è un cuore disperatamente solo e non sa che fare. Sappi che puoi sederti su una panchina e desiderare ancora oppure continuare a camminare finché non decidi che tu vali di più di un uomo così.

Undicesimo.
Quello che senti è vero.

Penny

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