Qualcosa non mi è chiaro. Vi prego aiutatemi a capire se sono io matta oppure dobbiamo abbandonare le armi a qualsiasi forma di denuncia.

Succede che una ragazza segnala una molestia dagli operatori dell’Amiu a Genova. Dichiara orario e epiteti con cui viene apostrofata.
Dieci e mezza di sera. Fermata dell’autobus. Pieno centro cittadino.

Racconta l’episodio di facebook che diventa virale in fondo al post scrive: “Ho provveduto a inviare un’email all’AMIU e all’assessorato della mobilità di Genova raccontando l’accaduto, convinta che possano identificare chi, in quell’orario e in quella zona si trovava in servizio informandoli che i loro operatori vanno in giro intimorendo le donne e, di fatto, commettendo un reato, insultandole. Ora vediamo se a loro interessa qualcosa delle donne”.

Ecco, chiede all’Amiu di essere aiutata a trovare i due responsabili. Non accusa l’Amiu! O sono io che non so leggere la lingua italiana?


L’azienda fa un primo comunicato dichiarando che è sensibile alle tematiche della violenza sulle donne e che indagherà sull’accaduto.


Ieri in un articolo di Genova quotidiana di cui vi ho inserito il link, dichiarano di aver fatto indagini approfondite e che tali indagini non hanno evidenziato alcun tipo di responsabilità e coinvolgimento né del personale Amiu né delle cooperative che svolgono, con loro mezzi e operatori, compiti legati al ciclo della raccolta differenziata. E aggiungono:


“…Puntare il dito contro un’azienda di oltre 1.500 persone che ogni giorno lavorano per il bene comune, generalizzando un’accusa ancora da verificare, è un atto inaccettabile, lesivo dell’immagine e della reputazione di AMIU, delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori”.


Ora, aiutatemi a capire, una ragazza cerca di individuare due molestatori e tutta l’Azienda si sente lesa?

1500 persone si sentono lese perché una ragazza sta cercando due uomini che appesi ad una camionetta l’hanno insultata?
Ma quando una maestra picchia dei bambini e si cerca la verità, tutta l’istruzione pubblica si dovrebbe sentire lesa o accusata di tale reato?

Valentina è stata chiara, si è detta convinta che si possa identificare chi, in quell’orario e in quella zona si trovava in servizio e l’ha molestata.

Come insegnante sono contenta quando il Ministero manda i controlli, non mi sento lesa ma rassicurata, perché è in quel modo che tutela i miei diritti di lavoratrice, cercando le così dette mele marcie, se ci sono.

Detto questo non so di che indagini approfondite si tratti e se l’azienda abbia contattato Valentina, Valentina, però, sulla sua pagina si è scusata pubblicamente dicendo che non era sua intenzione accusare l’azienda ma i due uomini, cosa che ribadisco mi sembrava molto chiara.

A questo punto spero solo che Valentina abbia sporto denuncia alle autorità, perché non si tratta di lei ma di tutti, tutti, noi.

Rendere la molestia di Valentina, molestia fatta da due uomini e accusarla di aver leso i diritti dei lavoratori dell’azienda mi sembra un assurdo. 

Ribadisco, se fossi un operatore, un’operatrice, un lavoratore serio, una lavoratrice seria, non mi sentirei colpito o offeso, ma rassicurato dalla ricerca della verità.

È Valentina ad essere stata molestata, vorrei ricordarlo.

Rigirare la frittata, dicendo che ha generalizzato un’accusa, è come non credere alla vittima, negare che sia successo.

Ecco, questo mi sembra un assurdo.

Penny

https://genovaquotidiana.com/2020/02/14/insulti-dai-lavoratori-amiu-al-contrattacco-nessun-coinvolgimento-del-personale/

https://sosdonne.com/2020/02/11/molestata-storia-di-valentina-delle-nostre-figlie-di-tutte-noi/