Una mia amica ultimamente è stata molto male. Parecchio male.

Quando le persone a cui vuoi bene hanno momenti di difficoltà vorresti avere ricette pronte da servire su un piatto d’argento, invece, a volte, mancano le parole.

Capita che il destino sia davvero avverso e la fiducia nei confronti della vita venga a mancare.

Non vi sto a raccontare l’episodio per cui ha sofferto perché è un fatto privato ma vi posso dire che non solo è stato davvero doloroso il fatto di per sé, ma anche le risposte degli altri non l’hanno aiutata a uscire da quella situazione.

Mi sono messa nei suoi panni e ho pensato a quanto, a volte, anche nella mia vita ci siano stati eventi nefasti, la prima cosa che ti insegnano a pensare è che se succedono vuol dire che in qualche modo te li chiami.

In qualche modo la colpa è tua.

Non sei stata abbastanza brava, abbastanza aperta, abbastanza capace, abbastanza competitiva, abbastanza qualcosa.

È vero che siamo artefici del nostro destino ma, a volte, le cose succedono, i fatti tragici, i lutti, le malattie, la perdita di un lavoro, la fine del matrimonio, penso, ad esempio, alle storie d’amore dannose in cui cadiamo, a uomini da cui veniamo ferite più volte.

Non avevo tanto chiaro come starle vicino perché qualunque cosa io potessi dire di fronte al suo dolore era superflua.

In alcuni momenti penso che non si possa far altro che ascoltare, almeno io mi aspetto questo da un’amica.

E mi aspetto che stia dalla mia parte, il che non vuol dire non mettermi di fronte alle mie responsabilità, se ci sono, ma proteggermi davanti alla cattiveria.

Dopo la tragedia, mentre la ascoltavo, ho pensato che nessuno di noi dovrebbe permettere agli altri di farci sentire responsabili e in colpa.

Nessuno dovrebbe impedirci di sperare ancora e ancora, quando il destino ci è avverso.

Ci sono persone che per stare bene e sentirsi “giuste” hanno bisogno di affossare chi hanno vicino, persone che hanno muri di certezze da fare paura.

Ecco, pensavo a quanto male si può fare e pensavo a quanto dovremmo ricordarci di proteggerci da persone che non sanno starci vicino.

Non dobbiamo mai, dico mai perdere la speranza, neanche quando gli eventi sono così dolorosi da farci perdere la fiducia nell’esistenza, neanche quando gli altri ci fanno sentire sbagliate per quello che è successo.

Dobbiamo solo credere in noi, credere nella vita, anche se è difficile e volerci così bene da scegliere con cura chi vogliamo accanto.

A volte è questo il problema, scegliamo persone sbagliate e crediamo più in loro che in noi stesse.

Il tempo mi ha insegnato ad essere più selettiva, a capire chi credeva in me prima che io riuscissi a farlo.

Proteggetevi, insomma, anche quando tutto rema contro.

Scegliete le amiche giuste e non smettete mai e poi mai di credere in voi.

Neanche per un secondo. Neanche quando la vita vi mette a dura prova.

Penny

5 comments on “Scegliete le amiche giuste. Proteggetevi dalla cattiveria.”

  1. ” Chi trova un amico trova un tesoro, noi siamo i ragazzi più ricchi del mondo”…
    Così recita la sigla di un programma televisivo della mia infanzia dal titolo ” I ragazzi di Padre Tobia”. Ne ho tanti di tesori, quelli veri non le patacche…quelle le ho lasciate per strada. Sono molto fortunata perché ho tante amiche e un amico che mi hanno sostenuto nei momenti terribili, senza SE e senza MA, nel rispetto più assoluto del mio momento, che era anche il loro! Hanno sopportato, ingoiato, appoggiato ME ed hanno poi vinto con ME grazie alla vera forza dell’amicizia, la CONDIVISIONE, sempre….nelle gioie e nei dolori.
    Grazie di esserci cara Penny,… sempre, anche tu…
    A presto
    Lucy22

    • Mi sono emozionata. Credo sia proprio così, valutare anche le fortune. Saperle riconoscere e riconoscersi. Ti abbraccio forte. Penny

  2. Una volta una donna che considero un amica anche se le nostre strade si sono separate, mi disse una cosa, mi disse che chi mi giudicava non mi capiva, parlava indirettamente (e ci sono arrivata in seguito a capirlo) dell’empatia, che chiede di esser ascoltata, il tuo post è all’insegna dell’empatia, per questo arriva diretto alle emozioni. Grazie Penny.

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