Ieri mia figlia, la grande, improvvisamente si è bloccata e mi ha detto: “Mamma, ma potrò fare il viaggio di maturità con la mie amiche, vero?”.


Per pagare l’anticipo di quel viaggio in Grecia mi ricordo che abbiamo racimolato soldi di qua e di là, dovevano prenotare velocemente l’aereo, altrimenti sarebbe aumentato.

C’erano sette adolescenti femmine al telefono in viva voce che avrebbero dovuto prenotare l’aereo nello stesso istante.

Io come al solito ero senza una lira nel portafoglio,  così, abbiamo chiesto un po’ di soldi al mio compagno, un po’ ce li aveva lei ancora dall’ultimo lavoretto e forse 20 euro me li ha prestati una mia amica, la cui figlia faceva il viaggio con lei. Insomma alla fine ci siamo riuscite, 230 euro in una sola sera.


Ora quel viaggio è sparito dall’orizzonte. Quella priorità non esiste più.

In un attimo l’ordine delle cose è stato sovvertito.

Lei mi ha guardato aspettando una risposta.
“Non credo riuscirete a farlo come l’avevate immaginato, magari cambierete destinazione, magari sarà solo posticipato”.


Non ha commentato, ma era triste, così ho aggiunto: “Primo passo uscire dall’emergenza, secondo passo la maturità,  poi vedremo, ok?”.


Difficilmente parlo al plurale ma in questo momento credo sia importante far sentire che i problemi li risolveremo insieme, che in questa battaglia ci siamo proprio tutti dentro e io sono con lei.


Lo so che non c’entra niente, però, a volte, per far capire ai figli che non tutto ruota intorno a noi e ai nostri bisogni, è importante renderli partecipi di cose più grandi e anche più dolorose, come la morte di una ragazzina della sua età, in modo che si centri mettendosi fuori fuoco. Perché questo spero faccia nella vita, tenga conto che degli altri.


Non so se vi ho raccontato che sotto casa mia, nei giardini dove porto Alaska a fare il suo giretto, dorme un uomo. La mattina trovo sempre una coperta, sotto gli alberi ci sono tracce di vita notturna.

In questi giorni fa molto freddo e  la piccola si è messa a sistemare l’armadio. Ha recuperato dei maglioni, sapete che i ragazzi e le ragazze li portano molto abbondanti, così ho proposto ( sotto suggerimento di un’amica) alle  ragazze di prenderli e di lasciarli su quel muretto.


Quando sono uscita  la mattina per portare Alaska li ho lasciati vicini alla coperta.
Alla sera quando sono ripassata quei maglioni erano ben nascosti sotto quella stessa coperta.

Sono tornata a casa e l’ho raccontato alle ragazze, hanno sorriso.  Allora la grande mi ha detto:”Potremmo lasciargli del cibo”.
“Mi sembra una buona idea” ho risposto. Non lo abbiamo ancora fatto, ma lo faremo.


Ho parlato tanto con loro. Questo è un momento difficile, lo capisco. Il futuro è incerto, i loro piccoli obiettivi sono momentaneamente sospesi ma non bisogna mai, neanche in questi momenti, pensare di essere il solo centro del mondo.

Quell’ Io ha bisogno di un Noi per stare davvero bene. Credo sia importante tenere fermo che nonostante le mille difficoltà siamo comunque qui, abbiamo una casa, delle persone a cui vogliamo bene, delle comodità.


Io ci penso a quell’uomo quando chiudo gli occhi la sera. Ci penso e ci pensano le mie ragazze.

La piccola mentre stavamo cenando mi ha chiesto:” Ma andrà a mangiare alla Caritas o in un posto così, dove aiutano le persone?”.

Ovviamente l’ho rassicurata anche se non sappiamo niente di lui ma vive ad un passo da noi e non è che si può fare finta di niente.


Non lo so, ma in questi giorni, più di altri, mi sembra che i nostri bisogni rispetto a ciò che dovremmo affrontare e rispetto a chi è “più povero dei poveri”, mi sembra piccolo, come noi, in fondo.


Questa pandemia ha davvero sovvertito l’ordine delle cose, le ha rese per quello che sono, ci ha mostrato la vita in tutta la sua vulnerabilità.

Quello che prima era prioritario ora appare futile e poco importante. Un viaggio di maturità sembra un puntino laggiù. Piccolo piccolo.

Lei lo farà quel viaggio, magari non quest’estate, magari l’anno prossimo, la sua vita andrà avanti.

Anche quella dell’uomo andrà avanti ma i piani su cui si svolgeranno queste due vite saranno molto diversi.

Noi questo lo dobbiamo tenere fermo.

Dobbiamo tenere presente che c’è un filo sottile che ci lega tutti.

E che questa cosa terribile che ci sta capitando ci chiama a riflettere sul senso che ognuno di noi dovrebbe mettere nella sua vita e in quella degli altri.

Le mie figlie impareranno la delusione, impareranno cos’è la vulnerabilità. Impareranno a capire che l’esistenza è un soffio.

Che la povertà è sotto casa e che il mondo ha bisogno della loro cura.

La verità è che possiamo scegliere quali direzione dare alle nostre esistenze.

La ministra dell’istruzione ha detto:” Vi rassicuro, l’esame di maturità sarà serio!”.

A me l’esame di maturità mi sembra l’ultimo dei problemi.

Mi sembra molto serio quello che sta succedendo e serio è ciò che i nostri figli stanno imparando da tutti noi.

Questo è un esame di maturità.

I nostri ragazzi impareranno che non c’è niente che possiamo controllare, se non cercare di essere persone buone e attente agli altri.

Possiamo scegliere sempre. Anche adesso. Anche ora. Da che parte stare.

La pandemia è stata chiara. Nessuno si salva da solo.

Penny

Liguria

2 comments on “Questa pandemia ci ha mostrato la vita in tutta la sua vulnerabilità.”

  1. Anch’io ci penso spesso alla loro maturità, ho un figlio nelle tue stesse condizioni, e quello che più mi dispiace per loro sapere che si stanno perdendo il periodo dei loro cinque anni di liceo e che non nessuno gli ridarà più
    .anche stare chiusi in casa soli senza la possibilità di vivere insieme ai propri compagni gli ultimi mesi di un percorso formativo lunghissimo e così importante mi fa pensare molto…. mi sembra quasi di avergli tolto un pezzo dei loro anni più belli ….. é vero si rifaranno ma niente sarà più come prima e tutte quelle sensazione ed emozioni che abbiamo provato tutti noi i mesi prima della nostra agognata maturità loro forse non le proveranno mai …
    Certo sopravviveranno anche a questo e si ricorderanno questo momento difficilissimo e gli servirà di sicuro per affrontare la loro vita con una grande consapevolezza e che di fronte a qualcosa di più grande di noi siamo tutti uguali e sulla stessa barca ….

    • Credo che l’esperienza più grande che possano fare i nostri figli in questo momento, sia quella dell’imprevedibilità dell’esistenza. Questo li porterà a prepararsi agli eventi della vita, quelli che non sono programmabili, che arrivano improvvisi e ci colgono impreparati. Almeno lo spero. Un abbraccio Penny

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