Un giorno una donna chiese all’uomo che amava: dove sei finito?
Sono qui, rispose lui, non mi vedi?
Non ti trovo più.
Non mi trovi più perché sei troppo presa da altre cose.
Dici?
Sì, dico. 


La donna, dal quel giorno, si è ripromessa di fare meno cose, di concentrarsi sulla vita con l’uomo.

Prima ha rinunciato al corso di acquarello che le piaceva tanto, poi, alle lunghe telefonate con le amiche, ma nulla è cambiato.


Io non riesco a vederti.
Ancora? Mi sembri impazzita. Sono qui, dove sono sempre stato.
Ma io non ti vedo più.
Direi che non è un problema mio, evidentemente devi fare qualcosa.
Io non so più cosa fare, le ha risposto lei.
Concentrarti di più su di noi come faccio io, ad esempio.
Forse hai ragione, ha sospirato la donna.


Così si è sforzata di essere presente, ancora di più. Di preparare cene giuste, di non dimenticarsi niente. Tornava a casa ancora prima, si è tagliata i capelli come piacevano a lui, si è comprata un profumo, si è messa a dieta, ma nulla è cambiato.

Non ce la faccio, io non ti vedo più, gli ha detto triste.
Io sono esattamente dove ero dieci anni fa, ha risposto lui.
Non so come fare, gli ha sussurrato la donna a cui nel frattempo si era curvata la schiena.
Mi hai stufato con questa storia, vedi di fare qualcosa, ha ribadito l’uomo. Si è alzato, ha preso la borsa del calcetto ed è uscito.


Quella sera, la donna si è coricata nel letto, ha chiuso gli occhi e l’ha fatto. Ha deciso che avrebbe rinunciato ai sogni e mentre lo faceva le lacrime segnavano il suo volto.


La mattina dopo è quella dopo ancora si è svegliata fiduciosa, ora nulla si sarebbe frapposto tra lei e l’uomo. Ha aspettato di rivederlo da un momento all’altro, invece, non è successo.


Un giorno l’uomo era sul balcone, si fumava una sigaretta. La donna gli è arrivata alle spalle, lui si è voltato.
L’amore se ne è andato, le ha detto lei.
Ma cosa stai dicendo! ha esclamato lui spegnendo la sigaretta in un vaso di ciclamini che era appena fiorito. 


Ho rinunciato a tutto per te, ha sussurrato lei.
L’amore è questo, se non lo avessi ancora capito, ha risposto l’uomo scocciato.
L’amore ha scelto di posarsi altrove, qui non c’era più spazio per lui.
Tu sei impazzita.
Se ne è andato definitivamente quando abbiamo rinunciato ai nostri sogni, le ha detto lei.
Io i miei li ho realizzati: una famiglia, un lavoro, non mi serve altro.
A me non basta, ha detto la donna.
Hai tutto ciò che si può desiderare, per Dio! è sbottato lui.
Voglio essere felice.
Felice! Chi cavolo ti ha messo in testa ‘ste sciocchezze?
L’uomo iniziava ad agitarsi.


Non ti vedo più, le ha detto la donna. La schiena si è raddrizzata, lo sguardo alto. Poi ha continuato,
hai ragione tu sei sempre dove eri dieci anni fa, io no. Non ti vedo perchè ora vedo me stessa.

La donna è rientrata in casa, ha preso il cappotto e se n’è andata.

Ha passeggiato a lungo quel giorno. Le mani in tasca, l’aria nel volto a risvegliarla. Ha attraversato la città ed è andata avanti. Un’altra città. Non poteva fermarsi. Non ora. Non adesso che si vedeva e sapeva chi era.

Ogni volta che vedete una donna camminare da sola, non chiedetevi perché non abbia un uomo al suo fianco. Non chiedetevi niente.
Sappiate che si sta attraversando.

Penny


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