Non avevo capito quanto lei avesse paura. La mia prossima maturanda ha la febbre.

Da qualche giorno mi diceva che non si sentiva bene ma siccome è immersa nello studio pensavo fosse solo una questione di ansia.

L’altra notte è scoppiata una febbre molto alta, ovviamente ho traslocato la piccola nel mio meraviglioso divano letto e lasciato la grande in camera da sola.

Stamattina ho chiamato il medico, mi ha fatto controllare i piedi, dice che hanno verificato che ai giovanissimi il Covid-19 si manifesta anche con delle specie di geloni, mi ha chiesto se aveva problemi respiratori o tosse, ma per fortuna, a parte la febbre alta e il vomito ( non so come altro dirlo) sta bene. Quindi Tachipirina e ci si sente martedì.


Lei si è svegliata presto o meglio non ha praticamente dormito, nonostante ciò aveva pure l’idea di fare interrogazione di latino alle undici! Lì mi sono imposta, le ho fatto scrivere un bel messaggio alla prof “e pazienza se non ci crederà” le ho detto, perché era questa la sua maggiore ansia.


Da quel momento in poi è stata un’agitazione continua. Il primo pensiero che ha avuto è andato al mio compagno che abita attaccato a noi e l’anno scorso non è stato bene.”Non farlo venire” mi ha detto.


Era terrorizzata di aver preso il coronavirus, si controllava i piedi in ogni momento (che poi, sarà vero?) e voleva continue rassicurazioni.


Io e sua sorella ci siamo dotate di mascherine e ci spostavamo in coppia, se la girl grande era in sala, noi in cucina, se era in camera sua, noi in sala (e il trasloco finiva lì, perché non ci sono altre stanze). La convivenza forzata in una casa di 46 metri compresi i muri, non è facilissima.

Comunque, questa cosa delle mascherine deve averla fatta andare in paranoia ancora di più, perché, con le lacrime agli occhi, continuava a ripetermi che le dispiaceva.

Ci preoccupiamo tutti in questi giorni per lo studio, la didattica a distanza ecc…, l’esame serio serissimo di maturità, a volte, perdendo di vista che questa situazione è piena di paura per questi nostri ragazzi.

Non credo di averla mai vista così spaventata e lo sono di certo i suoi compagni, perché hanno continuato a scriverle e farle gli auguri per tutto il giorno.

Finalmente ieri sera, in un momento in cui era sfebbrata, ha esclamato:” Madonna, mi danno già per spacciata, nemmeno al mio compleanno ho ricevuto così tanti messaggi!”.


Ci siamo messe a ridere ma è stato l’unico momento della giornata.


Bisogna essere positivi, si dice in questi giorni, ma credo che essere positivi non voglia dire sminuire la situazione, ma darle il giusto peso.

E parlare solo di maturità o didattica a distanza quando si parla di ragazzi e bambini vuol dire avere un atteggiamento superficiale rispetto al vero problema.


Lo supereranno, certo, ma questa situazione li ha cambiati profondamente e noi non possiamo non tenerne conto. Dobbiamo tenerne conto.


La paura, ad esempio, è facile che da oggi sia maggiormente presente nelle loro vite, così come l’ineluttabile. Sarà un bene? Li farà crescere? Chi può dirlo, una cosa è certa, non saranno più gli stessi.

La guardo, ha le guance rosse e gli occhi spaventati. Vuole che io le dica che andrà tutto bene. Quante volte abbiamo sentito questa frase?

Io la rassicuro ma sono un po’ spaventata anch’io, di razionale in questa nostra storia non c’è niente.

Poi, in questi momenti, non so perché, mi vengono in mente le altre madri, quelle dei bambini in Siria,ad esempio, o la madre di quella ragazza francese di sedici anni anni che è morta per il coronavirus.

E faccio pensieri assurdi: perché la vita di mia figlia dovrebbe valere di più di quella di un altro ragazzo nel nondo?

Penso solo che dovrebbe essere nostro compito salvarli tutti, a me non basta che si salvi la mia.

Forse la morte è l’unica cosa equa ma non è una consolazione casomai il contrario.

E mentre questi pensieri vorticano su di me, penso: andrà tutto bene, bisogna guardare avanti, bisogna essere positivi, rosari o preghiere.

E se non è facile per me, immagino per i nostri figli.

Nel frattempo aspetto che la febbre passi, vigilo come farebbe ogni madre. Nel frattempo tengo conto che passato il pericolo (e non il nostro ma quello di tutti), lei sarà un’altra e non perché ha superato un esame di maturità serio.

Sarà un’altra e lo saranno tutti i nostri ragazzi.

Non tenerne conto è comodità, risparmio economico, tagli di spesa pubblica, assenza di domande intorno alla loro formazione ed educazione.

Il resto è non metterli al centro. Perché sono loro il nostro futuro.

Sia chiaro, per me, tenerne conto non vuol dire essere pessimista, vuol dire non stare in superficie, ma andare giù nel profondo.

Dove ridiede il cuore dei nostri ragazzi.

Penny

4 comments on “Lei ha la febbre. Non avevo capito quanto i ragazzi avessero paura.”

  1. Hai perfettamente ragione. Io ho due nipotini piccoli, 3 e 6 anni, e sopratutto il grande fatica molto a comprendere, accettare, superare tutto questo. E’ arrabbiato, ma anche triste. Triste di non poter frequentare la scuola materna, festeggiare con i suoi compagni l’ultimo anno che poi a settembre andranno a scuola, triste di non poter giocare al campetto con gli amici, sente la paura e la tristezza intorno a lui e fatica a spiegarsela e a superarla. Oltre che anziana io sono lontana, al di là di un confine, e sono profondamente frustrata nel non poter fare nulla per aiutare. Mi fa rabbia sentire parlare di lezioni virtuali, recupero lezioni, aiuti economici (che ben vengano, per carità) ma non si parla mai dell’aspetto psicologico, in particolare nei confronti dei più giovani. Grazie per le tue parole.

    • Sai cosa mi è successo leggendo le tue parole? Ho pensato, ora appoggio la testa sulla sua spalla e mi riposo. Grazie Linda per avermi compresa. TI ho immaginata con quei due piccoli tra le mani e ho pensato alla loro fortuna, un abbraccio grande.

  2. Ti sono vicina, hai ragione, mio figlio 21 enne è l’unico che si misura la febbre tutte le mattine e poi tira un sospiro di sollievo. In bocca al lupo alla tua ragazza e a tutti.

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