Ci preoccupiamo delle spiagge, o meglio degli stabilimenti balneari.

Gli altri, quelli come me e come voi, mi chiedo come faranno a mantenere le distanze!

Forse le nostre spiagge verranno sacrificate e privatizzate ancora di più di quello che lo sono già.

Mi immagino la famigliola, ombrellone e lettini, stagione completa e poi penso agli altri, quelli che prendono i treni strapieni per andare al mare o partono la domenica mattina all’alba con la casa in macchina per trovare un posto decente con l’asciugamano.


Si parla di tutti, piccoli e grandi commercianti… è giusto, l’economia deve ripartire.

Ovviamente sento colare dal naso che i prezzi aumenteranno visto che nei locali (dalle cartolerie, parrucchieri, bar ai ristoranti…) entreremo a spizzichi e bocconi e non si potrà monetizzare così facilmente.

Comunque, ora dobbiamo pensare a ripartire!

La cosa che mi preoccupa è che si parla di stabilimenti balneari e non si parla di scuola o meglio quando se ne parla si mette in dubbio la partenza a settembre.

E io mi sento morire e mi chiedo perché ogni giorno si parli di economia e la scuola spunti fuori solo se qualche giornalista, al bollettino delle diciotto, fa una domanda.


La risposta è semplice. I bambini e i ragazzi non sono prodotti e la formazione, che dovrebbe essere al centro del nostro pensare, soprattutto adesso, è un costo e non produce in termini economici.


Allora i bambini sono dimenticati, i ragazzi pure.

È facile fare due più due e pensare a chi li terrà a casa a settembre se non ci mettiamo mano. Indovinate un po’? Le donne.

E non mi dite che non saranno loro a dover tagliare tempo al proprio lavoro per occuparsi della gestione della famiglia. Ci vorrebbe un miracolo!


Questo ministro è il ministro invisibile, come la scuola, come i progetti intorno ai nostri figli.


Pensate solo al fatto che le tabaccherie erano aperte e nei supermercati non potevamo comprare le matite colorate! La dice lunga sulla nostra visione adultocentrica. La dice lunga sulle nostre priorità.


Guardo le mie figlie e vedo il vuoto. Non sanno niente di quello che succederà e vanno avanti. Ogni tanto mi chiedono: hanno detto qualcosa sulla scuola? No, rispondo con tristezza.


La scuola è la loro socialità, a partire dall’asilo è il primo luogo di palestra sociale.


È ciò che li contiene, è a scuola che imparano a rispettare le regole comuni oltre che il sapere. Non può essere dimenticato, studiare da casa non è la stessa cosa!


E, allora, mi sarebbe piaciuto sentire qualche parola in più, sapere che di pari passo con l’economia, i nostri bambini e i nostri ragazzi non vengano dimenticati e che le scuole vengano attrezzate per tempo, come succede per le spiagge.

Nella speranza che non siano solo quelle per “pochi eletti” ad essere attrazzate, altrimenti siamo fregati due volte da questo maledetto virus.


Vorrei ricordare che la didattica a distanza non è fare scuola, non può e non deve essere sostitutiva, perché manca di quella parte relazionale e sociale che sta alla base della formazione.

Non vorrei che qualcuno si facesse strane idee e trovasse qui la soluzione, intanto famiglie e docenti hanno reagito bene, si sono adattati e allora possiamo andare avanti ancora un po’…

Forse è davvero il momento di ridurre il numero di alunni per classi, assumere docenti, trovare spazi nuovi e soluzioni a una scuola più giusta. Aumentare i nidi e le sezioni della scuola materna.


Io vorrei tornare a fare il mio lavoro, insegnare. E le madri immagino vogliano tornare ad essere solo madri dei loro figli, non insegnanti improvvisate!

Perché nella didattica a distanza vi dimenticate che dietro allo schermo ci sono anche loro e non dovrebbero esserci. Stanno lavorando gratis per tutti noi!

E vorrei che i bambini e i ragazzi tornassero ad essere considerati bambini e ragazzi, non uno strumento improduttivo.


Possiamo fare a meno dello stabilimento balneare  per un’estate, non possiamo fare a meno della Scuola in presenza di ogni ordine e grado. Sia chiaro.


Non c’è niente di più importante che mettere risorse nel futuro. E i nostri figli sono il nostro futuro.

Più che produttivo.

Penny

6 comments on “Prepariamo gli stabilimenti balneari ( per pochi) e la scuola a settembre rimane un’incognita!”

  1. Condivido ogni parola! Mi chiedo come i nostri governanti non si rendano conto che devono iniziare a organizzarsi adesso per far ripartire la scuola a settembre! Per mettere su un minimo di didattica on-line ci sono volute settimane. Così tanto, perché la scuola non è attrezzata visti i continui tagli. Così poco, perché abbiamo comunque tanti insegnanti che fanno del loro lavoro una missione. Ma per mettere su una scuola in cui le classi siano ridotte, si facciano i turni, si debbano rispettare delle norme di sicurezza contro un virus che non si vede e non si sa se ci sia fino a quando è troppo tardi, quanto ci metteremo? Gli altri paesi europei ci stanno già pensando e faranno delle prove prima dell’estate in modo da essere pronti a settembre. E noi?… E intanto, come tu giustamente dici: della scuola dei figli si occupano prevalentemente le madri, che però devono lavorare da casa e poi tra qualche settimana dovranno lavorare dal posto di lavoro. I nonni fuori gioco. Le babysitter un lusso che non tutti possono permettersi. Poi non si è detto che, siccome il virus colpisce meno le donne, loro saranno le prime a tornare a lavorare?! Meno male che si saranno riposate tranquillamente sotto l’ombrellone eh…

    • Hai ragione è un insulto. Il problema è che noi donne per loro siamo la soluzione. Siamo forza lavoro gratuita. Era così prima ed è così adesso. Un abbraccio. Non molliamo. Penny

  2. Possibile che per ogni argomento si dia sempre contro ai balneari?.. forse se questa estate le spiagge resteranno chiuse vi renderete conto di quante attività perderanno i loro guadagni e capirete che il turismo balneare non è fine a se stesso.

    • Non è che dobbiamo essere gli uni contro gli altri e io sono contenta se le spiagge riapriranno, mi piacerebbe che si occupassero però di quelle di tutti, non solo di chi può permettersi ombrellone e sdraio in uno stabilimento privato, per un cittadino qualunque ne converrà anche lei che è abbastanza un lusso. O no? Quello di cui sto parlando non è non occuparsi di voi, che avete il diritto di lavorare, ma non occuparsi anche della scuola. Non so se lei abbia dei figli, ma se li avesse e andasse a lavorare chi ci starebbe a casa a fare la didattica a distanza? Credo sua moglie. È giusto? Penso di no. Della scuola bisogna che qualcuno se ne occupi. Tutto qui. Lottiamo insieme non contro. Penny

  3. Signora bella , questo dimostra che ognuno di noi pensa al suo orticello. Due milioni di addetti al turismo ci pensano eccome alle vacanze, perchè non posssono mica aspettare il 2021 per mangiare.

    • E certo, signora bella, invece i bambini e i ragazzi possono rimanere a casa a marcire, con una madre alle loro spalle che li mette davanti allo schermo, gli fa fare i compiti e cose così. Lei lo può perdere il lavoro vero?
      Che discorso è.

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