L’amore non risolve nulla se non siamo “risolte” noi come persone, questo è chiaro. Ma l’amore rende la vita decisamente migliore.

Non credo dimenticherò la solitudine di questo periodo, quella sensazione di preoccupazione nello stomaco, ma non voglio dimenticare nemmeno il nido che mi sono costruita con fatica.

46 metri quadrati di mutuo in cui posso muovermi libera, in cui nessuno mi dice cosa devo o non devo fare e, nonostante tutto, non dimenticherò questo tempo con le mie figlie.

Le chiacchiere e pure il nervoso, un ti voglio bene, regalato una sera. Gli abbracci improvvisi della piccola, le battute della grande, quasi nessuno mi fa ridere a crepapelle come lei. Un fidanzato nella porta accanto.

Non dimenticherò che l’amore non è tutto ma aiuta. Chi è solo davvero, chi non ha amori da ricordare e non parlo solo di mariti o compagni, parlo di affetti, genitori che ti hanno fatto sentire amata, lo sa quanto sia dura.

Non so se sia questioni d’incontri, di fortuna, di storia, so che questo nido un po’ me lo sono costruito, perché la casa non sempre corrisponde al luogo in cui si sta bene e gli affetti veri o desiderati, a volte, non la abitano.

Ieri, in collegamento con la mia classe, mentre stavamo affrontando gli ominidi, abbiamo chiesto ai bambini se secondo loro noi viviamo in gruppo, uno di loro ha alzato la mano e ha detto: “Beh, dipende, mio nonno vive solo”.

Non so se la sua fosse una preoccupazione ma la risposta era chiara, lui viveva insieme a qualcuno, sua mamma, suo papà, suo fratello, suo nonno no.

Grossman nel libro L’Abbraccio dice che siamo tutti un po’ soli e un po’ insieme, credo sia così, ma penso che alcuni vivano la solitudine più di altri.

Guardo alla mia giornata, guardo la mia casa, dentro ho ciò che desidero e per un tempo non è stato così. Ho sofferto e molto per costruire questo nido anomalo in cui un affetto abita persino altrove, eppure so quello che conta.

Ciò che sento. È l’unica cosa che conta.

E anche il mio modo di amare ne fa parte.

Conta il bene che voglio alle persone che amo. Poterle vedere, stare con loro, abbracciarle. Sentirmi sola, a volte, e parte di qualcosa o qualcuno. Immaginare progetti. Stasera, domani, la prossima estate, l’anno che verrà.

Fare parte. Essere un po’ soli e un po’ insieme.

Poter sostare dentro ad un abbraccio di un figlio, di un amico, di una madre, di un amore.

Non è scontato, ecco.

Non lo è più.

Penny

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